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Barano, 30 anni fa la scomparsa della Preside Anna Baldino

Trent’anni mercoledì. Tanti ne sono passati dalla scomparsa della Preside Anna Baldino, figura di grande spessore culturale che ha formato generazioni di studenti. Fu la prima donna laureata sull’Isola d’Ischia e raggiunse tale meta per la sua forte volontà e per la radicata personalità che le dava la consapevolezza delle potenzialità da mettere a servizio della società civile. Aveva così superato il pregiudizio verso il sesso femminile, quando le donne in genere si fermavano al diploma magistrale. Subito dopo la laurea, fu tra i primi vincitori, su scala nazionale, del concorso per la cattedra del Latino e del Greco, che incominciò ad insegnare presso il Ginnasio di Ischia.

Nel 1952 divenne Preside della  Scuola Media Statale ”Giovanni Scotti”  e Preside incaricata del Liceo Classico di Ischia, Sezione Distaccata del Liceo Umberto di Napoli. Con molto impegno, si battè per conseguire la sua autonomia, che fu riconosciuta nel  1954. Fu in prima fila  in una lunga battaglia per la scelta del sito che fu identificato, di concerto con il Provveditore agli Studi  di Napoli e con il Sindaco di Ischia, in Via Michele Mazzella ove nacque la prima cittadella scolastica: scuola media e liceo classico, vicini fra loro.

Precorse i tempi e fondò le sedi distaccate  della Scuola Media negli altri comuni dell’Isola d’Ischia e segnatamente  di Barano, Casamicciola e Forio. Esse nacquero agli inizi degli Anni Sessanta  ed avviarono la trasformazione della scuola media in scuola dell’obbligo nel 1968.  Era fermamente convinta che la cultura fosse strumento di crescita, la sola idonea a garantire all’uomo la libertà e la valorizzazione della democrazia per effetto della consapevole partecipazione dei cittadini alla vita delle Istituzioni.

Con costanza, sollecitò l’impegno degli insegnanti nell’approfondimento della Educazione Civica mediante diffusione della conoscenza delle Istituzioni e dei loro meccanismi partecipativi. Ritenne sempre che il progresso civile della società passa attraverso la conoscenza della storia dell’uomo e delle sue radici, sulle quali solo è possibile costruire l’avvenire. Ma nonostante il forte impegno scolastico la famiglia rimase sempre al centro delle  sue  attenzioni. Non tralasciò  mai la guida dei suoi figli, ai quali sollecitò sempre l’impegno negli studi e nel lavoro.

Il tempo non ha cancellato il suo ricordo che, ancora oggi a 30 anni della sua morte, viene ricordata  quale esempio di cultura, severità e dolcezza, al tempo stesso, d’impegno  nella formazione delle nuove generazioni ed, in particolare, dei nuovi professionisti, nell’opera di promozione e  miglioramento delle istituzioni scolastiche  a beneficio di tutti i cittadini.

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Due anni fa l’Amministrazione Comunale di Barano del Sindaco Paolino Buono decise di intitolarle l’Istituto Comprensivo di Via Vittorio Emanuele, togliendo lo scettro a Totò, ma non senza polemiche da parte della famiglia del Principe De Curtis.

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A dicembre scorso si svolse la cerimonia d’intitolazione tra varie autorità e prestigiosi interventi che ne ricordarono la figura. La famiglia donò un mosaico che riproduce Enea con il padre Anchise sulle spalle ed il figlio Ascanio per mano in fuga verso la libertà, ove poi sarebbe nata la civiltà romana. Una scena simbolo dell’Eneide di Virgilio, icona di libertà, di amore e unità familiare e che la Preside avrebbe voluto riprodurre sulla facciata esterna dell’ex Liceo Classico.

 

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