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Benzina alle stelle, la rabbia: «Per fare il pieno dovremo vendere la macchina»

I prezzi del carburante schizzano in maniera paurosa e la gente sull’isola è sempre più esasperata: e così esplodono sentimenti di indignazione e rassegnazione per un trend che appare inarrestabile. E i dati recenti del Mise evidenziano come Ischia sia sempre più cara del resto d’Italia

«Continua a salire il prezzo della benzina, oggi per fare il pieno ho dovuto vendere la macchina». È solo uno dei commenti ironici che circolano sul web accanto all’immagine che indica il costo del prezzo della benzina registrata sull’isola. Gli aumenti sono noti a tutti ma ad Ischia sono ancora più evidenti quando si legge che per un litro di verde bisogna pagare fino a 2,189 e 2,129 per un litro di diesel. Prezzi che fino a qualche anno fa sarebbero stati inimmaginabili. Così come lo sono tutt’ora anche in altre zone d’Italia. È di due giorni fa l’ultima rilevazione del Mite, Ministero per la transizione ecologica, che certificano come la benzina la settimana scorsa abbia viaggiato verso quota 1,8 euro al litro, mentre il gasolio si stia sempre più avvicinando alla soglia di 1,7 euro al litro. Nello specifico il prezzo medio della benzina in Italia alla pompa self service è aumentato nell’ultima settimana di circa 1,8 centesimi, da 1,778 euro a 1,797. Quello del diesel è salito di 2,0 centesimi, da 1,647 a 1,667 euro. Ai prezzi nazionali bisogna aggiungere, sull’isola, in media, circa 50 centesimi in più. Cifra che rappresenterebbe il costo del trasporto del carburante. L’aumento registrato nell’ultimo mese è davvero vertiginoso.  

All’Agip di via Provinciale Forio -Lacco, ad esempio, già dal 6 gennaio il costo della benzina verde servita ha superato il tetto dei 2 euro attestandosi su 2,134 euro al litro. Ai prezzi registrati meno di un mese fa bisogna aggiungere, in media, almeno dieci centesimi. Ma come sempre, basta prendere il traghetto, attraversare il mare ed il costo della benzina diminuisce. Il prezzo della benzina al litro in uno dei primi distributori incontrati sulla terraferma è di circa 30 centesimi in meno al litro che su un pieno può raggiungere anche 20 euro. A Capodichino, invece, un litro di benzina costa 1,715, ovvero oltre 40 centesimi in meno rispetto a quanto costa sull’isola. I commenti sul web non si risparmiano. C’è chi invita alla ribellione, chi vorrebbe che tutti camminassero a piedi, chi parla (anche in questo caso) di Covid e Green pass. Per tutti i commenti, però, c’è un denominatore: la lamentela per il caro benzina. Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. “Il Governo non può più lavarsene le mani. La benzina, al pari di luce e gas, sta innescando una spirale inflazionistica molto pericolosa, con effetti nefasti per il potere d’acquisto e i consumi delle famiglie, e quindi per la ripresa in corso. Per questo nel prossimo Consiglio dei ministri si deve intervenire riducendo le accise di almeno 20 centesimi, sterilizzando gli aumenti che stanno dissanguando gli automobilisti”.  Anche Carlo Rienzi, del Codacons denuncia una situazione che a breve potrebbe diventare insostenibile “Oggi un pieno di benzina o diesel costa 15,85 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. In un anno infatti la verde è aumentata del 21,4%, mentre il diesel segna un +23,5%. Incrementi che hanno effetti devastanti sulle tasche dei consumatori: solo per i rifornimenti di carburante una famiglia spende oggi 380 euro in più all’anno”. Rienzi ricorda poi come agli gli effetti diretti vanno aggiunti quelli indiretti sui prezzi al dettaglio, considerato che in Italia l’85% della merce viaggia su gomma, e che a costi di trasporto più elevati corrispondono listini al dettaglio più cari, con un duplice danno per le tasche delle famiglie. “Non a caso – aggiunge Rienzi – nelle ultime settimane si stanno registrando in Italia preoccupanti incrementi dei prezzi al dettaglio, che colpiscono proprio i beni trasportati, a partire da alimentari e ortofrutta” “Siamo in presenza di una vera e propria emergenza, perché gli incrementi dei listini dei carburanti hanno effetti negativi sull’intero sistema economico – spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – Oltre ad aggravare la spesa degli italiani per i rifornimenti, il caro-benzina determina maggiori costi in capo a industrie e imprese, causa aumenti dei prezzi al dettaglio e ha ripercussioni sull’inflazione”.  Truzzi punta il dito sull’annoso problema dell’Iva e delle accise: “Occorre introdurre strumenti in grado di sterilizzare l’Iva e ridurre le accise (voci che, sommate, pesano per quasi il 60% su ogni litro di benzina venduto in Italia, 55,1% sul gasolio) quando i prezzi alla pompa salgono oltre una certa soglia. Solo così sarà possibile contenere la crescita dei listini e limitare gli effetti indiretti del caro-benzina sui prezzi dei prodotti trasportati e sui costi per industria e imprese”. 

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Lucia65

Mi raccomando scendete in piazza a protestare contro i vaccini…. tra poco nn riusciremo nemmeno a mettere il piatto a tavola, e voi pensate solo a protestare contro vaccini, Green Pass ecc…..

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