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Balga, fumata nera sulla questione licenziamenti

Fumata nera dalla Torre dell’Orologio sulla questione dei licenziamenti Balga. Ieri mattina, presso la sala consiliare del Municipio di Lacco Ameno, ha avuto luogo l’annunciato incontro tra il sindaco Giacomo Pascale e i vertici dell’azienda che nell’ultimo biennio ha gestito la nettezza urbana nel Comune del Fungo. Da quanto si è appreso, la Balga è rimasta ferma sulla sua posizione circa i recenti licenziamenti disciplinari. Come si ricorderà, venerdì mattina uno dei dipendenti appena licenziati era arrivato a mettere in atto un gesto dimostrativo forte, incatenandosi in municipio con una bottiglia di benzina al collo, prima che le forze dell’ordine lo convincessero a desistere.  Da parte sua, il sindaco sembra destinato a rimanere spettatore passivo di una controversia che peraltro è già finita in mano agli avvocati. L’azienda in sostanza ha esposto al primo cittadino le stesse motivazioni sintetizzate nella nota diffusa ieri, affermando che i licenziamenti sono stati adottati per motivi disciplinari e quindi per giusta causa, per fatti non isolati ma ripetuti nel tempo,  che non solo risulterebbero «contrari ai doveri dei lavoratori ma in taluni casi rasentano la illegalità con profili che potrebbero essere anche penalmente rilevanti». L’azienda ha più volte battuto sul tasto delle numerose assenze per malattia, che avrebbero superato ampiamente la media annua registrata nelle statistiche Inps, e anzi i comportamenti dei dipendenti sarebbero stati posti in essere, secondo la Balga, proprio per mettere in difficoltà l’azienda, la quale ha fornito al sindaco una serie di informazioni sulla non facile situazione. Una situazione arrivata ormai in tribunale e che ha scavato un solco profondissimo tra società e dipendenti, al punto che diventa utopico pensare che potesse essere risolta con una “moral suasion” da parte dell’amministrazione.  Eppure, in caso di un ipotetico reintegro giudiziale dei lavoratori licenziati, con una nuova azienda aggiudicataria e un altrettanto nuovo capitolato d’appalto, la situazione potrebbe, se possibile, complicarsi ancor di più, anche per il Comune. Di tutt’altro tenore la versione dei lavoratori, che senza mezzi termini definiscono come pretestuose le motivazioni addotte per tagliare il numero dei dipendenti, con pratiche al limite del “mobbing”: toccherà al giudice decidere torti e ragioni.  Finisce dunque in modo turbolento questo biennio di appalto lacchese, tra vertenze multiple con i lavoratori, e battaglie a suon di ricorsi amministrativi con la società Team3R, che contestò sin dall’estate 2016 l’esito della gara di assegnazione del servizio.

Francesco Ferrandino

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