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“Pithekoussai e l’Eubea tra Oriente e Occidente”: al via a Lacco Ameno il Convegno internazionale

Gianluca Castagna | Lacco Ameno – La riscoperta delle nostre radici e dell’identità di due popoli; la forza del passato per costruire un futuro di condivisione e civiltà; la tutela e la valorizzazione di beni culturali, storici, artistici ed architettonici che derivano da questo antico, ma immortale connubio, e che vanno raccontati in chiave di rilancio turistico. Soprattutto la rilettura di un’impresa senza precedenti: quella degli Eubei, greci temerari e indomiti che, solcando il Mediterraneo da Oriente a Occidente, e punteggiandone le coste di insediamenti e colonie già a partire dall’VIII sec. a.C., affrontarono e vinsero la sfida di fondare un nuovo mondo, di cui l’isola d’Ischia fu avamposto primario di terra e prospettive.

Da domani fino al 17 maggio avrà luogo a Lacco Ameno (presso l’Auditorium “Leonardo Carriero”, Albergo della Regina Isabella), il Convegno Internazionale “Pithekoussai e l’Eubea tra Oriente e Occidente”, prestigioso appuntamento di studio e confronto organizzato dal Comune di Lacco Ameno, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” . All’incontro parteciperanno studiosi italiani e stranieri che lavorano da tempo sul tema della colonizzazione greca e in particolare sui rapporti tra l’Eubea, madrepatria di Pithekoussai, e l’Occidente.
Il convegno prevede sei sezioni tematiche destinate a illustrare i più recenti scavi condotti in Grecia e nelle aree interessate dai contatti con l’Eubea e le novità che emergono da nuovi e importanti studi condotti su Ischia e su Cuma, mettendo in luce quella fitta rete di contatti e di scambi che, lungo le rotte del Mediterraneo, metteva in comunicazione le coste dell’Oriente e dell’Occidente.
Scopo dell’iniziativa è la valorizzazione dell’eccezionale patrimonio culturale dell’isola di Ischia, in passato come oggi importante crocevia di genti e di culture diverse; specchio di una comunità aperta (forse perfino più di oggi), la cui importanza e centralità nella storia del Mediterraneo affondano le radici nella fecondità delle dinamiche interculturali.

Il fenomeno delle migrazioni era da sempre piuttosto frequente in aree come quelle ellenistiche ed egee. Dovuto in gran parte a particolari condizioni geografiche, e quindi politiche, interne a esse: incursioni da parte di popoli nomadi, provenienti dalle zone settentrionali; scarse risorse territoriali; e, com’è ovvio, la presenza invitante del mare, quel Mediterraneo che rappresentava (e rappresenta) tuttora un ponte che connette(va) terre e regioni attigue, spesso geograficamente simili.
Come quasi tutti gli eventi di grande portata, anche la presenza ellenistica nel Sud Italia non ebbe perciò un’unica motivazione, bensì molte altre ragioni concomitanti: dallo sviluppo dei commerci, nei periodi immediatamente precedenti, all’affermarsi, più in generale, di un certo “spirito di avventura”, molto probabilmente risvegliato proprio dai traffici.
Della nostra civiltà futura, c’era già tutto: lo spirito di impresa, il coraggio e il rischio, il senso del bello e la spinta a varcare i limiti della conoscenza, la capacità di fondere e inglobare altri popoli, di imparare sempre a reinventarsi. Ischia doveva essere una destinazione elettrizzante, nell’ VIII sec. a.C: un porto vivacissimo in cui si incrociavano mercanti di ogni provenienza. Nelle colonie fondate dagli Eubei, il commercio, l’agricoltura e l’artigianato furono subito floridi. I contatti con la madrepatria si fortificavano anno dopo anno: dalla Grecia, infatti, gli Eubei importavano manufatti, opere letterarie, marmo. Non solo: l’arte, la letteratura e la filosofia elleniche influenzarono in modo decisivo la vita delle colonie al punto di farle giungere allo stesso livello di istruzione e ingegneria.

