«Caffè Scorretto» «Bello essere zombi, a Lacco Ameno»

A Lacco Ameno quest’assenza di dialogo e confronto permanente è una circostanza che ci mette di fronte all’assuefazione come all’incompetenza di chi è incapace di presentare uno straccio di approccio strategico in parte consolatorio per riprendere il territorio per i capelli attraverso un programma elettorale serio. Le elezioni sono imminenti, si svolgeranno il prossimo settembre. Se è vero che di questi tempi è difficile provare a proporre soluzioni, allo stesso modo è anche vero che non si può abdicare di fronte al compito di prenderle e portarle avanti. E ciò, ancora meno deve esser concesso a chi pretende di diventare «amministratore». Quanto vorremmo vedere un uomo o una donna finalmente con qualità formidabili, fuori dal comune. Magari a fare cose dell’altro mondo, più vicino alla gente e ai suoi problemi, alle questioni che riguardano i terremotati e una gestione innovativa ed ecosostenibile e non personale del territorio, questa volta, senza legacci e lacciuoli determinati dal potentato di turno. Solo perché, questa volta, non vuole lasciarsi sopraffare dall’abitudine e dalla non curanza di una politica diventata inidonea a tutelare e rappresentare i cittadini e i propri diritti e che spesso li ha trattati come zombi. Quanto vorremmo qualcuno cui non piace fare chiacchiere, che non si limita a dire le cose come stanno ma che fosse mosso dalla continua ricerca di seguaci per poterle cambiare. Altro che Scientology amministrativa. C’è una persona con questa struttura politica basata sulle qualità che alle prossime elezioni a Lacco Ameno potrebbe essere eletto Sindaco? Sarebbe una sorpresa e oltre qualsiasi previsione contraria e contro ogni aspettativa trovarsene uno così.
Nel frattempo proprio per l’assenza di un’amministrazione mandata a casa da alcuni consiglieri, c’è il Commissario Prefettizio che sembrerebbe andare oltre il proprio ruolo e sostituirsi a quella politica che manca da molto, molto tempo. La decisione dell’assegnazione dei posti barca nella parte compresa nella storica spiaggetta sotto l’albergo Regina Isabella, attraverso un bando, ha provocato una piccola rivolta da parte dei “residenti storici” i quali hanno ormeggiato lì il proprio natante, da anni. Ne è nata, di fatto, una piccola polemica tra chi reclama la difesa dei propri diritti e l’organo di amministrazione straordinaria del comune. Sono discutibili le decisioni di quest’ultimo? Secondo la petizione inviata da un numero cospicuo di firmatari per conoscenza al prefetto di Napoli e alla Procura della Repubblica, si tratterebbe di un atto ingiustificato. A ciò si sommano le voci che in realtà si sia trattato di una strumentalizzazione indotta a scopi elettorali per mettere in discussione il lavoro del sindaco di allora che firmò – questo è importante- la proposta di delibera da presentare al Consiglio Comunale Giacomo Pascale candidato in questa tornata elettorale al ruolo di primo cittadino. In un’estate non proprio povera di polemiche sarebbe una paraculata seguire il percorso che queste voci hanno tracciato: qualcuno ha tirato fuori quel documento per la gestione degli specchi d’acqua in concessione al Comune di Lacco Ameno e con l’aiuto (pressione) di qualche aristocratico altolocato ha fatto in modo che ne prendesse i dovuti provvedimenti. Bisogna ritenerle del tutto infondate, queste voci. Perché c’è da ritenere che il Commissario Ida Carbone sia senza dubbio estranea alla contesa locale politica sebbene, sempre secondo la petizione, abbia superato il limite della discrezionalità riportata dalla giurisprudenza del Tar: «Il Commissario straordinario nominato in sostituzione degli organi di gestione ordinaria del Comune non è legittimato ad adottare varianti ai piani generali dell’ente, né a operare altre scelte innovative di natura pianificatorio – territoriale, giacché la modifica dell’assetto urbanistico previsto dal piano regolatore generale non può che essere espressione di una volontà politica di rinnovamento nel territorio, sottratta alla gestione straordinaria del Comune». Ad ogni modo il ragionamento che si può affrontare non è tanto nel merito dell’atto impiegato dal Commissario, ma la riflessione ci fa tornare all’assenza di politica e azioni reali da parte di chi, anche quando è stato presente, ha inteso trattare come morti viventi gli abitanti di Lacco Ameno. In qualche caso ha ritenuto pure ricattarli. Inutile dire che se non si semina qualcosa di nuovo, non si può vedere come crescerà qualcosa di diverso, per trasformarlo in un modo nuovo di muoversi in direzione del rinnovamento, di viversi in maniera differente, di percepirsi al contrario in vita e nel senso di un cambiamento di sostanza. Inutile dire che qualcuno ci stava provando, pure se in alcuni casi con azioni discutibili, ma gli è stata interrotta la crescita con accuse dissimulate per giustificarne la caduta in un ambiente d’ipocrisia pedagogica. E la maledetta verità, dove si trova? Nella vita di tutti i giorni, nessuno vuole averci a che fare. A Lacco Ameno, poi, meno che meno e ogni scusa è buona per fare politica oppure occultarla.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci