Bigliettai Caremar, l’altra faccia della medaglia
ISCHIA – E’ una lettera che pubblichiamo, pur consapevoli di andare controcorrente e coscienti anche del fatto che magari la cosa potrà far storcere il naso ai diretti interessati ed a qualche nostro lettore. Ma se la mission di un quotidiano è anche quella (anzi, soprattutto) di coinvolgere nel dibattito il suo “pubblico”, è chiaro che noi non possiamo sottrarci a questa regola. Anche se l’argomento è di quelli scottanti ed anche se la presa di posizione di chi scrive, obiettivamente, potrebbe essere destinata a non fare chissà quanti proseliti. Ma è un’opinione e la libertà di chiunque di pensarla in una certa maniera va rispettata, sempre e comunque, purché si mantenga nei canoni della decenza. Forse stavolta F.M., colui che ci ha indirizzato la nota che stiamo per pubblicare, è andato in alcuni passaggi decisamente oltre o magari – come si dice in gergo – “border line”, ragion per cui abbiamo preferito depurare alcuni passaggi, tanto il senso lo si percepisce comunque in maniera inequivocabile. Dicevamo di materia delicata, perché l’oggetto di discussione sono i bigliettai della Caremar che sono stati licenziati a partire dal 31 dicembre e il cui caso naturalmente è finito sotto i riflettori del mondo mediatico. Con tanti, tantissimi attestati di solidarietà per i quattordici lavoratori provenienti dal mondo politico ma anche dalla società civile.
Ecco, il nostro lettore – questo è il punto (o se preferite il problema) nella sua “filippica” si pone in una posizione assolutamente divergente ed opposta, per lui non siamo davanti ad una categoria di impiegati che andrebbero capiti, aiutati e per i quali sarebbe finanche giusto fare le barricate. Il perché ci vuole poco a dirlo, basta leggere la parte iniziale dove di fatto finiscono anche i costanti resoconti sulla vicenda pubblicati dal nostro giornale: “ Uno, due, tre, cinque, dieci articoli sul vostro quotidiano Il Golfo e anche su quello on line per cercare di tutelare i dipendenti Caremar licenziati. E’ fuoco a raffica di articoli, news on line, approfondimenti. Ebbene io non ci sto a difenderli e sono felice, si, molto felice, che vanno a casa!”. Un inizio assolutamente choccante della lettera, in fondo di rimanere senza occupazione, specialmente quando si ha una famiglia a carico, non lo si augurerebbe nemmeno al peggior nemico. Ma F.M. non vuol sentire ragioni e prosegue scrivendo: “Il ‘cecchino’ Domenico Savio pur di avere un po’ di visibilità su Il Golfo attacca la Caremar e difende i dipendenti licenziati. Io sono ischitano, faccio il rappresentante, viaggio molto nella provincia di Napoli. Rientro a Ischia quattro volte a settimana e, per anni, ho avuto a che fare con questi lavoratori della Caremar. Ho chiamato per anni i numeri telefonici delle biglietterie Caremar – indicati sul sito e sugli orari – per avere qualche informazione sulla partenza o meno dell’ultimo o penultimo traghetto per Ischia e mai nessuno rispondeva. Chiamavi Porta di Massa, solo squilli nessuno rispondeva; chiamavi molo Beverello, solo squilli nessuno rispondeva; chiamavi Ischia, solo squilli nessuno rispondeva. Dovevi contattare solo Procida e, solo il bigliettaio dell’isola, ti rispondeva. Per il resto silenzio totale. Quelle poche, anzi pochissime volte che riuscivi a parlare con un bigliettaio non ti dicevano neanche buonasera. Erano telegrafici nella risposta e mettevano giù la cornetta mentre ancora stavi parlando. Siete stati la nostra vergogna per anni!”. Al netto del fatto che da qui ad augurare a qualcuno di perdere il lavoro ce ne corra, non si può negare che una grossa carenza delle biglietterie Caremar negli anni sotto questi aspetti sia stata evidente ed innegabile.
La lettera di F.M. prosegue così: “Quando arrivavi alla biglietteria a Porta di Massa li trovavi sempre al loro cellulare a parlare e dovevi anche aspettare. Se facevi una domanda ti guardavano male. Ora fanno la parte delle vittime, cercano solidarietà, cercano aiuto, cercano comprensione. Ieri sono partito da Napoli e hanno chiesto la mia firma per il “NO” al loro licenziamento. Mi sono rifiutato. Noi per anni abbiamo dovuto subire la vostra arroganza, la vostra prepotenza, il vostro silenzio, la vostra sopraffazione. Non avete mai fatto il vostro dovere. Siete stati i veri (… omissis), quelli che quotidianamente ci hanno fatto vergognare con i turisti e intossicato i rientri sull’isola. In biglietteria qualche anno fa chiesi ad uno dei dipendenti perché nessuno rispondeva a telefono quando chiamavamo (in quel momento squillava il telefono), rispose «non è compito nostro, siamo pagati per emettere i biglietti non per dare informazioni». Gli risposi: «devi lavorare 6:40, non c’è nessuno in fila, io ho già fatto il biglietto, cosa ti costa rispondere e dare informazioni». Fu lapidario: «Non è compito mio». Bene caro bigliettaio ‘non è compito mio’ difenderti, ma è dovere mio lasciare che ti mandano a casa anche con un bel calcio (… omissis)”.
Ringraziamo per la solidarietà espressa il presunto pendolare, che anonimamente e con così buon gusto e gentilezza ha commentato con “belle parole” una situazione drammatica per 14 famiglie.
Noi “nababbi sfaticati” saremmo felici se il gentile pendolare si arricchisse con noi a 1100 euro al mese, lavorando tutti i giorni, con turni massacranti che iniziano alle 02.00 del mattino e finiscono molto spesso alle 24.00 e comunque non prima delle 22.00, senza conoscere festività, Natale, Pasqua, Ferragosto e Capodanno.
Saremmo felici se venisse a lavorare per 365 giorni l’anno con acqua, pioggia, sole e tempesta, senza avere la gioia e il piacere di una vacanza estiva insieme alle proprie famiglie.
Vorremmo ricordargli che siamo stati sempre disponibili e cordiali, specialmente con i pendolari che da sempre consideriamo nostri amici e le migliaia di firme raccolte in questi giorni ne sono una valida testimonianza!
Se si sono verificati disservizi sicuramente essi non sono stati determinati dalla nostra volontà ma dall’organizzazione del lavoro che non competeva a noi, semplici bigliettai. E Solo ora se ne ricorda? Perché non ha mai effettuato alcuna protesta presso la direzione Caremar?
Ad ogni modo ci sorprende come questo nostro “gentile ammiratore” conosca perfettamente la durata dei nostri turni lavorativi. Non vorremmo, a tal fine, immaginare che sia una lettera pilotata per gettare fango sulla nostra trentennale attività. E non vorremmo pensare che il “gentile” sig. F.M. abbia qualche particolare interesse sulla nostra “dipartita” magari con qualche “pacco raccomandato” da sistemare presso la biglietteria di Ischia o da conservare presso quella di Napoli….
Si certo, pensare male è cosa cattiva, ma diceva un famoso politico: ci si “azzecca” sempre!!!!
Se poi egli è in buona fede, saremo felici noi “peccatori sfaticati” di salutarlo nel girone degli “accidiosi” nel mondo che verrà.
I bigliettai della Caremar