CRONACAPRIMO PIANO

Bosco della Maddalena, arriva il dietrofront del Comune

Il dirigente Gaetano Grasso ha deciso di revocare in autotutela l’ordinanza emessa lo scorso settembre con la quale si intimava al Ministero competente ed al Provveditorato l’immediato ripristino dello stato dei luoghi su cui era stata iniziata la costruzione (poi fortunatamente interrotta e sventata) di quella che avrebbe dovuto essere la nuova caserma del Corpo Forestale dello Stato

L’ordinanza di demolizione di quello che, al netto di ogni considerazione, resta oggettivamente uno scempio di dimensioni “catastrofiche”, aveva fatto decisamente rumore. Il Comune di Casamicciola, su espressa volontà del sindaco Giosi Ferrandino che si era chiaramente pronunciato a riguardo, aveva emesso un’ordinanza dirigenziale, la n. 67, avente ad oggetto “Ripristino stato dei luoghi della zona del Bosco della Maddalena, sito in Casamicciola Terme e insistente sul terreno riportato in mappa nella maggiore consistenza della particella n. 9(ex.1) del foglio 4, dove doveva sorgere la Caserma della Forestale”. Un provvedimento dinanzi al quale però era arrivato il ricorso al Tar da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e contestualmente del Provveditorato Interregionale per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata proprio contro l’ente locale di via Salvatore Girardi con il quale si chiedeva l’annullamento previa sospensiva della precitata ordinanza dirigenziale firmata dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gaetano Grasso. Ebbene nella giornata di ieri con un altro provvedimento a firma dello stesso professionista si è stabilito quanto segue: “Considerato che si tratta di un provvedimento favorevole che non incide su posizioni di interesse legittimo consolidato si omette l’avvio del procedimento; Visto la necessità di una più approfondita istruttoria in merito ai dedotti fatti processuali per mera ragione di opportunità e in virtù dei principi di cooperazione e leale collaborazione tra Enti pubblici con la presente SI REVOCA in autotutela ai sensi dell’art. 21 quinquies della L. 241/90 e successive modifiche e integrazioni l’Ordinanza n° 67 del 24/09/2024”. Come da prassi, l’ordinanza riporta che il provvedimento “è impugnabile con ricorso giurisdizionale avanti al T.A.R. per la Campania entro il termine di sessanta giorni decorrenti dalla notifica o comunque dalla piena conoscenza del presente atto da parte del destinatario o in alternativa con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni decorrenti dal medesimo termine”.

Il dietrofront sarebbe dettato da una valutazione giuridica dell’avvocato dell’ente di via Salvatore Girardi, Alessandro Barbieri, che ha ritenuto di seguire una strada diversa da quella presente nel provvedimento, fermo restando la conclamata abusività delle opere

Ovviamente la revoca in autotutela impone una riflessione ed un inevitabile quesito: a che cosa va attribuito questo dietrofront del Comune? Secondo quanto si apprende sarebbe dettato da una precisa strategia del legale dell’ente, l’avvocato Alessandro Barbieri che ha fatto una serie di valutazioni prima di suggerire di percorrere questa strada. Si tratta in primo luogo di ragioni di opportunità: il contenzioso venutosi a creare riguarda due enti pubblici e secondo l’avvocato la situazione va risolta in sede procedimentale con un indirizzo parzialmente diverso da quello inizialmente adottato. Insomma, siamo davanti ad una valutazione giuridica che se muta la strada da seguire nulla toglie all’abusività delle opere che rappresenta un fatto conclamato e indiscutibile. Per la cronaca, nell’ordinanza poi revocata si sottolineava tra l’altro che “allo stato l’intera area versa in un completo stato di abbandono e degrado tale da costituire pericolo per la pubblica e privata incolumità; che l’intera area allo stato rappresenta un vero e proprio scempio alla natura e al bosco che la circonda; che prima dell’inizio dei lavori la stessa area era destinata al uso civico di legnatica; Visto che sono trascorsi 15 anni dalla sospensione dei lavori; Ravvisato, pertanto, la necessità di risanare l’intera area per restituirla alla cittadinanza del Comune di Casamicciola Terme all’uso civico quale era destinata in precedenza; Ritenuto, pertanto, anche ai fini della tutela della pubblica e privata incolumità, ordinare il ripristino dello stato dei luoghi con la ripiantumazione delle essenze vegetali preesistenti all’inizio dei lavori”. Adesso, però, si ritorna in stand by. Solo temporaneamente, almeno si spera, perché quello scempio prima o poi dovrà essere cancellato.

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