LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Figli di un “dio” minore»

Se guardiamo bene, è uno dei casi in cui è evidente l’assenza di dialogo. Che è già tanto. Ad allargare lo sguardo è ciò che succede sull’isola a ogni livello. A cominciare dall’intesa che manca tra le sei amministrazioni, a volte anche tra gli uffici di queste. Fino ad arrivare a ciò che è mancato nel giorno dell’epifania tra il “governo” di Giacomo Pascale e Don Pasquale della Parrocchia di SS. Annunziata in Santa Maria delle Grazie sul corso di Lacco Ameno. Abbiamo visto lo “scontro” manifestarsi in occasione dei riti religiosi organizzati in Parrocchia alle 11 del mattino per consentire ai ragazzi di partecipare, e quelli ludici programmati dal Comune in Piazza Santa Restituta dalle 10 alle 12.

Se guardiamo bene, è uno dei casi in cui è evidente l’assenza di dialogo. Che è già tanto. Ad allargare lo sguardo è ciò che succede sull’isola a ogni livello. A cominciare dall’intesa che manca tra le sei amministrazioni, a volte anche tra gli uffici di queste. Fino ad arrivare a ciò che è mancato nel giorno dell’epifania tra il “governo” di Giacomo Pascale e Don Pasquale della Parrocchia di SS. Annunziata in Santa Maria delle Grazie sul corso di Lacco Ameno

Befane a parte, la lamentela di Don Pasquale si è focalizzata sulla necessità di collaborare, almeno di discutere tra Enti, e cercare un punto d’incontro. Anche per eliminare coincidenze e comunque ogni tipo di sovrapposizione. Il dialogo è stato l’assente ingiustificato, infatti non c’è stato.

Una mini telenovela che sembra tratta da un romanzo più ampio che nasconde una mancanza oceanica. Colmarla, di questi tempi, non potrebbe farci altro che bene (comune). L’ennesimo esempio di cortocircuito (nel dialogo, ndr) ci mette di fronte un mondo dallo sviluppo «inquietante» e «doloroso». Tanto da farci giungere all’idea che non esiste solo una frattura tra sacro e profano, ma le radici, ben più profonde e a un tempo superficiali, sono seccate proprio nella comunicazione, nella parola. Consci che per favorire la “com-unione” non basterebbe una preghiera, bisognerebbe ripartire dalle basi e individuare le ragioni per cui ancora, ad esempio, sopravvivono calendari e programmi tra amministrazioni che si fanno concorrenza le une con le altre alla ricerca di un paradiso effimero e claudicante.

Una mini telenovela che sembra tratta da un romanzo più ampio che nasconde una mancanza oceanica. Colmarla, di questi tempi, non potrebbe farci altro che bene (comune). L’ennesimo esempio di cortocircuito (nel dialogo, ndr) ci mette di fronte un mondo dallo sviluppo «inquietante» e «doloroso»

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Tutte a rincorrere l’evento più bello, il cantante meraviglioso, il Natale o l’epifania più gioiosa – tralasciando la mancanza di azioni di politica economica con effetti nel lungo periodo, l’economia in crollo, il turismo e il commercio che annaspano insieme ai cartelli “vendesi” o “affittasi” che mantengono le vetrine dei negozi – il problema non è soltanto di Lacco Ameno.

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Nell’insieme, si srotola e avvolge l’isola da Ischia a Forio, passando per Casamicciola, Serrara e Barano. Nel film “Palombella Rossa” di Nanni Moretti, del 1990, il protagonista in una scena ci ricorda che “le parole sono importanti”. In riguardo alle parole “sbagliate” e all’uso di quelle inappropriate. Più di trent’anni fa almeno le parole c’erano. Vuote, magari prive di significato, ma erano presenti. Oggi a sostituirle c’è il silenzio. Come quello che producono le attività in vendita o gli imprenditori, cui spesso manca la parola per descrivere il decadimento strutturale di un’isola che vive di ricordi invernali ed epifanie estive. O quello dei sindaci di fronte alle proposte o alle ipotesi di rilancio, tanto economico quanto turistico, avanzate da più parti. Meglio il silenzio. O comunque l’immobilità, il mutismo.

Nel film “Palombella Rossa” di Nanni Moretti, del 1990, il protagonista in una scena ci ricorda che “le parole sono importanti”. In riguardo alle parole “sbagliate” e all’uso di quelle inappropriate. Più di trent’anni fa almeno le parole c’erano. Vuote, magari prive di significato, ma erano presenti. Oggi a sostituirle c’è il silenzio

Si evita così di dover mentire e mostrare che, no, non c’è alcuna voglia di parlarsi. Neanche quella di sentirsi in comunità e nel confronto trovare una soluzione. Ad esempio spostare di qualche ora la distribuzione di caramelle nella piazza di Lacco Ameno. Oppure organizzarsi per evitare confusioni. Alla fine ognuno ha la sua chiesa. Anche nella piccola Parigi il silenzio val bene una messa.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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