LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Azioni per evitare di rimanere sordi, e senza soldi»

Premessa 1. Si chiama Giovanni Fortunato. È sindaco di Santa Maria, in provincia di Salerno. Ha stampato “moneta”, da utilizzare come buoni spesa, o per pagare le bollette o anche per ricaricare il cellulare, mettendo a disposizione un residuo di cassa del suo comune, pari a 100 mila euro, coprendone il valore. Le pezzature delle “banconote” sono quattro: cinquanta centesimi, uno, cinque e dieci euro. Su ognuna, un luogo simbolo del comune cilentano per – così ha detto – “aumentare il senso di appartenenza e d’identità dei cittadini al territorio”.

La sua idea, e l’ipotesi è al vaglio del consiglio comunale, è di lasciare la moneta circolante anche dopo che sarà passata l’emergenza del coronavirus. Santa Maria, è vicino il comune di Pollica il cui sindaco, addirittura, si è spinto oltre parlando di “bond comunali” con lo scopo di incoraggiare il turismo, specie nel periodo post Covid-19. Si tratta di soluzioni che non vanno a sostituire il normale corso legale della moneta circolante, l’euro insomma, semmai a integrarlo. Ogni attività commerciale del comune di Santa Maria, dai negozi alimentari ai tabaccai, ricevuta la “moneta”, potranno via Pec comunicare all’indirizzo dell’ente quanto ha ricevuto in banconote per l’acquisto di generi venduti, per ricevere il bonifico corrispondente in 24 ore. Si tratta di una risposta alla lentezza, spesso farraginosa, dello Stato ma anche di un modo per favorire il turismo poiché chi deciderà, anche in futuro, di andare in vacanza a Santa Maria, potrà usare quel tipo di valuta da “spendere” solo in attività commerciali del territorio. Non a caso, infatti, il sindaco Fortunato, in questi giorni sta pensando di ampliare ad altre categorie in cui poter usare la cartamoneta e risollevare le sorti dell’economia locale. Parole d’ordine: lungimiranza, pianificazione, programmazione e, infine, non da poco, coraggio. Lo stesso che manca ai sei sindaci dell’isola d’Ischia che nelle pieghe di una deficienza strutturale nella coesione tra amministrazioni, lasciano entrare il caos e la miopia politica, anche quella di tipo economico che, in questo momento di transizione, necessita invece della capacità di guardare oltre la siepe.

Magari, proprio in forza della coesione tra loro, potrebbe essere funzionale programmare l’utilizzo di una moneta isolana, da spendere nelle attività commerciali di ogni comune e prevederne un suo utilizzo allo scopo di aiutare la popolazione e la formazione di un nuovo circuito economico, dentro quello che conosciamo, per rimettere in moto quello locale. Uno sguardo pratico, insomma, alle infinite possibilità che il momento di crisi, ma anche di occasioni, ci offre. Premessa 2. Stiamo assistendo al crollo del modello italiano e in particolar modo di quello isolano. La nostra economia si è scontrata con la realtà e ci stiamo accorgendo di quanto siamo rimasti indietro e addormentati. D’accordo, era una crisi che non si poteva prevedere. Certo è, però, che adesso tutti o la maggior parte si stanno ponendo domande, per esempio, sulla necessità di un ospedale con un livello che non sia più quello della quasi sufficienza, oppure sulla possibile sostituzione di un modello e sistema economico che ha bisogno di modularsi alle nuove esigenze. Restare sordi e ciechi non farà altro che relegarci nel tugurio delle convinzioni cui siamo abituati ad aggrapparci, esempio ne è quella che ha sempre guardato al modello “sei mesi di lavoro, gli altri sei di stop” per poi dare seguito, l’anno successivo, al medesimo giro di giostra. Ci stiamo accorgendo, spesso con frustrazione e la confusione a fare da padrona, che non abbiamo modi di rispondere all’incertezza che ci costringe a non fare niente e lasciarci preda di quella debolezza che abbiamo – e continuiamo ancora adesso – a dimostrare di fronte agli eventi che si manifestano, proseguono ininterrotti e senza chiedere il permesso. Progetto Ischia ha inviato un nuovo documento. Questa volta, dopo i due indirizzati alle amministrazioni locali sulle possibili azioni da adottare contro la diffusione del contagio, l’ha inoltrato alla Regione Campania, dopo aver accolto l’invito del Governatore De Luca a presentare eventuali proposte per consentire alle imprese di programmare una serie di attività ed affrontare il periodo di transizione.

Procedere non a tentoni bensì organizzati, nella Fase 2 che dovrebbe avviarsi già dalla fine di maggio. La necessità di pensare al sistema, e al suo rilancio, ci impone di farlo adesso e in modo congiunto. Continuerebbe, perciò, a non avere senso lo scatto in avanti di un sindaco rispetto a un altro, cosa che bisogna evitare assolutamente. E per farlo, è chiaro, bisogna limitare il gorgo delle scelte ideologiche che hanno vita solo dentro i confini amministrativi e mentali di chi oggi siede nei troni destinati agli imperatori locali. C’è bisogno di un lavoro istituzionale epocale ma per farlo è richiesto un ampliamento delle proprie capacità e della vista oltre che la volontà di saltare la barricata, allo stesso tempo certezza, che il sindaco sia una sorta di Deus ex machina dell’universo isolano. Ancora una volta, parole d’ordine come lungimiranza, pianificazione, programmazione e, infine, coraggio continuano a suonare le campane ma non manca chi ancora resta sordo. Appunto.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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