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Basta con i rifiuti a Citara, la “carica” degli albergatori foriani

FORIO – Costruttiva, dai contenuti forti ma non troppo, con un arrivederci a breve scadenza ma soprattutto con una folta partecipazione. Una trentina di persone ha partecipato ieri pomeriggio all’assemblea pubblica indetta al Royal Palm per approntare una serie di iniziative da adottare contro la scandalosa situazione del belvedere di Citara e Cava dell’Isola, che continua ad essere uno scempio a cielo aperto dinanzi al quale l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Del Deo proprio non riesce a trovare soluzioni adeguate, con l’aggravante di averle però promesse a più riprese. Il dato più confortante è che, contrariamente a quanto si temeva alla vigilia, la quasi totalità dei presenti erano operatori turistici del settore alberghiero: tra i presenti, inoltre, il presidente della Confesercenti Francesco Pezzullo, il consigliere comunale di minoranza Domenico Savio e il battagliero Augusto Coppola.

Nel tracciare il resoconto, per una volta, partiamo dalla fine. I presenti hanno convenuto di stilare un documento che alla fine si trasformerà in una petizione: l’obiettivo è quello di raccogliere, tra residenti e turisti, un numero enorme di firme (anche attraverso i moderni strumenti che mette a disposizione il web) da indirizzare proprio al palazzo municipale del Comune del Torrione. Nella speranza che magari, di fronte ad una sollevazione di popolo, chi di competenza si svegli dal torpore nel quale sembra essere improvvidamente precipitato. E’ per questo motivo che coloro che hanno partecipato all’assemblea si sono dati appuntamento a martedì prossimo, 13 settembre: nella circostanza la petizione, o meglio il suo testo, sarà redatta e già dal giorno successivo si partirà con la raccolta dei preziosi “autografi”. E c’è già chi, nel tardo pomeriggio di ieri, uscendo dalla struttura ricettiva location dell’incontro, si è sbilanciato promettendo addirittura di raccogliere un migliaio di firme.

Ma nel corso del dibattito, per la verità, sono emersi anche una serie di altri aspetti, ai quali pure sarebbe il caso di dare una risposta e in tempi celeri. E’ accaduto quando ci si è chiesto, ad esempio, dove finisse il percolato che veniva raccolto con dei secchi nel parcheggio delle Pietre Rosse. Dato l’alto tasso di “drammaticità” del quesito, nessuno se l’è sentita di abbozzare un’ipotesi o dare una risposta, e forse è davvero meglio così. Ma è altrettanto indubbio che su questa, come su molte altre zone d’ombra, prima o poi occorrerà fare chiarezza.

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