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Baglioni chiude l’Ischia Summer Festival con un concerto per la sua “Iscla”

di Isabella Puca

Foto Tommaso Monti

Lacco Ameno – Erano in più di mille e seicento ad attendere Claudio Baglioni per l’ultima serata dell’Ischia Summer Festival che è coincisa con l’unica data italiana del cantautore romano. Sin da un’ora prima dall’inizio del concerto l’arena del Negombo era davvero gremita di spettatori emozionati e, pochi minuti dopo le 22:00, sul palco buio illuminato da un unico fascio di luce è arrivato lui, pantaloni, giacca e camicia nera con in braccio una chitarra, dando inizio al concerto con uno dei suoi più grandi successi, accompagnato da un vero e proprio boato. Mentre canta “Strada facendo” in tantissimi riprendono il momento con i loro smartphone cantando a squarciagola. Senza dire una parola passa a uno dei pianoforti posizionati al centro del palco e l’entusiasmo del suo pubblico è già alle stelle. «Ci sei mancato», urla qualcuno dal pubblico, «dopo andiamo a cena», risponde Baglioni scherzando, dando idea di quello che sarebbe stato il dialogo con il suo pubblico intrattenuto per tutta la durata del concerto, 3 ore di musica e spettacolo. «Volevo non parlare, ho dormito 2 ore come il principe di Condè che non dormì la notte prima della battaglia. Perché? Perché ci sono dei significati. Perché forse, se non ci fosse stata questa chiamata da Ischia, per Ischia, me ne sarei stato su di un’altra isola ancora un po’ di tempo a riposare; e invece è diventata una sorta di piccolo concerto veramente eccezionale in tutti i sensi. Durerà pochissimo – scherza ancora – perché mi trema un pochino tutto, compreso il corazon». L’emozione si avverte davvero, non solo da parte di chi è seduto, ma anche per il cantante che, con l’isola, intrattiene un rapporto davvero speciale. «Chi conosce le storie che ho raccontato sa che questo posto mi sta particolarmente a cuore perché io ci sono stato ancora prima di nascere, nel senso che è stata una sorta di miracolo e perché mi ricorda qualcosa che prima non c’era, che si propone alla vita». É con questo assist che parte “Avrai”, tra le canzoni più dolci mai scritte della musica italiana. «Volevo scusarmi con chi era già seduto, questo concerto è speciale si aspettano gli spettatori», è così che ironizza su quanti sono arrivati a concerto già iniziato, scene che, in effetti, sembrano vedersi solo a Ischia. «Questo concerto – dice ancora dal palco – non sapevo come chiamarlo per la sua  particolarità. Volevo strabiliare, raccontare qualcosa di diverso. Mi sono ricordato che mio padre la chiamava sempre “Iscla” e io pensavo che stesse sbagliando, ma il tono era di quelli che sanno tutto. Poi, a un certo punto, non contento, lo scriveva. Io pensavo che volesse scrivere isola e che si sbagliava, ma lui diceva “no, questo è il nome antico di Ischia”. Era un saggio comm’ a me e stasera tante cose si sono affastellate una sull’altra e io ho scritto un piccolo messaggio per dirgli che stiamo ancora tutti qua». Parte così “Con voi” in una versione acustica con la chitarra, che ricorda suo padre e il legame forte con la nostra isola, o meglio la sua “iscla”. L’ emozione è quella di avere la storia della musica italiana dinanzi a sé, esecuzioni perfette come se fosse un cd, ma brividi triplicati nel vederlo così vicino e realmente preso dalla sua musica e dall’emozione.

