LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Gli alieni, esistono» 

Orsù, brindiamo al nuovo anno. Facciamolo con la consueta coltre di nebbia che ci caratterizza, quando dobbiamo parlare del “nostro” futuro. Prima però una notizia che potrebbe avere dell’incredibile, almeno per chi spera di poter guardare oltre l’orizzonte di questo fascinoso universo, cielo fatto di stelle sotto il quale ci troviamo tutti. L’ex direttore dei Progetti spaziali israeliani, Haim Eshed, rilanciato dal Jerusalem Post (qui, il link alla notizia: https://www.jpost.com/omg/former-israeli-space-security-chief-says-aliens-exist-humanity-not-ready-651405 ), ha detto che gli alieni esistono.

Per farla breve, in pensione dal 2011 il signor Eshed ha lavorato per 30 anni per il Ministero della difesa d’Israele, inoltre ha ricoperto il ruolo di capo dell’Intelligence militare israeliana ed è stato insignito per ben tre volte dell’Israel Security Award. Non l’ultimo degli sprovveduti. Non solo ha affermato nell’intervista che gli alieni esistono ma ha anche detto della possibilità che siano (già, da tempo) tra noi ed hanno costituito una “Federazione Galattica” con lo stesso Israele e gli Stati Uniti. La notizia, che lui stesso mette in relazione con la creazione della Space Force da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump come quinto ramo delle forze armate statunitensi, sarebbe declinata con il contagocce, almeno fin quando l’umanità non sarà pronta e per evitare casi d’isteria collettiva (e mondiale). Ciò ha dichiarato Eshed che ha deciso di “parlare” adesso perché il panorama accademico sta cambiando. “Se avessi escogitato quello che sto dicendo oggi cinque anni fa, sarei stato ricoverato in ospedale. Oggi parlano già in modo diverso. Non ho niente da perdere. Ho ricevuto lauree e premi; sono rispettato nelle università all’estero, dove anche la tendenza sta cambiando”.

E mentre l’ orientamento cambia, a livello planetario e, a questo punto, cosmico, ci fa bene continuare a rilevare che la nostra, sull’isola, resta immobile, invariata, non pervenuta. Pare se ne siano perse le tracce nel triangolo delle “Bermuda” – perché ci piace stare rilassati sulla spiaggia ad aspettar giornate migliori – tra Ischia, Procida e Napoli. Il presente, va ripetuto a costo di apparire come una campana stonata, non fiorisce quando il terreno non è coltivato e lavorato prima. Dalle ultime interviste ai sindaci, a parte qualcuno, sembra che la tendenza, sebbene incorniciata in una sorta di speranza per agevolare il lavoro di squadra, sia proprio questa. Un “aspettiamo e vediamo che succede”. È vero, solo il tempo, il passare certo dei mesi e delle stagioni, ci potrà confermare se c’è, oppure no, la voglia di partire da una nuova consapevolezza. Tuttavia lo “stallo” in cui i primi cittadini dell’isola d’Ischia sono caduti da tempo, si evidenzia in parte dalle parole che hanno usato nei loro interventi nell’augurare il buon anno. Per l’altra, questa dimensione di “mancata rivoluzione permanente” si nota nei continui “appelli” a vuoto scritti da queste pagine, da Franco Borgogna – che nel suo ultimo intervento ha mosso domande ai sindaci alle quali si potrebbe attendere qualche risposta/segnale dall’universo dei comuni – e da Mizar come da Giuseppe Mazzella che nei mesi scorsi ha anche lanciato un “manifesto” per chiamare a raccolta enti, associazioni e intellettuali nel tentativo di mettere al vaglio quest’odierna società (politica) isolana zavorrata nell’immobilismo.

Se è un pregiudizio affermare che al progredire della tecnica – all’alba pure della costituzione di una Federazione Galattica – corrisponde proporzionalmente l’aumento dell’intelligenza umana, non è certo meno importante aspettarsi, all’alba di cambiamenti che sono già in moto, una collaborazione più proficua tra gli imperatori dei pianeti, e interessi, che orbitano intorno all’isola. È un fatto, ormai, che ai nostri amministratori manchi una visione strategica (nell’illusione che “visione” e “strategia” si sappia come tradurle in comportamenti concreti), capace di spostare la frontiera di Ischia un po’ più in là e tracciarne una nuova. Un uomo, un politico, per venire a noi un sindaco, che assume ruoli istituzionali, in un territorio che oggi resta preda dei meccanismi di cambiamento globale, a maggior ragione, non può comportarsi come un software o un sistema operativo obsoleto. Oggi, più di ieri, ha una responsabilità maggiore oltre a dover amministrare il comune in cui è stato eletto. Non si tratta di sacrificarsi oltre l’impossibile, al contrario si richiede un nuovo settaggio per favorire un nuovo dialogo, una nuova comunicazione – possibilmente saldata su codice di condotta e regole condivise – tra i pianeti isolani. Non mi riferisco certo alla costituzione di una Federazione Galattica tra comuni, certo che no, ma a qualcosa che sappia coniugare e mettere insieme gli interessi per crearne uno solo a favore di Ischia. Un piccolo “salto” di qualche anno luce nella prospettiva amministrativa, in definitiva. Cedere alla tentazione di fare qualcosa di memorabile, per altro verso, smorzando il piattume nevrotico. Segnali, insomma. Dateci un segno della vostra presenza, alieni.  

 Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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