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«Caffè Scorretto» «e-bus sia»

Progetto “e-bus”. Potrebbe apparire fantasioso ma se si considera che il trend europeo segue questa direzione allora l’ambizione è giusta. Il trasporto pubblico si sta rinnovando favorendo la sostituzione degli autobus alimentati dal normale carburante a quelli elettrici. Molte regioni, la prima in Italia è stata il Piemonte, si stanno adoperando per rendere un percorso di transizione alla mobilità pulita attraverso un piano strategico. Non si tratta di moda ma di una vera e propria necessità che sull’isola dovremmo imparare ad accogliere coinvolgendo magari Eav bus, la sua direzione e i comuni. Entro il 2030 secondo l’UITP (Unione internazionale del trasporto pubblico) gli autobus elettrici rappresenteranno la metà del mercato degli autobus urbani in Europa. A luglio 2018, in Italia, la gara CONSIP per 50 mezzi elettrici è andata deserta, segno che una proiezione nel terreno della mobilità alternativa nel nostro paese si muove ancora timidamente, e non solo per mancanza di soldi. Se la città di Londra ha acquistato 68 autobus elettrici a due piani dalla società di costruzione indiana “Optare” e dalla BYD, quando saranno consegnati tutti, la quota diventerà di 240 mezzi pubblici alimentati a elettrico, in Olanda nella città di Rotterdam, che conta meno abitanti di Palermo, sono stati acquistati 55 mezzi elettrici da VDL Bus & Coach da consegnare entro il 2019, più altri 50 in arrivo per il 2024 e 110 nel 2029. I prossimi dieci anni, secondo il rapporto ZeEUSebus redatto proprio dall’unione internazionale del trasporto pubblico, saranno decisivi per la diffusione degli autobus elettrici. Per il momento il 98% dei 173 mila bus a elettricità al mondo circolano sulle strade della Cina grazie a interventi e incentivi governativi mentre la flotta europea conta di 1300 bus di cui il 18% nel Regno Unito mentre in Germania, Svizzera, Polonia e Paesi Bassi sono al 10%. Nel report attraverso un’indagine di mercato condotta tra i costruttori viene evidenziato che la produzione dei bus elettrici, in Europa, raggiungerà la sua maturità nel biennio 2018-2020 grazie al progressivo aumento della domanda. Già 19 operatori di trasporto pubblico locale, che coprono 25 città europee hanno pubblicato un piano per incrementare la presenza di “e-bus” entro il 2020. Entro tale data secondo la previsione in queste città circoleranno oltre 2500 mezzi elettrici numero corrispondente al 6% della flotta complessiva. Il 2020 rappresenta l’orizzonte temporale anche per Milano. L’Azienda Trasporti Milanesi SPA da quel momento in poi acquisterà soltanto autobus elettrici poiché entro il 2030 vuole costituire il suo parco bus con veicoli a emissioni zero. La città di Padova realizzerà un piano per sviluppare linee bus con mezzi elettrici al posto delle tramvie con un risparmio di costi e una maggiore efficienza del servizio. Napoli, ovviamente, se la passa peggio a causa del concordato preventivo dell’Azienda Napoletana Mobilità. Tuttavia dall’anno prossimo arriveranno 9 autobus elettrici che accompagneranno i passeggeri nel tragitto dell’aeroporto di Capodichino, dal gate alla pista e viceversa. E Ischia? Ѐ indubbio che abbiamo bisogno di più efficienza nei trasporti. Ciò corrisponde alle attività e i piani di persone capaci – non parlo solo degli amministratori, alcuni dei quali però nella presunzione di saper fare tutto allo stesso tempo restano incastrati in vecchi modelli di pensiero e gestione e rappresentano una causa del freno a mano in ambito tecnologico. Una possibilità, concreta, per iniziare a dare un input importante per un nuovo assetto del concetto di “isola verde”, guardando perciò alla mobilità alternativa e sostenibile, esiste. I comuni, insieme, e con la partecipazione di Eav Bus, potrebbero cominciare a individuare le linee guida per un nuovo trasporto pubblico locale e una data certa (ad esempio dal 2018 al 2021) e adottare le azioni e pianificare le fasi con i rispettivi obiettivi da raggiungere. Tutto al fine di eliminare gli autobus tradizionali e sostituirli con quelli elettrici. Naturalmente andrebbe calcolata anche l’immissione di denaro o un possibile investimento nel progetto che potrebbe essere allargato alla collettività. In altro capitolo l’operazione deve mettere al centro gli operatori di servizio pubblico da piazza (i tassisti) e un regolamento moderno. La soluzione è farlo unico, per ampliare la tutela per cittadini e operatori onesti e abbattere i confini amministrativi e consentire ai taxi di lavorare sia d’inverno e sia d’estate dando così slancio all’economia del settore. Intanto viviamo di clan territoriali fatti e rifatti, in cui ognuno detta le sue regole. Se ti azzardi a suggerire modelli o soluzioni differenti non manca lo sguardo di chi, con sdegno, si sente migliore sulle macerie che talvolta lui stesso ha prodotto. Una cosa che ha molto a che vedere con la metafora dei galli e l’immondizia. Certamente è una fierezza anacronistica della quale faremo volentieri a meno. Specie se a renderla manifesta è la ristrettezza mentale che spesso assume forma umana, e diventa esempio encomiabile e causa di abnegazione allo sconforto.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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