Per tutta la durata del concerto, Baglioni scherza con il suo pubblico, ironizzando sulla giacca che ha indosso e scusandosi per quel suo continuo asciugarsi le mani «è una cosa imbarazzante suonare con l’umidità che c’è, non andare a dire in giro che sono un tipo appiccicoso. – Scherza ancora- Sul piano di ricordi e della nostalgia vorrei suonare alcune canzoni. Nostalgia arriva dal greco “ritorno al paese”». Inizia a cantare così una delle canzoni che ammette di amare di più tra quelle che ha scritto, “Tamburi lontani”.  É un concerto intimo questo di Baglioni a Ischia, a regnare è infatti la nostalgia e quel legame a priori del cantante con l’isola dove é stato concepito. A ogni canzone Baglioni fa un inchino e cambia strumento passeggiando sul palco accompagnato dagli applausi. Qualcuno dal pubblico gli urla che il concerto “è un po’ moscio”, ma Baglioni non si perde d’animo e risponde sottolineando l’unicità dell’evento, «far casino è facile, è non farlo che è difficile! Non è che facciamo ste cose in tutte le piazze d’Italia».  Ritorna poi a parlare della nostalgia come quella macchina meravigliosa che ti permette di viaggiare ovunque, anche nel passato e parte così “gli anni della gioventù”.  Baglioni, sul palco dell’arena del Negombo, non è solo. Con lui ci sono, infatti, ben sei coriste che entrano una ad una accompagnando alcuni delle canzoni più belle dell’artista. Stefania  Caracciolo, Serena Caporale, Claudia Arvati, Silvia Aprile, Valentina e Rossella Rurini e con loro, “cuore di aliante”,  “dagli il via”, “la vita e adesso”. «Mio padre e mia madre hanno raccontato dove hanno commesso il fatto, mi hanno iniziato a questa verità e io avevo 40 anni e un figlio. Ho cercato di immaginare come fosse il mare quel giorno in cui successe», introduce così “Io dal mare” mentre le sue coriste, con il loro canto, sembrano replicare il rumore delle onde del mare che si infrangono sugli scogli. É un concerto inventato proprio per “Iscla” con pezzi meno famosi, ma arrangiati appositamente per l’evento; è un concerto intenso e Baglioni gioca con le coriste improvvisando piccole coreografie su “Poster”, “Vivi”, “Stai su”. Qualcuno dalle case vicine spara dei fuochi d’artificio nel pieno del concerto, ma Baglioni non si perde affatto d’animo e continua a cantare ironizzando sull’accaduto che non interrompe la magia trasmessa dalla musica. «Vorrei scusarmi con chi mi ha atteso in strada o negli angoli dei corridoi vestiti da camerieri, ne sanno una più del diavolo. Non mi sono fermato per le tante cose da fare, dovevamo trovare equilibri difficili e non ho fatto quello che qualche volta faccio, fermarmi per fare un “zelfie” con la z. Ormai questo feticcio delle fotografie ha preso tantissimo piede, all’inizio c’erano più telefonini che orecchie! C’è una nostalgia delle vecchie fotografie che quando ho visto foto anni ‘50 di Ischia mi è venuto un tuffo al cuore, è un discorso da reduce lo so, ma è bello poter raccontare le storie che accadono con l’uso delle fotografie», è così che introduce “Fotografie”, accompagnato dall’entusiasmo del pubblico. Scherza con la punta del ciuffo dei capelli bagnata di sudore e umidità, qualcuno dal palco gli urla un “sei bellissimo” e il cantante sorride ancora e scherza. «É un mestiere bellissimo, vieni qui e non paghi, anzi veniamo pagati! La verità è che io non sono adatto a fare questo mestiere perché sognavo di fare il mago» e parte  “Acqua alla luna”. É mezzanotte passata e tutti sono in piedi ad applaudire, lui imbraccia la chitarra, annuncia un pit stop, ma non si ferma. “Amori in corso”, “E adesso la pubblicità”, “Noi no” cantata senza musica, ma con il pubblico che mantiene il tempo. Standing Ovation per lui che ringrazia tutti e va via con le sue coriste, ma la platea lo acclama a gran voce ed è costretto a ritornare sul palco dove canta, uno dietro l’altro, senza più fermarsi, i suoi più grandi successi, per un’altra ora di spettacolo. “Voglio andar via”, “Questo piccolo grande amore”, “mille giorni di te e di me”, “sabato pomeriggio” e altri intramontabili brani. “Buona fortuna” chiude il concerto, l’ unica data italiana tutta dedicata all’ isola verde. Solo un grande artista come Baglioni poteva tenere il palco, per ben tre ore, più di mille e seicento spettatori. Mentre la base continua, lui allunga mani per salutare il pubblico che corre sotto al palco; le prime ad andar via questa volta son le coriste, mentre lui concede un ultimo saluto ai suoi fan. Poi, fa un inchino e va via, dopo aver regalato una magica serata nel segno della musica.

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