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Bilancio a Procida, la Corte dei Conti si fa sentire

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – La relazione della Corte dei Conti del 15 dicembre scorso, di cui ieri abbiamo riportato la parte dedicata al valore di vendita del 49% del capitale sociale detenuto dall’Ente nella società di gestione del porto turistico di Marina Grande, capitolo nel quale si sottolinea il fatto che “il Comune di Procida non poteva non essere a conoscenza della palese inattendibilità di tale offerta”, non focalizza l’attenzione solo su comportamenti riguardanti il passato ma, prima di giungere alle conclusioni, entra nel merito di alcune scelte fatte anche dall’attuale Amministrazione guidata da Dino Ambrosino. “Si evidenzia – scrivono, per esempio, i Magistrati da pag 47 a pag 49 – che in via previsionale l’impatto delle nuove aliquote sul 2015 dovrebbe produrre maggiori entrate, per competenza, pari 1.422.000€ circa al titolo primo e 567.000€ circa al titolo III. Va, peraltro, evidenziato che la relazione del Revisore alla proposta di bilancio di previsione 2015 ha sottolineato notevoli elementi critici come: la incoerenza della previsione per violazione del codice della strada di euro 100.000,00 a fronte di un accertato nel 2014 pari a euro 63.291,10; la inadeguatezza della tariffa TARl, non determinata sulla base della necessaria copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del servizio rifiuti; la incoerenza della previsione relativa al gettito derivante dall’attività di controllo delle dichiarazioni IMU di anni precedenti previsto in euro 1.180.131.42 rispetto all’importo accertato per l’anno 2014, da consuntivo, di euro 380.131.42 ed all’importo originariamente previsto per l’anno 2014 di euro 600.000,00. Si allegano le tabelle estrapolate dalla Relazione del Revisore al bilancio previsionale 2015 che evidenziano le suddette criticità. Va evidenziato che non viene rappresentata dall’Ente una circostanziata stima di previsione contabile degli effetti complessivi derivanti dagli aumenti adottati nel corso del 2015 dalla nuova amministrazione sulle entrate correnti e quindi sul conseguente avanzo di parte corrente, né è possibile confidare sull’incremento di entrate patrimoniali (per complessivi euro 624.000,00) derivanti dalla prevista acquisizione al patrimonio dell’ente n. 130 fabbricati abusivi non condonati in passato, destinati ad edilizia residenziale pubblica da locare agli stessi occupanti ai sensi dell’art. l, comma 65, della legge regionale n. 5 del 06.05.2013. La citata legge regionale “disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013- 2015 della Regione Campania (legge finanziaria regionale 2013)” contenente la previsione di assegnazione in locazione degli immobili abusivi risulta, allo stato degli atti, impugnata dal Governo con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 26.06.2013 dinanzi alla Corte Costituzionale per innumerevoli profili di illegittimità costituzionale, con evidente aleatorietà di conseguire tali risorse. Al di là delle iniziative assunte (mantenimento dell’aliquota massima dell’addizionale comunale Irpef, tariffe massime di legge per imposta comunale sulla pubblicità, sulle pubbliche affissioni, incremento delle aree di sosta a pagamento e delle relative tariffe, riscossione dei proventi derivanti dalle istanze di condono, altri. ..) va sottolineato che il Comune ad oggi non ha dimostrato la capacità di incassare le entrate attese e da recupero dell’evasione tributaria al fine di risolvere l’endemica difficoltà di riscossione che è alla base della situazione di squilibrio

finanziario dell’Ente e che vanifica di fatto ogni iniziativa di incremento tributario o tariffario”.

Passando quindi al dispositivo finale la Corte: “Accerta tra i residui attivi eliminati e presenti nell’allegato “b)-riaccertamento straordinario dei residui attivi” la diffusa presenza di partite inesigibili che dovevano essere eliminati in sede di accertamento ordinario ex art. 228 del TUEL in occasione del rendiconto 2014, palesando un maggior disavanzo di amministrazione al 31.12.2014, pari a circa euro 1.823.640,00, rispetto a quello formalmente e “impropriamente” dichiarato di euro 5.437.715,48, che andrà conseguentemente rideterminato; Accerta la mancata alienazione del 49% di Marina di Procida spa, con aggravamento della situazione finanziaria del Comune di Procida che nel 2015 e 2016 viene a mutare posizione e da potenziale beneficiario di 3.251.818,00€ diviene sostanzialmente un debitore di 358.030,65€ nei confronti della società stessa; Accerta il grave mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Procida, ai sensi dell’art.243-quater, co.7, del Tuel; Dichiara, ai sensi dell’art.243-quater, co.7, del Tuel, che il grave mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di  Procida, se reiterato, comporterà l’applicazione dell’art.6, co.2, del D.Lgs. 149/2011, con assegnazione al Consiglio dell’Ente, da parte del Prefetto, del termine non superiore a 20 giorni per la deliberazione del dissesto; Prescrive che l’Ente adotti ogni misura correttiva idonea a superare le gravi criticità rilevate nella presente deliberazione”.

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