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Meeting Paesaggi Terrazzati, tra ricchezza e opportunità

convegno_castello_aragonese_luciadeluise-28Gianluca Castagna | Ischia – Terreni difficili da coltivare ma che possono dare grandi soddisfazioni in termini di colture di qualità, turismo ecosostenibile, sicurezza ambientale, impiego di forza lavoro. Se qualcuno pensa si tratti di un argomento di nicchia, si sbaglia. Quella dei paesaggi terrazzati è una realtà antica, diffusa su tutto il pianeta e dai risvolti poliedrici.
Si è chiuso a Padova da pochi giorni il 3° Incontro Mondiale sui Paesaggi Terrazzati, posto sotto l’egida di Unesco, Fao ed altre istituzioni nazionali e internazionali. Dieci giornate di laboratori e incontri tematici da nord a sud della penisola, che hanno visto la partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo (22 le nazionalità coinvolte) alle prese con le tematiche trasversali che il tema suggerisce: dalla questione agricola a quella idrogeologica, dalla ruralità dei territori al ruolo dell’economia circolare, dalla “resilienza” nei paesaggi vitivinicoli al fenomeno (fortunatamente in diminuzione) dell’abbandono dei terreni.
Tra i paesaggi agrari, quello dei terrazzamenti costituisce certo l’esempio più significativo dell’interazione tra l’agire costruttivo dell’uomo e i processi naturali caratterizzanti un determinato territorio. La sistemazione agraria a terrazzi determina una modifica consistente della morfologia del sito, dove natura e artificio devono trovare condizioni di equilibrio adatte all’insediamento umano e allo sviluppo di attività produttive. La motivazione di tale scelta è che i terrazzamenti rimuovono l’ostacolo della forte pendenza del terreno, determinandone configurazioni che garantiscono al meglio la possibilità di sviluppo delle colture.
Inoltre, grazie alle opere di contenimento del terreno, di drenaggio e di canalizzazione, contribuiscono alla corretta regimazione delle acque piovane e irrigue, nonché alla stabilità idrogeologica di porzioni scoscese e accidentate del territorio altrimenti assai fragili e vulnerabili.
Foto quintaDi paesaggi terrazzati anche l’isola d’Ischia è assai ricca. Infatti l’isola verde ha ospitato una delle dieci tappe di questo Meeting mondiale. Tre giorni in cui la folta delegazione di rappresentanti internazionali ha visitato in lungo e in largo il nostro territorio, riscoprendo un aspetto della nostra identità troppo spesso ignorato e qualche volta finito in malora. Un appuntamento che ha coinvolto tutti coloro che contribuiscono, in qualche modo, a conservare e tramandare un patrimonio di saperi e colture locali messe a serio rischio dalla globalizzazione.
«Non si tratta di produzioni agricole per il commercio internazionale – ha precisato Timmi Tillmann, Presidente International Landscapes Alliance – ma di produzioni agricole locali che si basano sulla forza della comunità, sul sapere ereditario del singolo contadino e della singola terrazza. E’ da qui che si capisce l’importanza della preservazione e della conservazione dei terrazzamenti isolani».
Ischia dunque si trova a dover affrontare una situazione di crisi che può essere invertita puntando sulla ricchezza della sua biodiversità e della sua cultura. Posta tuttavia in un rapporto dinamico con il resto del mondo, favorendo scambi e studi al fine di ridisegnare, se possibile, il senso e l’interpretazione stessa del paesaggio isolano. Risorsa e non solo patrimonio. Anche in chiave di consapevolezza e comunicazione. Viaggiatori, geografi, poeti, pittori, fotografi, così come hanno apprezzato l’ingegno e la laboriosità di anonimi costruttori, hanno rivelato i valori culturali ed estetici impliciti nei terrazzamenti stessi, comunicandoli attraverso scritti, dipinti, fotografie; questi documenti, a loro volta, hanno impresso nel paesaggio la percezione dei loro autori, mediando attraverso di essa la nostra stessa percezione, atto questo sia sensoriale sia culturale. Del resto, non va trascurato nemmeno l’aspetto turistico. E’ necessario che si arrivi a diversificare l’offerta, proponendo ai nostri ospiti, con modalità efficaci e certamente non improvvisate, un turismo paesaggistico per uno sviluppo più diffuso del territorio, decongestionando quei centri che sono arrivati al massimo delle loro potenzialità e favorendo la tanto auspicata (finora solo a chiacchiere) “destagionalizzazione”.

