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Vie del mare: anno nuovo, problemi vecchi

Di Marco Gaudini

ISCHIA – Anno nuovo, vita nuova? Il detto che in questi giorni è estremamente diffuso, non vale purtroppo per il trasporto marittimo nel Golfo partenopeo. Infatti, in continuità con gli anni scorsi non vi è fine per i disagi che molto spesso devono subire i passeggeri di traghetti ed aliscafi che intendono raggiungere le isole del nostro Golfo. È il caso di circa duecento passeggeri che nel tardo pomeriggio di ieri hanno vissuto una vera e propria odissea per imbarcarsi su un traghetto della Caremar. In questi giorni già l’impatto con il terminal di Porta di Massa, nello scalo portuale napoletano, è abbastanza inquietante. Come abbiamo, infatti riportato ieri, da qualche giorno gli ex lavoratori delle biglietterie della Caremar, hanno posizionato in segno di protesta contro il loro licenziamento una bara proprio all’interno del terminal di Porta di Massa. Un immagine macabra che rappresenta una vera e propria veglia funebre, con tanto di feretro, simbolo della morte del lavoro per gli addetti della biglietteria che oggi continueranno la loro protesta sotto la Regione Campania. Superato il forte impatto, e le lunghe file per l’acquisto del titolo di viaggio, il tutto dovrebbe filare liscio, ma così come avvenuto tante volte, ieri non è stato così. Il Traghetto della Caremar, infatti, che sarebbe dovuto partire da Napoli per Ischia alle 17.30 ha tolto gli ormeggi solo alle 18.05 con 35 minuti di ritardo. I circa 200 passeggeri in attesa, tra cui un gruppo di turisti provenienti da Bergamo, hanno aspettato prima l’arrivo del traghetto, giunto in banchina solo alle 17.40 e poi  la partenza della nave, senza che dal personale di terra venisse alcuna informazione sul ritardo e sulle motivazioni. Una scena questa, purtroppo vista e rivista, che conferma la totale disorganizzazione nella gestione del trasporto marittimo. In tanti infatti hanno protestato e si sono lamentati per i disagi, e certamente questo non è una cosa positiva per la nostra isola, per la quale il mare rappresenta sempre di più un ostacolo e non una risorsa. Un turista romano, raccontava infatti, che per giungere a Napoli, con il treno ad alta velocità ha impiegato 1 ora e 15 minuti. Mentre per arrivare sull’isola d’Ischia ci sono volute ben 2 ore. Insomma tra attese e ritardi, il viaggio da Roma a Ischia è durato più di quattro ore. Il tutto però, accompagnato da una totale mancanza di informazioni. Solo imbarcati sul traghetto, parlando in maniera informale con il personale di bordo, alcuni passeggeri hanno appreso che il ritardo accumulato era effetto delle pessime condizioni meteomarine, che hanno ieri determinato anche la sospensione dei collegamenti per gli aliscafi. Tutto questo, ovviamente, anche se ormai diventato quasi pleonastico ripeterlo, non giova all’immagine di Ischia, e invece di avvicinare, fa letteralmente scappare i turisti dall’isola. Su questo aspetto, infatti, si continua ad andare controtendenza. Mentre la maggior parte delle mete turistiche cercano di facilitare quanto più possibile l’arrivo dei viaggiatori, anche grazie ad importanti innovazioni, molto spesso in grado di creare anche occupazione,  il trasporto marittimo del Golfo partenopeo, invece, è ancora fermo ai problemi di sempre. “Ormeggiato” potremmo dire ad una diffusa disorganizzazione e troppo spesso più interessato al profitto che al servizio “pubblico” che si dovrebbe dare ai passeggeri. Nonostante i proclami delle istituzioni regionali, le rassicurazioni delle compagnie di navigazione, però, episodi del genere continuano ad accadere e non possono sempre e solo essere giustificati “dal caso” o dal “può succedere”. E’ ora di fare un passo avanti, superare la fase della navigazione a vista e imboccare la rotta giusta!   Speriamo che nel corso di questo anno almeno gli aspetti organizzativi migliorino, in modo da gestire le criticità limitando al minimo i disagi all’utenza.

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