CULTURA & SOCIETA'

La visita di Papa Giovanni Paolo II ad Ischia: un’idea che venne al Vescovo Strofaldi su un aereo che lo portava ad abbraciare gli ischitani emigrati in Argentina

UN SOGNO FRA LE NUVOLE DI PADRE FILIPPO IL VESCOVO CON LA CHITARRA E BRAVO CANTERINO, QUEL SOGNO CHE DI VENNE INCREDIBILE REALTA’ - ’C’eravamo anche noi che lo accompagnavamo in quella straordinaria esperienza nell’altro capo del mondo. Siedevamo accanto a lui… Ad un certo punto mi guarda e mi dice: Vedi questa “P” sul foglio ?... sta per Pontefice, Papa. si proprio il nostro amato Papa Giovanni Polo II aggiunse. Averlo a Ischia sarebbe grandioso”… ” e ripiegò l’agenda che da quel momento racchiudeva un pensiero, un’idea, primissimo segnale che solo lui, il Vescovo viaggiatore Strofaldi poteva interpretare

All’ indimenticabile Vescovo Strofaldi il primo pensiero sulla difficile ma non irrealizzabile possibilità di avere il Papa Giovanni Paolo II per altro anche debilitato nel fisico a Ischia , gli affiorò alla mente sull’aereo dell’ Alitaiia in occasione del primo storico viaggio in Argentina nell’ottobre del 2000 con delegazione per abbracciare gli ischitani emigrati colà residenti. C’eravamo anche noi che lo accompagnavamo in quella straordinaria esperienza nell’altro capo del mondo. Siedevamo accanto a lui impegnto a rivedersi i suoi vari appunti di lavoro e di studio segnati nella inseparabile agenda di viaggio prima di arrivare a all’erepoporto di Buenos Aires e mettere piede per la prima volta sul suolo argentino.

IL PAPA GIOVANNI PAOLO II BENEDICE LA NOSTRA ISOLA D’ISCHIA

Si veniva dalla Califonia dove la prima tappa di quel lungo viaggio l’avevamo fatta a Los Angeles ed a San Pedro. Ad un certo punto mi guarda e mi dice: Vedi questa “P” sul foglio ?, prima piccola poi più grande e più grande ancora, ripetuta tre volte e scritta con la sua stilo che portava custodita nella tasca interna della sua giacca grigia. “questa “P” sta per Pontefice, Papa. si proprio il nostro amato Papa Giovanni Polo II aggiunse. Averlo a Ischia sarebbe grandioso” e ripiegò l’agenda che da quel momento racchiudeva un pensiero, un’idea, primissimo segnale che solo lui, il Vescovo viaggiatore Strofaldi poteva interpretare. Non se ne parlò più, almeno fino a quando non passarono mesi durante i quali, quell’idea contrassegnata con una “P” e vergata su di una pagina della propria agenda, che voleva significare solo un’ idea, buttata lì senza…impegno, pareva maturasse da sola, lentamente, senza pressioni. In Pratica Padre Filippo, il vescovo con la chitarra per le sue doti di musicista e canterino, segretamente a quella idea venutagli nei cieli del mondo, ci stava lavorando sul serio e con cautela. Aveva intravisto la concreta possibilità che l’impresa della sua vita da Vescovo di una Diocesi “piccola” ma grande per la notorieta turistica che vantava nel mondo potesse per davvero realizzarsi. Questo lampo di fiducia gli venne dopo un incontro che ebbe in Vaticano col Cardinale Stanislaw Dziwisz.

IL VESCOVO D’ISCHIA GENNARO PASCARELLA

Era un primo approccio con una realtà che faceva sognare il nostro vescovo Strofaldi di cui nessuno conosceva fino a quel momento personali prerogative di perseveranza ed insisteza. A sorpresa si rivelò uomo di chiesa di quelli che non mollano mai la presa specie quando credono in ciò che pensano e che fanno. A tutto questo andavano agiunte e messe in conto la nostra curiosità e le nostre esigenze di giornalisti animati e spinti dal dovere di volerne sapere di più su di un argomento che ormai ci appassionava. Sapevamo che all’orizzonte c’era la notizia ghiotta della possibile visita del Papa ad Ischia.Noi che siamo stati unici e primi testimoni di quella istantanea idea in aereoplano che il vescovo Strofaldi trascrisse in agenda col significativo segno di una P che a detta dello stesso vescovo stava per Papa e Pontefice, non potevamo far finta di niente, Lo confessiamo: abbiamo fatto pressione sul Vescovo chiedendogli di svelarci qualsiasi tipo di “novità” sull’ idea che Papa Giovanni Paolo II potesse venire ad Ischia. Quando meno te lo aspetti venimmo a conoscenza al’improvviso di qualcosa che prometteva bene. Quell’incontro di Padre Filippo in Vaticano col Cardinale Stanislaw Dziwisz produsse il primo effetto positivo. Infatti il Cardinale gli scrive cosi. “…So che da tempo porta nel cuore questa Grande speranza . Da parte mia Le assicuro che terrò in grande evidenza il Suo desiderio e farò il possibile che possa avvenire…”. Ciò spiegava che qualcosa di grande stava avvenendo. Fu in quella occasione che Strofaldi comincià a sciogliere le riserve, ad aprirsi di più e permettere a noi di pubblicare su Ischia Mondo per primI la “indiscrezione” che al più presto LA nostra isola poteva ricevere la visita nientemeno che del Papa in persona.

LA FESTA LITURGICA IN PIAZZALE DELLE ALGHE

Tutto quello che è accaduto dopo, fa parte del grande lavoro che ha fatto il Vescovo Padre Filippo Strofaldi per avere il Papa a Ischia. Nel marzo del 2015 Ischia ha vissuto un altro momento storico, esaltante e di fede per la figura santa di Giovanni Paolo II, il Papa “ischitano”. L’arrivo ad Ischia nella Reale Chiesa di Portosalvo della reliquia del santo reliquario di Papa Giovanni Paolo II nel marzo del 2015 e’ un altro importante evento vissuto di cui i fedeli ischitani vanno orgogliosi. Oltre a questi reliquiari, ce ne sono ancora altri che contengono un pezzetto di stoffa intrisa con il sangue o addirittura pezzettini della tonaca (secondo altre fonti) bagnata di sangue a causa dell’attentato del 1981. Così, per lo meno affermava il quotidiano on-line di Lamezia Terme quando questa località ospitò la reliquia nell’aprile 2013: ‘…un pezzetto di stoffa intriso di sangue della talare indossata dal papa il 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato in piazza San Pietro …. la reliquia è contenuta in un reliquiario rappresentante una Madonna che sorregge il papa in un abbraccio avvolgente, a significare l’intervento miracoloso che lo stesso papa ha attribuito alla Madonna, salvandolo da quell’attentato, ma anche l’affidamento totale del suo pontificato alla Vergine di cui era innamoratissimo’. Quanto al sangue che arrivò in Polonia, alcune fonti indicano che alla morte del papa l’allora monsignor Dziwisz portò una delle provette a Cracovia. Quando poi il papa fu beatificato la metà di questo sangue andò in dono alle cattedrali di Cracovia e di Varsavia e una piccola parte al santuario polacco della Divina Misericordia. Quest’ultimo santuario fu fatto costruire da papa Wojtyla in occasione della canonizzazione, nell’anno 2000, di suor Faustina, portatrice al mondo del messaggio della Divina Misericordia. Nel 2002 lo stesso papa lo consacrò ed affidò tutto il mondo alla Divina Misericordia.

Speciale Reportage Fotografico DI GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO Fotoreporter

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