Nel convegno che parte domani, curato da Teresa E. Cinquantaquattro (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli), Matteo D’Acunto (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) e Cecilia Prota, Assessore alla Cultura del Comune di Lacco Ameno (Ischia) grazie a risorse messe a disposizione dalla Regione Campania con fondi a valere sul POC Campania 2014/2020, si ritornerà anche su quale sia stato il carattere di Pithecusae e il suo rapporto con la “dirimpettaia” Cuma, la prima colonia di fondazione ellenistica, risalente al 720 a.C. ed occupata subito dopo l’avamposto di Pithekoussai : se quest’ultima, dunque, debba considerarsi come un insediamento di artigiani e mercanti, e costituisca quindi l’espressione e l’epilogo della vicenda pre-coloniale; o se invece essa possa ritenersi una vera e propria polis, alla stregua delle città della madrepatria e delle fondazioni coloniali come Cuma. Riflettori puntati dunque anche su Kýmē, sul ruolo assunto dalla colonia – in rapporto con Pithecusae e da questa condizionato – nel duplice aspetto di scalo commerciale in posizione nevralgica lungo le rotti mercantili per l’approvvigionamento di minerali di florido centro agricolo. Un’occasione per fare il punto anche sui reperti archeologici finora rinvenuti, malgrado gran parte dell’antica città sia ancora seppellita e ogni anno nuovi scavi rivelino molte, entusiasmanti sorprese.

«Il convegno nasce dall’abnegazione e dalla costanza dell’assessore al Turismo e alla Cultura Cecilia Prota» ha dichiarato il Sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, «e si inserisce in un progetto più ampio, “Torri in festa, Torri in luce”, che abbiamo presentato perché riteniamo sia l’unica manifestazione che accende i riflettori sull’aspetto meno conosciuto dell’isola d’Ischia, quello del patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico. Un’iniziativa che nasce per investire risorse all’interno del territorio per valorizzare tutti i siti di interesse culturale che riteniamo di avere qui a Lacco Ameno. In questa prospettiva abbiamo trovato la convinzione istituzionale piena della Soprintendenza, in particolare della dott.ssa Cinquantaquattro e della dott.ssa Gialanella, che hanno apprezzato gli sforzi che il Comune di Lacco Ameno, nonostante il dissesto finanziario, sta profondendo da tempo per cercare di valorizzare questi siti. Abbiamo già dimostrato di volerlo fare, chiaramente con tutti i limiti che l’Ente attraversa. Le presenze sono in aumento anche grazie alle manifestazioni culturali che l’Assessore Prota ha curato in questi anni e che ripeteremo anche nei prossimi mesi. E’ evidente – ha continuato Pascale – che questo convegno e gli illustri personaggi del mondo accademico, anche internazionali, che ci onorano con la loro presenza, daranno lustro e risonanza al lavoro di tutela e valorizzazione che intendiamo fare. E che deve uscire fuori dall’isola. Mai come in questo momento c’è bisogno di una comunicazione positiva che esalti i nostri tesori archeologici e culturali di cui non si parla a sufficienza, concentrandoci solo su mare e terme. L’isola d’Ischia, e in particolare Casamicciola e Lacco Ameno, hanno la necessità impellente che passi un messaggio diverso, positivo e più ampio. Oggi, per i noti accadimenti, non godiamo di questa grossa cassa di risonanza positiva, per questo è necessario invertire la rotta. Cultura, storia e archeologia, come sono certo dimostrerà l’appuntamento di questi giorni, possono aiutarci».

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«Questo convegno – ha confermato l’Assessore Cecilia Prota – rappresenta un’occasione importante per la nostra isola. Restituiamo alla nostra terra quel ruolo centrale a livello internazionale che gli fu attribuito da Giorgio Buchner attraverso gli scavi che quest’ultimo condusse tra il 1952 ed il 1982, alla luce dei risultati derivanti da recenti studi su Ischia e Cuma. La grande sinergia che è venuta a crearsi tra il Comune, la Soprintendenza, l’ Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ed il MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dimostra che in questi anni abbiamo lavorato nella giusta direzione. L’obiettivo è quello di valorizzare l’eccezionale patrimonio culturale dell’isola di Ischia, in passato come oggi importante crocevia di genti e di culture diverse. Domani, subito dopo la chiusura dei lavori della prima giornata del convegno, seguirà una visita al Museo dove è stata allestita una prima parte della mostra archeologica “Pithekoussai, tra Oriente ed Occidente”, sulla parte ancora inedita della necropoli di San Montano e che sarà completata entro l’estate grazie alla collaborazione del Museo Archeologico di Napoli».
Per la Soprintendente dott.ssa Cinquantaquattro «gli scavi archeologici dell’isola d’Ischia hanno cambiato totalmente la storia dell’archeologia del Mediterraneo. Ancora oggi, con le sue necropoli, Pithecusae rappresenta un caposaldo per la cronologia delle civiltà antiche. Greci, orientali, fenici: l’interculturalità di quest’isola è il suo tratto essenziale, un’importanza (e una vocazione) di cui non dobbiamo dimenticarci mai».

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