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Balla Dionigi

Dopo le polemiche su musica, eventi e movida, il sindaco di Barano Dionigi Gaudioso parla a Il Golfo: promuove la trasformazione del territorio comunale e si dice pronto ad apportare migliorie e correttivi, pur ribadendo che il solco tracciato è quello giusto. E poi è perentorio: «Impossibile considerarci località turistica di livello senza attrattive per i giovani»

Dopo quanto accaduto negli ultimi giorni, avrà intuito che questa chiacchierata ruoterà attorno a movida, divertimento e simili. Parto proprio dalle recenti polemiche, che a molti sono sembrate oggettivamente un po’ pretestuose. Lei fino ad ora non si è espresso, posso chiedere qual è la sua opinione?

«Sono sempre dell’opinione che anche da critiche o polemiche bisogna prendere spunto per cercare di apportare eventualmente correttivi e miglioramenti. Mi dispiace se per qualcuno ci sono stati disagi, ma alla fine è stato oggettivamente riconosciuto che determinati eventi hanno rappresentato un qualcosa di estremamente positivo. Mi riferisco alla Pinetella ma anche alle serate che hanno caratterizzato l’estate nella Baia dei Maronti. Ripeto, se c’è qualcosa da correggere ci lavoreremo su, ma credo che la strada tracciata da qualche anno sia assolutamente quella giusta e non sta portando vantaggi soltanto al Comune di Barano ma all’intera isola, per tutta una serie di motivi».

Ce ne elenca qualcuno?

«Guarda, noi non possiamo pensare di considerarci una realtà turistica senza alcuna attrattiva per i giovani, altrimenti credo che perderemo una ferra di utenza decisamente importante. Tra l’altro bisogna tenere in debita considerazione il fatto che spesso i giovani trasportano con sé anche i familiari più adulti. Insomma, l’indotto economico che si muove è importante, trascurarlo sarebbe un errore grave».

Quanto la inorgoglisce il fatto di aver tolto a Barano l’etichetta di Comune “dormitorio” e nel contempo quanto credeva che le iniziative poste in essere dalla sua amministrazione potessero avere un impatto così forte? Oggi il territorio sembra quasi essere diventato un fulcro del divertimento sull’isola…

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«Io ci credevo e ci speravo: sono stato anche fortunato, perché alcuni imprenditori importanti anche da altri Comuni hanno deciso di venire a investire a Barano. Spesso mi sono confrontato e mi confronto tuttora quotidianamente con loro, che hanno riscontrato la disponibilità da parte dell’amministrazione. Confesso, per me è davvero piacevole quello che sta succedendo: io sono baranese doc, ricordo che da ragazzo ero costretto anche durante l’estate a dovermi spostare in altre zone dell’isola per divertirmi. I Maronti chiudevano alle sette di sera, oggi non è più così: si può andare in spiaggia per un aperitivo, per cenare, per trovare diverse forme di intrattenimento. Abbiamo restituito alla pubblica fruizione notturna la Pineta, insomma in due o tre anni davvero abbiamo svoltato scrollandoci di dosso l’etichetta a cui facevi riferimento»

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Una bella notizia è rappresentata anche dal fatto che è aumentata la qualità dei frequentatori della movida ischitana, che fino a qualche anno fa era una categoria perennemente (e spesso anche giustamente) demonizzata. Nello specifico che idea si è fatto?

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«Posso risponderti con contezza per quanto riguarda Barano, che territorialmente ha un vantaggio non da poco: il nostro territorio è lontano dalle aree portuali. Spesso la nostra movida si caratterizza anche per una fascia anagrafica leggermente più grande. Non si tratta proprio di ragazzini, ai quali comunque pure abbiamo dedicato la giusta attenzione con una serie di feste a tema. Ho partecipato spesso agli appuntamenti promossi sul territorio, anche per capire, vedere di persona, eventualmente comprendere dove intervenire per apportare correttivi. Ho fatto qualche incontro il giorno successivo agli eventi, ma è filato tutto per il verso giusto. E di questo devo ringraziare innanzitutto le forze dell’ordine (polizia, carabinieri, il comando di polizia municipale), i volontari e tutti quanti hanno collaborato e dato un valido e significativo apporto».

Lei quest’anno, tra l’altro, andando in controtendenza rispetto ad alcuni suoi colleghi sindaci, ha puntato senza mezzi termini sul “Ferragosto on the beach”, lasciando aperta la spiaggia dei Maronti. Una scelta che ci pare di capire abbia decisamente pagato.

«Questa è una decisione sulla quale, credimi, ho riflettuto a lungo. L’avevo fatto lo scorso anno, l’ho rifatto in questo 2024. Non mi andava di chiudere la spiaggia anche perché poi bisogna pur porsi un interrogativo: questi ragazzi, questi giovani, ma anche chi ha qualche annetto in più, cosa dovrebbe fare a Ferragosto? Gli arenili tradizionalmente sono una consuetudine e dunque porre delle limitazioni mi sarebbe sembrato sbagliato. La spiaggia dei Maronti era pienissima, tutti si sono divertiti responsabilmente, non è successo nulla, tra l’altro abbiamo organizzato anche un buon servizio di pulizia il giorno dopo di buon mattino grazie allo staff della Barano Multiservizi che ha svolto veramente un lavoro egregio. Così i Maronti si sono presentati in condizioni perfette per chi si è recato in spiaggia il giorno 16».

Le faccio l’ultima domanda, che forse è anche la più difficile. Arrivati a questo punto Barano, grazie alle sue bellezze naturali, ai suoi spazi e anche ad eventi pure molto selettivi, può davvero alzare l’asticella e candidarsi a diventare epicentro della movida con la “emme” maiuscola sull’isola?

«Non è nostra intenzione voler essere alternativi a qualcuno o cercare di colmare un buco che magari si è creato sull’isola. Però una considerazione mi va di farla: adesso ho una certa età, quando ero giovane c’erano tante discoteche che oggi sono scomparse, e poi noto che c’è questa voglia di stare all’aperto. Sì, gli eventi “open” tirano e funzionano tanto, lavoreremo come detto per migliorare ma a questo punto anche per completare una determinata offerta. Sono particolarmente fiducioso del fatto che Barano potrà dare questo contributo all’intera isola aiutando magari anche gli altri Comuni».

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