Foto terza«La tappa ischitana del Meeting – ha dichiarato Giovannangelo De Angelis, coordinatore dell’evento – è stata importante non solo per ridefinire il rapporto tra agricoltura e paesaggio isolano. Abbiamo colto questa grande opportunità per permettere l’iscrizione dei nostri terrazzamenti al Registro nazionale del paesaggi rurali storici anche in vista di una candidatura delle nostre colline al riconoscimento Unesco. Un percorso che è appena iniziato e rispetto al quale la partecipazione al Convegno può risultare importante». Insomma, come ribadito dal prof. Luigi Fusco Girard nel suo intervento alla Tenuta Giardini Arimei, «si conserva anche trasformando, attraverso un progetto non di vincolo, ma generatore di vita, lavoro e opportunità».
De Angelis, insieme a Vincenzo Di Gironimo, ha rappresentato l’isola d’Ischia alle giornate di chiusura del Meeting. «Siamo molto soddisfatti per essere entrati con la nostra cultura e storia umana attraverso il concetto del “Cala Cala” e del “cambiamento circolare” nel manifesto che promuove le buone pratiche per i futuro dei paesaggi terrazzati. Ottima figura hanno fatto i vini prodotti sui nostri terrazzamenti offerti dall’azienda Arcipelago Muratori (Pietra Brox e Passito Giardini Arimei) e D’Ambra (La vigna dei mille anni). A mettere la ciliegina sulla torta sul prestigio della presenza ischitana è stato il famoso “Per’ e palummo” prodotto nella tenuta di Benedetto Migliaccio da Andrea D’Ambra, dato in dono da Mauro Varotto (coordinatore dell’evento) come testimone italiano dei paesaggi terrazzati ai rappresentanti della prossima location che accoglierà il quarto convegno mondiale tra due anni, ovvero le isole Canarie. Per quella occasione il CAI e l’associazione PIDA si impegneranno a portare a compimento il progetto di mappatura e valorizzazione del paesaggio terrazzato proposto ai Comuni dell’isola insieme con il dipartimento di urbanistica Calza Bini della Federico II, il CNR ed il dipartimento di geografia dell’università di Padova».

14639600_1421078154573057_316844460170125786_n Intanto, sempre a Ischia, si è concluso II WorkCamp sulle tecniche di costruzione dei muri a secco organizzato dal CAI Ischia in collaborazione con IBO, PIDA e Ixion. Sei i volontari arrivati a proprie spese sulla nostra isola per contribuire al suo recupero: Archetti Antonella da Milano, Paula Welsch e Markus Sieber dalla Germania, Sofia Platisa dalla Serbia, Romanova Irina dalla Russia e Jan Kirschner dalla Rep. Ceca. Diretti dalle maestranze locali Raffaele Schiano e Eugenio Iacono, i sei volontari hanno ripristinato un muro di 6 metri e pulito lunghi sentieri che collegano la zona dei Frassitielli a S. Maria al monte e alla Falanga. «Un grazie di cuore – ha aggiunto Giovannangelo De Angelis – va anche a Evanna Oliva, Vito Forni, Rosella Santella, Agostino Iacono, Alexandra Mattera, Yakob Borecek, Denis Trani, Francesco Mattera ed alcune studentesse dell’Istituto “C. Mennella (Simona Corbino, Ludovica Maschio, Concetta Barbieri, Patrizia Alvi), che si sono impegnate nei lavori e nella buona riuscita del workcamp. Un grande ringraziamento poi al mecenate Luigi Polito, che con la sua generosità, tramite il suo Tour Operator Imperatore Travel, ha permesso che gli ospiti del convegno e del concorso siano stati accolti nel miglior modo che l’isola può offrire».
Alla Tenuta Piromallo di Forio la premiazione del Concorso Fotografico sui paesaggi terrazzati. Il primo premio, di € 1000, è andato al fotografo Enzo Rando per la foto dal titolo “Pietra Brox”; al secondo posto si è classificato l’avvocato Gino Di Meglio con la foto dal titolo “La Vigna dei Mille Anni”; al terzo posto la giornalista Isabella Puca con l’opera “Parracine, la mano dell’uomo”.
(PHOTO: Lucia De Luise e Antonello De Rosa)

 

 

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