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Di Vaia non ha dubbi: «La giunta politica? Non può dipendere dal valzer delle sentenze»

Partiamo dal balletto De Luise-De Siano per il posto in consiglio comunale. L’epilogo di questa vicenda è visto ed atteso come una sorta di spartiacque in quanto rappresenterebbe il tassello mancante per consentire al sindaco di varare finalmente una Giunta politica. Ma nel frattempo questa confusione quanto incide sulla quadratura del cerchio?

«L’amministrazione in questo momento deve avere necessariamente una posizione terza rispetto a queste vicende dal momento che si tratta di rivendicazioni di due candidati che mentre si contendono la carica di consigliere comunale rappresentano comunque entrambi una risorsa per la nostra compagine. I fatti che si stanno generando e succedendo per capire chi avrà diritto ad accedere al civico consesso non possono rappresentare un freno per gli intendimenti di questa amministrazione, che sono quelli di lavorare con umiltà e a testa bassa sui problemi che affliggono il paese, sfruttando le migliori risorse premiate dal corpo elettorale lo scorso mese di maggio. Non credo, in ogni caso, che questo braccio di ferro possa e debba condizionare l’eventuale composizione di un esecutivo politico: parliamoci chiaro, non si può essere a rimorchio da sentenze che arrivano quotidianamente».

Questa tra l’altro è una richiesta che arriva anche da gran parte degli stessi consiglieri comunali di Ischia.

«Certo, ed è comprensibile: non si può sottovalutare il fatto che ci siano persone che oggi vogliono vedere riconosciuto il  proprio impegno speso in campagna elettorale e la propria aspirazione a rivestire un ruolo centrale nella futura azione amministrativa, per cui vanno contemperati i diversi aspetti che devono poi delineare l’assetto amministrativo. Che però, mi piace sottolinearlo, a mio avviso allo stato dell’arte sta funzionando bene. Personalmente ritengo infatti che, nonostante  le tante difficoltà che si sono dovute affrontare, l’amministrazione sia riuscita a mettere ugualmente bene in campo varie iniziative a favore del territorio e che sono state apprezzate dalla popolazione. E questo anche senza la giunta politica. Quindi, a prescindere da quello che succederà, quel che importa è proseguire sul solco tracciato».

Secondo te, dopo l’ingresso di Maurizio De Luise o quello di Valeria De Siano in consiglio comunale, servirà anche a stabilire il peso “giosiano” più o meno rilevante nella futura maggioranza  e quindi il rischio eventuale di creare una sorta di contrapposizione tra il sindaco in carica e quello precedente?

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«Questa contrapposizione non ha motivo di essere, a prescindere da come si evolverà e chiuderà questo contenzioso giudiziario. Non bisogna dimenticare, infatti, che Giosi Ferrandino dopo i suoi dieci anni da sindaco ad Ischia ha voluto fornire un apporto determinante al progetto politico de “La Bella Ischia”. Una delle liste che hanno concorso alla vittoria nelle ultime elezioni è stata creata  proprio grazie al suo impegno. Per cui considero Giosi un amico di questa maggioranza. D’altro canto comunque non si può neppure pensare di mettere da parte o relegare in un angolino la sua figura, sarebbe ingiusto nei suoi confronti e nei confronti del progetto da lui stesso creato».

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Tu hai assistito da spettatore interessato a quello che accadde il 30 marzo del 2015. A distanza di meno di tre anni vedere una sentenza di assoluzione con la formula più ampia, che rabbia fa e soprattutto a quali riflessioni ti induce?

«Che rabbia fa, dovresti chiederlo soprattutto a Giosi Ferrandino. Quanto alla riflessione che mi viene spontanea, invece, penso che all’epoca facemmo bene a tenere duro e a non consegnare  il Comune e dunque il paese nelle mani del Commissario prefettizio.  La giustizia ha fatto il suo corso e oggi col senno di poi sono ancora più convinto che abbiamo preso la strada giusta anche se fu un sentiero pericoloso. Mi auguro che adesso anche l’immagine della nostra isola possa uscire pienamente riabilitata da questa sentenza».

Molti, e tra questi anche alcuni esponenti della stessa maggioranza, sostengono che Enzo Ferrandino sia un sindaco che ha però ancora la forma mentis da consigliere comunale. Tu che hai un rapporto di lunga data con lui e sei stato tra coloro che  maggiormente si  sono battuti per la sua candidatura a primo cittadino, cosa ne pensi di questa sorta di identikit?

«Credo che il ritratto con il quale venga disegnato Enzo Ferrandino, nel caso di specie, non sia assolutamente rispondente alla realtà.  Non dimentichiamo che le prime fasi di questa amministrazione ci hanno visto impegnati in momenti convulsi e soltanto in quei frangenti è mancata la collegialità delle decisioni. Il sindaco, d’altronde, è anche colui che ha un quadro più chiaro della situazione, quindi evidentemente se ha ritenuto di agire in un certo modo in determinati contesti è perché effettivamente forse mancavano le condizioni ideali per giungere ad una soluzione in tempi celeri. C’è da dire, comunque, che anche noi consiglieri dobbiamo essere pronti ad assumerci le nostre responsabilità in quanto credo che non siamo stati in grado di mettere  Enzo Ferrandino nella condizione di agire diversamente da come ha fatto. Trovare nel sindaco un capro espiatorio, insomma, mi pare più che altro una sorta di alibi. Che non regge».

Le pedine di recente mossesi all’interno della maggioranza con la composizione di un nuovo gruppo consiliare possono rappresentare un segno  di malessere della compagine amministrativa o preoccupano poco o nulla?

«Non entro nel merito di dinamiche che vengono attuate nelle altre liste. In ogni caso ho motivo di pensare che simili “movimenti” non siano assolutamente funzionali al conseguimento di maggiori “agibilità” di carattere personale. Auspico, piuttosto, che si tratti di assestamenti utili al limite a migliorare tenuta e stabilità della compagine di governo oltre che la capacità di conseguire significativi risultati nell’azione amministrativa».

Ultima domanda. Nell’ ottica di quella che dovrebbe essere la trasformazione da giunta tecnica a politica, uno dei nomi più gettonati è stato proprio il tuo e addirittura si pensa che potresti rivestire la poltrona da vicesindaco. Di fronte a queste voci di corridoio come si pone Luigi Di Vaia?

«La formazione della giunta deve essere concordata e condivisa con l’intera compagine amministrativa. Sono sempre stato dell’idea che quando ci si pone al cospetto dell’elettorato bisogna essere pronti ad assumersi anche delle responsabilità. Sono una persona a cui interessa porre in essere un’azione amministrativa concreta, attiva e dinamica per cui qualsiasi sia il ruolo che mi affideranno e ricoprirò nei prossimi anni cercherò di essere coerente con questo principio. Per quanto concerne la carica di vicesindaco ci sono tante personalità  tra i consiglieri eletti  che hanno l’autorevolezza necessaria a rivestire quel ruolo, per cui ne parleremo tutti insieme quando sarà il momento. Se comunque dovessero affidarmi tale incarico lo accetterò di buon grado…».

Gaetano Ferrandino

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