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Bandi di gara per le Terme, Basentini: chiediamo rispetto

di Marco Gaudini

 

LACCO AMENO – Tra i più preoccupati per gli ultimi sviluppi della Regione Campania sulla vicenda delle concessioni delle fonti termali, vi sono certamente gli albergatori. Imprenditori, che da anni hanno costruito, strutture, tirato su, molte volte con sacrificio e dedizione, aziende che oggi vedono potenzialmente lesi i loro diritti, o almeno messi in discussione tutti i loro sforzi, sorti proprio dall’utilizzo della risorsa termale. Come abbiamo spiegato, infatti, dopo l’approvazione dell’ultima Delibera Regionale, una struttura alberghiera che con una regolare concessione ha utilizzato una fonte termale, potrebbe, dopo la procedura di evidenza pubblica, vedere quella fonte “affidata” ad un soggetto terzo, al quale, quindi dovrebbe riconoscere una sorta di royalty. Chi non ci sta a “subire” uno scenario del genere, certo che non si possa trascurare il lavoro di una vita, volto anche alla valorizzazione di una risorsa tanto importate per la nostra isola, è l’imprenditore, Bruno Basentini, che in merito a questa spinosa questione ha dichiarato:«l’approvazione della Delibera non ha nessun valore, perché mancando il piano delle acque, quello che è stato fatto è privo di ogni valore. La Regione d’intesa con l’ASL, ha nominato una commissione che io mi auguro sia composta da esperti del settore, che deve studiare il piano delle acque. Senza questa premessa, non credo si possano fare altri ragionamenti.  Nessuna Delibera può infatti determinare una gara, se non sappiamo prima quanta acqua c’è in una fonte. Quello che sta accadendo è un modo per andare avanti, ma bisogna a mio avviso fare molta attenzione. La cosa più grave, infatti, – aggiunge il dott. Basentini – è che non hanno preso in considerazione l’annullamento della direttiva Bolkestein per la risorsa termale così come fatto invece per il demanio marittimo. Ritengo infatti assurdo, che questa procedura sia stata attuata solo per la vicenda delle acque termali e minerali, insomma se non vale per le spiagge, logicamente non deve valere neanche per le acque termali. Poi c’è un altro aspetto che deve essere valutato – precisa Basentini – le fonti non possono essere messe a gara se fanno parte della mia, o come delle altre proprietà di coloro che hanno strutture termali. Dal mio punto di vista l’affidamento ad un soggetto terzo di una fonte termale, è un “rischio” che non si pone minimamente,  perché è una cosa illogica. E’ dal 1961 che sono proprietario di questa struttura e non permetterò a nessuno di entrare nella mia proprietà, dove ho fatto negli anni tanti investimenti. Non capisco poi – precisa Basentini – la disparità di trattamento tra il nord ed il sud. Non vedo per quale motivo, infatti, nel Veneto ad esempio, non si sono fatti questo problema e qui dobbiamo attuare una direttiva che indubbiamente penalizza le imprese che danno lavoro. Se la cosa pubblica è stata gestita male negli anni, non possiamo noi pagarne le conseguenze. Noi vogliamo stare solo tranquilli ed avere degli amministratori che ci ascoltano con i quali possiamo dialogare. Nessuno è infatti venuto sull’isola ed ha chiesto il nostro parere o ci ha illustrato la situazione, eppure questa del termalismo è una risorsa economica e sanitaria importante. Si è parlato con dei singoli, ma che evidentemente non hanno ben compreso dopo anni la questione. Utilizziamo, con regolare concessione, un bene pubblico per il quale paghiamo un canone ogni anno. Per non parlare poi dei riflessi sanitari relativi all’utilizzo delle terme e della vergogna dei tetti di spesa, imposti dalla Regione. Noi come rispettiamo tutti,  chiediamo rispetto!» – ha concluso Bruno Basentini.

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