Bagni pubblici chiusi a Casamicciola, firmata l’ordinanza

Lo avevamo ipotizzato ed in parte anticipato nell’edizione di ieri del nostro giornale e non siamo stati smentiti. Nella tarda mattinata di ieri il sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, ha firmato l’ordinanza avente ad oggetto “Chiusura dei bagni pubblici presso il fabbricato Italia ‘90” e cioè i servizi igienici che si trovano sul porto di Casamicciola e che secondo un accordo andavano tenuti puliti dalla società Traspemar che in virtù di una convenzione ha ricevuto come contropartita un box attiguo da adibire a biglietteria. Ma nel tempo, come ieri abbiamo documentato per l’ennesima volta con foto che non hanno bisogno di didascalie o commenti, questo non è mai avvenuto e anche nel ponte pasquale quei bagni si sono presentati in condizioni intollerabilmente indecenti, al punto tale che il primo cittadino è dovuto correre ai ripari.

Il primo cittadino ha imposto alla legale rappresentante della Traspemar di provvedere ad horas alla pulizia (entro le 10.30 di questa mattina), altrimenti l’ente lo farà a propria cura e rivalendosi per le spese sostenute. Proseguirà la procedura di revoca della concessione demaniale

Nel dispositivo, Castagna ordina alla sig.ra Marianna Di Costanzo, legale rappresentante della società Traspemar e a chiunque altro coobbligato “di provvedere ad horas alla pulizia mediante ditta autorizzata ed al ripristino dello stato dei luoghi”. Allo stesso modo ordina al responsabile dell’Area III del Comune di Casamicciola che “qualora la legale rappresentante della società Traspemar non vi provveda entro le ore 10.30 del giorno 22 aprile 2022 (e quindi entro stamattina, per chi non ha il calendario sottomano, ndr) di eseguire detti lavori a propria cura ed a spese di detta società”. Insomma, il problema comunque sarà risolto, salvo poi rivalersi nei confronti di chi continua a caratterizzarsi per le sue intollerabili ed inaccettabili inadempienze.

Nell’ordinanza firmata dal sindaco di Casamicciola Terme, sono riportati anche alcuni passaggi della relazione dei vigili urbani che hanno effettuato un sopralluogo presso la struttura scrivendo tra l’altro quanto segue: “Sulle porte esterne di accesso non vi era nessuna indicazione circa la presenza di bagni pubblici. La porta di accesso al bagno lato sinistro era chiusa a chiave e pertanto il locale era inaccessibile, mentre quello a destra era aperto ed incustodito. All’interno si notava immediatamente un totale stato di incuria ed abbandono oltre ad uno sgradevole e vomitevole olezzo. I due wc erano in pessime condizioni igienico sanitarie, completamente sporchi di deiezioni umane oltre ad altra sporcizia di vario tipo. Pertanto, a tutela della pubblica incolumità, si ritiene opportuno procedere alla immediata chiusura dell’accesso nelle more di una radicale pulizia ed igienizzazione dei locali”. Inevitabile a quel punto il provvedimento dettato anche da quanto previsto dal D. Lgs 267/2000, parimenti riportato nell’ordinanza sindacale e che ricorda al comma 5: “In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Le medesime ordinanze sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana”. Ovviamente, come da prassi consolidata, contro l’ordinanza è ammesso ricorso al TAR entro sessanta giorni o al presidente della Repubblica entro centoventi. Intanto, ovviamente, anche la procedura di revoca della concessione demaniale prosegue il suo corso.