«Caffè Scorretto» «Francesco De Siano, matricola 0121000348»

La perseveranza vince ogni sfida. La storia di Francesco De Siano è fatta di episodi silenziosi, di ostacoli e cadute dopo le quali si è sempre rialzato. Francesco, “il comandante” di Lacco Ameno, o Acab come qualcuno lo aveva soprannominato, al contrario del personaggio nel romanzo “Moby Dick” di Herman Melville, impegnato nella sua caccia senza tregua alla balena bianca che gli ha portato via una gamba, non ha mai dimostrato ossessione e vendetta. Nemmeno si è fatto consumare dalla rabbia e dal desiderio di rivalsa che ha portato Acab a sacrificare la sua stessa vita e quella dei suoi uomini.
La perseveranza vince ogni sfida. La storia di Francesco De Siano è fatta di episodi silenziosi, di ostacoli e cadute dopo le quali si è sempre rialzato. Francesco, “il comandante” di Lacco Ameno, o Acab come qualcuno lo aveva soprannominato
Al contrario ha dimostrato di essere un uomo di grande coraggio e determinazione davanti al destino ineluttabile che non può essere cambiato o evitato. Pochi giorni fa ha coronato il suo sogno laureandosi nel percorso magistrale in Scienza e tecnologie della navigazione presso l’Università di Napoli “Parthenope”.
Il particolare corso degli eventi è stato reso ancora più incredibile dalle difficoltà che ha dovuto sostenere nella sua vita. A 22 anni, Francesco s’imbarcò su una nave per la gavetta che normalmente affronta chi ha deciso di diventare comandante di lungo corso. Era davanti alle coste russe quando fu colpito da febbre alta e dolori ai muscoli: encefalomielite fulminante, fu il verdetto. Paralisi totale e difficoltà a deambulare e muoversi, alimentavano il quadro tragico della situazione e lo costrinsero a restare a terra. Ricoverato in un ospedale russo vi rimase per almeno tre mesi mentre la famiglia tentava di accelerarne il rientro mobilitando i canali diplomatici. Il suo sogno di diventare un ufficiale, ormai, si era infranto. Al suo posto il dramma, un incubo.
Al contrario del personaggio nel romanzo “Moby Dick” di Herman Melville, impegnato nella sua caccia senza tregua alla balena bianca che gli ha portato via una gamba, non ha mai dimostrato ossessione e vendetta. Nemmeno si è fatto consumare dalla rabbia e dal desiderio di rivalsa che ha portato Acab a sacrificare la sua stessa vita e quella dei suoi uomini
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Tornato in Italia, a Milano si sottopose a un lungo periodo di riabilitazione prima di tornare sull’isola accompagnato da un giudizio poco rassicurante. La malattia degenerativa lo avrebbe costretto a fare i conti con le complicazione e scoprire, via via, che i problemi oltre ai muscoli avrebbero interessato anche la vista. Imparare a camminare di nuovo, essere autonomo e indipendente sono state un’impresa.
Da allora ne è passato di tempo, fatto anche di stampelle che utilizzava per aggrapparvisi a volte non senza sconforto. Nonostante ciò, Francesco non si è mai arreso. Ha continuato a lottare per raggiungere il suo obiettivo. Dopo il ritiro per motivi di salute, circa dieci anni fa, dal lavoro al Comune di Lacco Ameno, ha ripreso a studiare. Ieri, nella seduta di laurea alla Scuola Interdipartimentale delle Scienze, dell’Ingegneria e della Salute, ha presentato la tesi “Misure di protezione strutturali e non strutturali delle coste: un caso studio del sud Italia”. Il 110 e lode è frutto di anni di studio e impegno, nonostante le complicazioni che l’hanno accompagnato ogni giorno. Francesco è riuscito a superare la sua sfida. Verso se stesso e verso l’impotenza. Costanza e desiderio di completare un ciclo di studi universitario hanno costruito i pilastri che, di solito, tengono in piedi il tempio dell’esempio. “L’ho voluto fortemente e finalmente ho raggiunto il mio obiettivo”, ha detto Francesco commosso.
Da allora ne è passato di tempo, fatto anche di stampelle che utilizzava per aggrapparvisi a volte non senza sconforto. Nonostante ciò, Francesco non si è mai arreso. Ha continuato a lottare per raggiungere il suo obiettivo. Dopo il ritiro per motivi di salute, circa dieci anni fa, dal lavoro al Comune di Lacco Ameno, ha ripreso a studiare
“La determinazione e la mia voglia di raggiungere lo scopo che mi ero prefissato hanno vinto sulla mia condizione. Sono felice”. La sua è una storia, un racconto fatto di numerose vite e significati. Di come spesso dietro un numero di matricola si celi, nascosta in bella vista, il mix d’insistenza insieme alla voglia di superare anche gli intralci più grandi.


Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci