LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Anche James Bond dice no alle pippe politiche»

Che si senta la necessità di avviare una collaborazione tra le sei amministrazioni è un fatto. Che però il suo strascico abbia travolto il vice sindaco di Forio, e attraverso di lui forse l’amministrazione di cui fa parte, ne siamo felici. Mario Savio in una lunga intervista accenna pure alla presenza di una regia occulta, nascosta, ai danni dell’attuale squadra di governo. Secondo le sue dichiarazioni esisterebbe una Spectre de noiantri, insomma. Forse dietro quest’organizzazione segreta potrebbe celarsi il complotto delle multinazionali del tabacco.

Nel tentativo di continuare ad avere il controllo del regno quando si tratta di vendere fumo alla gente. Non lo sappiamo. In più, Savio, ripete ciò che già sapevamo. La sua repellenza alla realizzazione del comune unico ormai è storia. I motivi possono essere chiari e immediati. Tanto a lui quanto alla pletora di consiglieri e amministratori sparsi nei sei orti, qualcuno pure inutile ai fini degli interessi collettivi, toccherebbe l’arduo compito di aumentare e professionalizzare competenze e conoscenze. Oltre, naturalmente, l’esigenza prorompente di adattarsi a dinamiche e nuove tipologie di campagne elettorali. In caso di comune unico non basterebbero più le dichiarazioni d’intenti. Nella stragrande maggioranza dei casi si ascoltano enciclopedie di frasi vuote, solo enunciate o urlate da balconi, logge, piazze, vicoli e palcoscenici in occasione delle votazioni. Perché tanto col tempo la memoria tutti la perdono, compresi quelli che votano. E non basterebbero più i 50 voti per essere eletti “al comune”.

Non basterebbero neppure le 300 e più preferenze prese da Dionigi Gaudioso per diventare sindaco di Barano. Ce ne vorrebbero molti, molti di più. Tra i 1500 e i 1700 solo per diventare consigliere comunale, figuriamoci per indossare la fascia di primo cittadino. Già con questo tenore potremmo gustarci votazioni diverse. Fatte di obiettivi precisi, conoscenza dell’economia e politica economica, programmi reali, lontane dalla gestione campagnola della cosa pubblica. Tuttavia su quest’argomento ognuno dovrebbe argomentare meglio le idee di rigetto sulla fusione e allontanare le chiusure ideologiche e inventate. Specie se quelle del vice sindaco portano la profonda tristezza della visione ridotta. Su una cosa però va posto l’accento e non bisogna farlo passare sotto traccia. Mario Savio nell’intervista ha detto una cosa molto importante. «Sono assolutamente contrario all’istituzione del Comune unico e al massimo favorevole alla cosiddetta unione dei servizi. Poi, certo, è ovvio che bisogna lavorare in maniera sinergica e univoca tra le sei amministrazioni comunali quando si tratta di affrontare tematiche come trasporti, nettezza urbana, sanità e tanti altri». Per il Savio di Forio «Sei municipalità comunque continuano a farsi preferire: meglio avere il contatto diretto con il cittadino e quando si passerebbe a parlare di un Comune composto da settantamila abitanti questa prerogativa verrebbe chiaramente meno». Per lui, perciò, è meglio non perdere il contatto con la gente. E possiamo immaginare che tipo di contatti si creano stando più vicini ai cittadini. Tuttavia Savio si dice “al massimo favorevole”, oltre a dare per “ovvio” che “bisogna lavorare in maniera sinergica e univoca”. Tradotto: occorre agire insieme tra le amministrazioni. Sì, ma chi si assume l’onere di passare dalle parole ai fatti? Tra le centinaia di frasi dal medesimo tenore nessuno finora ha preso l’iniziativa. Attenzione. Dal contenuto della poesia sembra che il vice sindaco di Forio stia indicando due momenti.

Separati ma uniti, preferendo comunque la via della collaborazione, della comunicazione oltre che essere favorevole a una visione comune tra i sei enti. Ci ha tenuto a ripetere che la campagna elettorale – a Forio – è finita. Implicitamente si potrebbe affermare che le parole rese nell’intervista, bollate dall’inchiostro, si pongono fuori dal genere delle elucubrazioni da campagna contadina dal mero gusto propagandistico. Si può anche dire, perciò, che la sua è una presa di posizione, forte, quasi ribelle, su come a certi servizi (trasporti su tutti, nettezza urbana e a seguire gli altri) si può cambiare il DNA della gestione. In un momento storico di apatia politica, il Savio si mostra rivoluzionario e con un’apertura inusuale. Per la quale ci si aspetterebbe – adesso che ha attribuito alle sue parole il valore di mezza volontà – un contributo altrettanto forte. Un’azione per rendere effettivo ciò che ha detto. Per non vanificare se stesso e ciò che molti cittadini aspettano da tempo. Per svecchiare l’asfissiante clima isolano dalle dinamiche teatrali manifeste e occulte delle multinazionali locali che, ahinoi, aumentano i costi dei 67 mila abitanti invece che diminuirli (com’è avvenuto a Barano con la TARI). Insomma, come quando si fa una promessa di matrimonio. Dopo sei mesi si passa alla celebrazione delle nozze se non si cambia idea. Per questo il Savio ha davanti due strade. Farsi condottiero dell’esercito di sudditi, partendo da quello foriano, e celebrare dall’altare della responsabilità politica l’unione dei servizi insieme ai colleghi nelle altre amministrazioni. Come forma di ringraziamento, a risultato compiuto, si potrebbe fare una colletta e far realizzare un mezzo busto del vice sindaco da picconare in qualche piazza a Forio. Con una targa, per evitare alla gente di scordarsi delle sue gesta impavide ed eversive. Oppure, in alternativa, può confidare nello sciagurato destino della memoria – volatile – degli elettori e attribuire scarsità politica alle sue parole. Per discolparsi potrà sempre dire, in un futuro quasi certo, di non aver mai detto ciò che ha detto circa l’utilità di mettere insieme i servizi partendo dalla collaborazione tra enti locali. Ovviamente dire “al massimo favorevole” non significa niente. Se non si costruisce una cooperazione a iniziare dalle cose semplici vale ancora meno. In tal caso saremo nuovamente al punto di partenza. Anzi. Ci ritroveremo retrocessi di fronte all’ennesima apparizione mediatica usata solo per comunicare agli altri di essere bravi. Di che cosa, poi, è un mistero. Il tutto sarà equilibrato solo dalla certezza di trovarsi di fronte a chi vende fumo. Sono molti i politici che lo fanno con ironia e cattivo gusto. Mentre noi restiamo avviluppati dal talento totale del nulla. Altro che Spectre. A quel punto per bloccare le pippe politiche degli amanti della notorietà del niente, nemmeno James Bond potrà darci una mano.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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