ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Barano, un altro schiaffo alla storia: sfregiato l’arco dell’acquedotto ai Pilastri

Non c’è mai pace per lo storico “Acquedotto dei Pilastri”. Ancora consistenti danni alle arcate costeggiate dalla sede stradale. Sembrano morsi di un mostro che hanno addentato le due spalle dell’arco dell’Acquedotto dei Pilastri. Un consistente strappo di pietre laviche e mattoncini di creta all’altezza della strada che collega Pilastri con Via Spalatriello. Come le tre scimmiette di Desmond Morris che hanno fatto epoca: nessuno sente, nessuno vede, nessuno parla. Con molta probabilità, il mostro, è un camion che ha letteralmente sradicato le pietre che costituivano il sostegno della muratura vecchia di oltre tre secoli. Due errate manovre (una all’andata e l’altra al ritorno) durante il passaggio che ha aggredito l’opera di stile romano che è uno dei “monumenti simbolo” di Ischia, oltre che d’ingegneria idraulica di valore storico.

Dalla storia turbolenta, l’opera è senza pace, sfregiata di continuo. Particolarmente danneggiata l’arcata di passaggio che varca il confine tra Ischia e Barano. Già due anni fa un camion strappò le pietre della struttura sul versante ischitano, ma i danni maggiori sono sul versante baranese. Lungo l’arco in Via Spalatriello addirittura sono numerosi i mattoncini in creta che caratterizzavano e costituivano l’arcata: scomparsi, letteralmente divelti e inghiottiti in un buco nero senza nome. Le riparazioni? Peggiori del male. Il restauro è composto da qualche palata di cemento al posto delle pietre secolari sottratte sul lato del Comune di Ischia. Ancor più irreverente ed agghiacciante la messa in sicurezza nel territorio del Comune di Barano. Due travi di ferro in tensione rappresentano il sostegno “artistico” d’alta ingegneria di restauro a ciò che rimane dell’antico arco. Autentici schiaffi alla storia, profondi sfregi alla nostra storia sempre più indifesa e violentata.

Ma sono circa 550 metri di opera monumentale che continuamente subiscono violazioni e danneggiamenti. Violazioni che indignano, avviliscono in uno scenario sempre più deturpato da aggressioni irriverenti e violente. Tutto questo, come spesso accade, tra una scandalosa indifferenza generale di una società in costante declino, sempre più avvolta da un imbarbarimento che trova l’humus nel dilagante tessuto sub culturale e che lascia come un film d’altri tempi: senza parole.

Luigi Balestriere

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex