LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Di ZES e P.I.G.»

Quarantasei anni di Premio Ischia. Ogni volta che termina, ci lascia un po’ nostalgici. L’edizione di quest’anno, anche se già dalla quarantacinquesima se non da quelle precedenti abbiamo osservato qualcosa di diverso, ha rispecchiato l’attuale impostazione data dai fratelli Valentino al Premio Internazionale di Giornalismo. Elio e Benedetto stanno marcando una nuova traccia e uno sguardo differente, nel desiderio – che è anche il nostro – di allargarne gli orizzonti. Pure in questa edizione hanno dato particolare rilievo a quel che accade nel mondo e ai “new media” come ai nuovi modi di comunicare.

Elio e Benedetto stanno marcando una nuova traccia e uno sguardo differente, nel desiderio – che è anche il nostro – di allargarne gli orizzonti. Pure in questa edizione hanno dato particolare rilievo a quel che accade nel mondo e ai “new media” come ai nuovi modi di comunicare. Continuano i passi nella divulgazione della geopolitica – la premiazione dell’analista Greta Cristini va in questa direzione – e nell’analisi di quelli che potrebbero divenire i nuovi scenari da cui, a guardar bene, non siamo poi tanto lontani.

Continuano i passi nella divulgazione della geopolitica – la premiazione dell’analista Greta Cristini va in questa direzione – e nell’analisi di quelli che potrebbero divenire i nuovi scenari da cui, a guardar bene, non siamo poi tanto lontani. Elementi che ci dotano della capacità di osservare meglio il Premio Internazionale di Giornalismo rilevandone la crescita. La Presidenza della Fondazione attribuita per tre anni all’ambasciatore Gianpiero Massolo, poi, è il segno che si sta plasmando un quadro aggiornato a più ampio spettro e che tiene conto di più sfumature. L’hotel Regina Isabella, come sempre, favorendo incontri e confronti, è stato la cornice ideale.

Nel muovere i complimenti a Elio e Benedetto, lungi da noi chiaramente la piaggeria e la limitazione di libertà e autonomia, ci auguriamo che la loro voglia di ampliare gli orizzonti, di coinvolgere la dimensione locale, come quella regionale e nazionale di chi fa informazione, possa divenire più intensa e incrementare un nuovo e giusto equilibrio. Che sia capace, insomma, di attrarre con maggiore intensità professionisti e operatori da ogni parte del Paese, d’Europa e dal mondo. Sia per sviluppare il dialogo interno, mediante corsi – anche di aggiornamento – per chi fa informazione associandoli a incontri di alto profilo. Sia nella pretesa di intensificare quello esterno (pensiamo a una proiezione e un’attenzione particolare all’Africa Settentrionale), per costruire un melting pot (tradotto: un crogiolo) nel Mediterraneo con Ischia protagonista e forgiare aperture, nuove conoscenze e rafforzare quella dimensione cosmopolita di cui abbiamo bisogno. Anche nell’informazione (locale!). In grado di fortificare, cioè, il ruolo del Premio Ischia in un duplice aspetto: quale centro nevralgico di relazioni e polo attrattore per far incontrare individui di origini diverse con il risultato di edificare un’identità e un ruolo condivisi. Capace di abbattere anche quelle strane barriere astratte che qualcuno – non tutti, per fortuna – ritiene esistano tra chi si occupa d’informazione “locale” e chi di quella nazionale e internazionale. Se da un lato vi sono figure che hanno compreso la necessità di espandere l’attenzione e riedificare gli schemi che comunicano la volontà di acquisire nuova forza, dall’altro vi si contrappongono corporature di figuranti che raspano il terreno in cerca di ghiande. Non perdono occasione di dimostrarci che molte cose che si organizzano per lo sviluppo del territorio isolano spesso, per loro, non rappresentano direzioni prioritarie e necessarie. È accaduto al convegno sulla Zona Economica Speciale (ZES).

Se da un lato vi sono figure che hanno compreso la necessità di espandere l’attenzione e riedificare gli schemi che comunicano la volontà di acquisire nuova forza, dall’altro vi si contrappongono corporature di figuranti che raspano il terreno in cerca di ghiande. Non perdono occasione di dimostrarci che molte cose che si organizzano per lo sviluppo del territorio isolano spesso, per loro, non rappresentano direzioni prioritarie e necessarie. È accaduto al convegno sulla Zona Economica Speciale (ZES)

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Realizzato la scorsa settimana dall’Ordine dei Dottori Commercialisti di Napoli con il ruolo specifico delle dottoresse Liliana Speranza e Maria Cristina Gagliardi, presso l’hotel Mare Blu Terme, ha avuto per titolo “La ZES unica del Mezzogiorno: importante motore di sviluppo per l’isola d’Ischia”. Della ZES Unica fanno parte Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Alla presenza, tra gli altri del dr. Giosy Romano, coordinatore di struttura di Missione ZES Unica del Mezzogiorno, del Console di Germania Stefano Ducceschi e di Mimmo Barra che ha condotto l’isola sotto la lente della ZES confermando la sua funzione fondamentale per Ischia, ci si sarebbe aspettati qualcosa di più. Non per gli interventi che sono stati di alto profilo. Anzi, sono stati capaci di tracciare le linee strategiche di uno strumento che – lo ricordiamo – funziona a pieno regime. Finora sono state concesse circa 684 autorizzazioni. C’è chi tra i denti ha pure confermato la prossima implementazione di una “zona franca” nella ZES – e quindi vale anche per l’isola – che interesserà il nostro comparto produttivo. Grazie a questa, infatti, si potranno attrarre investimenti e capitali stranieri da associare ai benefici di una tassazione agevolata che si aggiungeranno a quelli già previsti – e perfettamente funzionanti – riguardo alle semplificazioni amministrative mediante un’autorizzazione unica. Chi volesse avviare un’impresa o consolidare quella esistente, rivolgendosi alla Zes attraverso un progetto (di avvio o di rilancio dell’impresa), avrà modo di dialogare con un solo Ente che, a seguito della domanda, indirà una Conferenza di Servizi per il rilascio dei permessi e il riconoscimento dei finanziamenti. Soldi che non hanno alcun limite minimo di soglia per accedervi. Abbiamo trovato deprecabile, tuttavia, il comportamento dei rappresentanti dei Comuni. Se al sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, vanno gli applausi poiché ha garantito la sua presenza per le tre le ore del convegno, insieme ai delegati di Serrara Fontana Tilde Trofa e Dario Iacono, ci sarebbe molto da dire specie su chi è stato assente, oppure ha abbandonato la sala. Chiedendo di parlare prima della tavola rotonda prevista con gli amministratori locali, il sindaco di Lacco Ameno ha lasciato i lavori. Presumiamo “per impegni istituzionali”. Salvo poi apparire nelle fotografie in occasione del Premio Ischia, per assistere alla conferenza sulla ricostruzione che ha avuto tra i relatori il Capo della Protezione Civile e il Commissario straordinario alla ricostruzione, l’on. Legnini All’ex sindaco di Forio, Francesco Del Deo, che ha partecipato ai lavori sulla ZES Unica in qualità di imprenditore, è stato perfino chiesto di “rappresentare” il suo Comune. Ruolo che ha accettato con non poco imbarazzo garantendo però compostezza e responsabilità istituzionale pur non ricoprendo nessun ruolo nella maggioranza.

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Abbiamo trovato deprecabile, tuttavia, il comportamento dei rappresentanti dei Comuni. Se al sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, vanno gli applausi poiché ha garantito la sua presenza per le tre le ore del convegno, insieme ai delegati di Serrara Fontana Tilde Trofa e Dario Iacono, ci sarebbe molto da dire specie su chi è stato assente, oppure ha abbandonato la sala

Dignità e responsabilità sono mancate negli amministratori assenti. Sull’intervento di Pascale. Si può sintetizzare nell’affermazione approssimativa “se non vedo, non ci credo”. Oltre al suo “non detto”, da cui emerge la critica allo strumento della Zona Economica Speciale, in parte dobbiamo dargli ragione. Non per l’affermazione in se che ci lascia basiti, anche perché mostra un atteggiamento di derisione nei confronti di uno strumento previsto dalla Legge. Al contrario, perché gran parte del tessuto imprenditoriale isolano – se c’erano imprenditori erano pochi! – era assente mentre Federalberghi, con Ermando Mennella che ha sostituito il presidente Luca D’Ambra, ha cercato di compensarne il vuoto. Se la strategia era quella di rimanere indifferenti al teatro delle possibilità, non è mancato il ruolo di soubrette da parte di una ghenga di amici del cui comportamento si potrebbe fare anche a meno.

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