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Cooperare e costruire, il ricordo di Telese e il sogno di una “nuova” Ischia

DI ANTIMO PUCA

”Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento… Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che hanno ricevuto offesa e ci è stato insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è di buon senso. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile”. Quanto esposto è tratto dal discorso di Pericle agli ateniesi nel 431 a.C. Il discorso, attualissimo,di Pericle trasuda contrasto con quanto viviamo oggi. A volte, per dare semplici risposte al presente, basta dare una rapida occhiata all’operato di chi ci ha preceduto, avendo il coraggio di ammettere che le epopee culturali passate ancora fanno scuola.

Ischia ha bisogno di vivere ed esaltare la cultura. E’ necessario ripartire dalle nostre radici e, per farlo, dobbiamo conoscerle a fondo. La memoria vede me fanciullino completamente affascinato da una proposta ricevuta nel 1966 da Vincenzo Telese, unico sindaco d’Italia proclamato all’unanimità nel dopo guerra del 1946.Già nel 1930 fu titolare e direttore dell’Ufficio del Forestiero, fondato per valorizzare le bellezze storico-naturali isclane. Eletto per la prima volta in consiglio nel 1946, è ricordato come un uomo che si impegnò a fondo per i suoi concittadini, attento alle tematiche dei più deboli e al contrasto dell’abusivismo; snellì la parte burocratica degli uffici comunali. Per gli abitanti di Ischia era Il sindaco, anche anni dopo la fine del suo lungo e rinnovato mandato; per alcuni era un compagno o semplicemente un amico; un uomo nato e cresciuto in una famiglia di agricoltori; la campagna era il suo mondo.

Aveva ricevuto una istruzione scolastica fino al livello elementare ma ciò mai lo limitò nella ricerca della conoscenza e, soprattutto, nella sua grande passione: ”Ischia nel mondo”, un club internazionale in cui mirò a coinvolgere tutti noi ragazzi, una serie di iniziative turistiche volte alla valorizzazione delle risorse naturali. Per rendere un’isola all’avanguardia, il buon governo è essenziale. Un’isola può cambiare volto. Quello che manca all’isola è una classe politica che la ridisegni. Si rendono necessarie:cultura, struttura, una organizzazione radicata,flessibile e coraggiosa, un soggetto politico che si immetta in rete con tutte le esperienze innovative e che tessa  fili di idee e passioni autentiche, qualcuno che faccia della cooperazione la nuova modalità di vita associata. Un fiorire di mediocrità umana e progettuale impone riflessioni. Non è possibile rassegnarsi al quotidiano, alla insufficienza, al ruolo di un’isola che ha visto perdere posizioni a livello economico e politico. Cooperazione non si oppone allo spirito di guerra ma a competizione. Empatia e convivialità sono due elementi culturali della cooperazione, una nuova modalità di vita associata è la rivoluzione più grande che ribalta il sistema dei valori oggi dominante. Bisogna rinnovare alla radice la vita politica riportando al primo posto i valori della giustizia, dell’onestà e del merito.

Un buon politico deve possedere autoconsapevolezza positiva, perfezione dialettica, argomentazioni, retorica, semplicità, senso di grande consapevolezza di sé e della propria missione unica e irripetibile che emana da ogni parola, da ogni concetto. Essere punto di riferimento è l’obiettivo per dare ampio spazio alle voci di tanti. Telese parlava per sé e per conto proprio, ma anche per Ischia e per conto di Ischia. Ischia stessa è consapevole della propria unicità e grandezza, dell’eccezionalità di quanto è ed esprime. Credo profondamente che per non rischiare di regredire, nel sociale, nel politico, nel pubblico e nel privato, sia necessario, nell’intimo di noi stessi,trovare o ritrovare il senso della propria irripetibile missione, della propria grandezza intesa tra i limiti, diventarne consapevoli e dichiarare questa consapevolezza all’esterno; pensare con la propria testa e saper delegare quel che è necessario delegare a persone che meritino la nostra delega e siano degni di rappresentare la grandezza che abbiamo,che abbiamo scelto di conoscere e mostrare. Dobbiamo riprenderci l’appartenenza del posto in cui viviamo e portarlo avanti in uno stile misterioso,una fabbrica di sogni, un cantiere aperto. Ischia è come una bella donna che viene calpestata dal suo amato ma non perde mai la propria dignità. Dovrebbero essere banditi inveterati ed inverecondi interessi personali e di parte e l’isola tutta diventerebbe un soggetto unico, coeso, con un peso politico di notevoli dimensioni che tutti i responsabili delle istituzioni si vedrebbero costretti a rispettare.

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Competere significa sentirsi sempre in atteggiamento agnostico, con l’ansia di dover tagliare un nastro e raggiungere prima di qualcun’altro una postazione di trionfo dell’egoismo che non tiene conto del concetto di comunità’.Farci la guerra non aiuta nessuno. La triste realtà’ dell’oggi ci costringe a confrontarci con un modo spregiudicato di intendere e fare politica che non si fonda più’ su saldi, vecchi o nuovi principi, ideali e convinzioni profonde, ma su una miope, gretta visione della vita orientata e finalizzata al puro soddisfacimento dei propri interessi personali e di parte. Agli impegni seri, ai programmi elaborati con entusiasmo e passione si sono sostituiti i roboanti e vuoti proclami, le false promesse, le rinunce sempre più diffuse alla propria identità e alla stessa dignità’, i compromessi sempre più sfacciati, i tradimenti sempre più frequenti, il tutto finalizzato alla difesa della propria poltrona e alla conquista di una popolarità, di un potere e di un successo immeritati e spesso effimeri. Se saremo uniti, insieme diverremo la forza di un territorio che smentisce luoghi comuni. Dobbiamo credere in una nuova avventura, curiosa, passionale, divertente a tratti, ma, soprattutto, ricca di fatica e di impegno. E’ il tempo della razionalità. Non c’è più posto per la casualità. L’elemento cooperativo è un punto di svolta,un punto attraverso cui riusciamo a dotarci di una sorta di osservatorio per cogliere i segreti del potere culturale dominante. Sull’onda delle nuove idee, vorrei scendere in campo per il bene del mio Comune e lavorare per il futuro ma vorrei sentirmi forte di una compagnia e di un sostegno,il vostro. La cooperazione consente di costruire un discorso critico. Ischia può guardare al domani con la fiducia che deriva dall’operosità dei suoi ischitani, dalla voglia di collaborare e lavorare per essere protagonisti delle proprie scelte e del proprio destino.

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