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Barano, Ivano Di Meglio e l’arte della fotografia: uno stato d’animo dietro lo scatto

Non una foto, ma uno stato d’animo. Oscillano tra arte e comunicazione gli scatti di Ivano Di Meglio, il fotoreporter baranese che riesce nella difficile missione di far parlare i suoi scatti senza usare le parole. C’è sempre un’emozione dietro le quinte di una fotografia del 31enne fotoreporter. Non sono volti, ma ritratti, non panoramiche, ma dipinti. Pagine di facce, righe di espressioni colti in una smorfia nello spazio di un istante che parleranno per sempre. C’è una profondità in ogni istantanea, un messaggio, uno sguardo eterno. Fotografare è comunicare, trasmettere i particolari con le note della sensibilità.

È stata una macchina fotografica a far nascere la passione ad Ivano Di Meglio, un po’ per caso, un po’ da sempre affascinato dall’arte visiva. «È nata così la mia passione, con un regalo – racconta il giovane fotoreporter di Barano – la fotografia racconta sempre, soprattutto quelle che catturano la spontaneità, una smorfia. Per me lo scatto è uno studio continuo e c’è sempre uno stato d’animo dietro una fotografia. Cerco di raccontare la quotidianità con l’occhio nell’obiettivo. E sono spesso le persone più emarginate a parlare molto in uno sguardo, in una smorfia rispetto a chi appare “normale”, concetto, a dire il vero, che andrebbe rivisto. La foto è un sentimento, racconta sempre un mio stato d’animo e lo scopo è quello di comunicarlo».

«Le immagini parlano da sole – spiega Di Meglio – sono sempre quelle più semplici e spontanee a trasmettere maggiormente. Prediligo i volti nei miei scatti, parlano di più ed hanno molto da raccontare, ma anche i paesaggi spesso sono in simbiosi, abitano dentro un’emozione. La foto è una ricerca continua, uno studio infinito del proprio equilibrio e di ciò che voglio comunicare e ciò che gli altri percepiscono. E’ il mondo che appare ai miei occhi e spesso in un’espressione c’è un mondo complesso che va esplorato e approfondito. C’è sempre un timore davanti ad una macchina fotografica, una sorta di paura a farsi immortalare e per me la foto non è solo un ricordo, ma va ben oltre. In primavera allestirò la mia mostra – conclude l’artista – ma ho ancora da definire tempi e luoghi».

Ad Ivano basta poco a far raccontare un volto, a cominciare il viaggio dentro uno sguardo, percorrendo una ruga e la colonna sonora è sempre il silenzio. Non parole, ma istantanee dove s’annidano labirinti di emozioni, coriandoli di stati d’animo che cominciano a raccontare proprio tra le pagine di un libro che non racchiude parole. Le fotografie del fotoreporter di Barano si possono leggere solo guardando e cercando di scrutare lo stato d’animo che si nasconde dietro le quinte di quello scatto. Un mistero continuo che affascina e travolge, mentre il film della vita scorre via come il fiume. Tra una foto di uno sguardo che racconta l’eternità. L’attimo fuggente, ma immortale.

Luigi Balestriere

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