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Barano, scomparsi i trenini: Paolino Buono denuncia la “Tasso”

Sono scomparsi i due trenini di Barano. Ancora una volta ci proverà il Tribunale a riportarli sul binario di ritorno. Questa volta, però, sarà la Sezione Penale di Torre Annunziata ad occuparsi del caso. Il Sindaco Paolino Buono, infatti, passa alla linea dura e proprio ieri mattina ha denunciato la Cooperativa Tasso di Sorrento per appropriazione indebita ed inottemperanza delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria.

Nelle scorse settimane, infatti, l’Ufficiale Giudiziario non ha potuto dare esecutività al decreto ingiuntivo che avrebbe portato sull’isola i due mezzi comunali. Il dispositivo era stato concesso nei mesi scorsi dal Tribunale della cittadina vesuviana territorialmente competente che aveva accolto la tesi dell’Avvocato Ciriaco Rossetti. Giunto in Penisola Sorrentina, però, il funzionario incaricato non ha trovato i due mezzi.

Da qui l’ira del primo cittadino di Barano che ha deciso di trascinare la cooperativa sorrentina nelle aule Tribunale.

La storia nasce nel marzo 2014, quando l’Ingegnere Pino Di Meglio, all’epoca anche Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, trovò la soluzione geniale di trasferire a Sorrento le due motrici ed i quattro vagoni attraverso un canone di locazione di 6mila euro ciascuna. Il fitto scadde a dicembre dello stesso anno, ma i due mezzi della Dotto Trains non hanno più fatto ritorno a Barano. I due trenini su gomma furono acquistati nel 2009 dall’Amministrazione Comunale del Sindaco Paolino Buono per 400mila euro. Una cifra che non fu scucita dal bilancio comunale, ma utilizzando i fondi Dupim. Si trattò di un acquisto non particolarmente benedetto, perché non hanno mai percorso un metro per le strade del Comune. Anzi, sono rimasti fermi alcuni anni, trasformati in depositi di polvere e insetti variamente assortiti. Quella scelta si rivelò una poco luminosa idea. L’intenzione era quella di collegare Testaccio con Maronti, ma si rilevò impraticabile.

E oggi, prima di ritornare in chissà quali condizioni a Barano, dovranno prima fermarsi sul binario morto delle aule del Tribunale.

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Luigi Balestriere

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