Avvento: tempo di attesa, di conversione e di speranza
di Pasquale Baldino e i suoi Tralci
L’Avvento è il tempo liturgico che precede e prepara il Natale. La parola Avvento deriva dal latino “adventus” che può tradursi con il significato di “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel culto.
I cristiani adottarono la parola Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa partecipare quanti credono in Lui. Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi. L’Avvento è «tempo di attesa, di conversione, di speranza». È il tempo dell’attesa della venuta di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. Ciò è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che “apre” la liturgia eucaristica all’interno della Messa dopo l’Offertorio. In essa si sottolinea che il Signore «al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana, portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza». E poi si aggiunge: «Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa». L’Avvento è poi tempo di conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che la salvezza già operata da e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2).
Il tempo di Avvento inizia la domenica più vicina alla festa di Sant’Andrea (30 novembre). Quest’anno il primo giorno di Avvento sarà domani,domenica 1 dicembre, con i “primi vespri” che si terranno stasera 30 novembre. Tuttavia, poiché l’Avvento copre quattro domeniche ma non necessariamente quattro settimane piene, quest’anno durerà poco più di tre settimane, terminando la sera del 24 dicembre con i primi vespri di Natale.
Questo Avvento sarà speciale poiché coincide con il periodo di preparazione per il grande Giubileo del 2025. Il 24 dicembre, Papa Francesco celebrerà una Messa solenne in Piazza San Pietro e aprirà la Porta Santa, dando ufficialmente inizio al Giubileo per ricordare i 2025 anni dalla nascita di Cristo.
In un tempo lacerato da lotte e discordie, il segno della nascita di Gesù è un germoglio di speranza per l’umanità, desiderosa di essere la terra accogliente e feconda in cui far fiorire la carità perfetta e la gioia piena, la fraternità autentica e la solidarietà operosa, la pace stabile e la vita buona. Le attenzioni ai temi dell’Anno Santo vogliono contribuire a rinnovare la speranza, per imparare a guardare con lo sguardo di Dio la storia che ci ha plasmati, la realtà che ci circonda e il futuro che ci attende. Nell’imminenza del Giubileo, infatti, l’Avvento “è un’occasione propizia per riscoprire il senso vero della speranza cristiana”. Questo tempo, è pervaso dalla consolante evidenza che Dio, che ricorda le sue promesse e dimentica le nostre colpe, è sempre pronto a ricominciare e a portare avanti il suo disegno di salvezza.