«Caffè Scorretto» «Incontri con storie e uomini straordinari»
Il celebre scrittore Joseph Conrad, autore di “Cuore di tenebra” e altri capolavori, aveva difficoltà a spiegare alla moglie che quando si fermava a guardare fuori dalla finestra stava lavorando. Parafrasandolo, come si può spiegare che incontri, rappresentazioni o alcune presentazioni di libri specie quelle che hanno a che fare con la storia, sono la (nostra) finestra per guardare l’orizzonte degli eventi – passati – oltre che la rievocazione e l’occasione per afferrare e “lavorare” sulla memoria collettiva?
Grazie agli eventi organizzati alla Colombaia, gli ultimi con il giornalista, conduttore e saggista Umberto Broccoli che ha raccontato alcuni tratti della vita di Luchino Visconti e con lo scrittore Maurizio De Giovanni sulla nascita di storiche canzoni napoletane, si è spalancata una porta. Ne siamo stati testimoni. Allo stesso modo venerdì e domenica della scorsa settimana si è aperto un panorama esteso, imponente. Rispettivamente a Villa Arbusto a Lacco Ameno e al Chiostro di Forio, relazioni e aneddoti, ricordi e storielle hanno diffuso il loro profumo e trasportato il sapore e l’intensità di esistenze vissute tanto da poterle toccare una volta collocate nel tempo come tessere di un puzzle nella sensazione di potercisi immergere quasi fosse un mare in attesa di essere esplorato. Nella certezza che non c’è un distacco, ma anzi siamo parte integrante di quell’Oceano di memoria, è il ricordo allora che si fa raccordo con il presente.
Il celebre scrittore Joseph Conrad, autore di “Cuore di tenebra” e altri capolavori, aveva difficoltà a spiegare alla moglie che quando si fermava a guardare fuori dalla finestra stava lavorando. Parafrasandolo, come si può spiegare che incontri, rappresentazioni o alcune presentazioni di libri specie quelle che hanno a che fare con la storia, sono la (nostra) finestra per guardare l’orizzonte degli eventi – passati – oltre che la rievocazione e l’occasione per afferrare e “lavorare” sulla memoria collettiva?
Passando per il “cor” con i “Dolci affanni e i suoi teneri moti” come scriveva Leopardi. Il cuore in fondo è la chiave di volta. Attraverso di esso e una diversa sensibilità si può modellare la pietra angolare. Con la sua forma a cuneo è in grado di adempiere al mantenimento degli elementi costruttivi disposti uno a fianco dell’altro, divenendo parte indispensabile per scaricare il peso sui pilatri dell’oggi. In ordine di tempo, dei recenti appuntamenti – a Lacco Ameno e a Forio – dobbiamo citare due uomini straordinari. Il primo è Giuseppe Iacono. Venerdì, ha messo in scena “Spegnete sempre le luci”, lavoro evocativo sulla vita di Angelo Rizzoli.
Scritto ed eseguito magistralmente nella forma di monologo (con le grafiche di Claudio Cappello), l’attore e regista è riuscito in poco più di due ore a rievocare un Rizzoli inedito, quasi riportandolo in vita. Non perché sia sconosciuta la storia dell’imprenditore milanese che lo vede nascere povero per poi dedicarsi con ambizione, dedizione e senso di riscatto a cogliere occasioni per migliorare la sua come le vite degli altri. Al contrario Iacono con la capacità che gli è propria, ha saputo tenere il pubblico incollato alla sedia, stimolandone l’attenzione. Nel rimbombare di date e storie a esse collegate che devono bruciare velocemente (nel racconto) perché non possono tollerare un tempo diverso dalla propria avventura breve ed eroica, ha contemporaneamente trafitto, cucito e modellato il carattere spigoloso ma determinato di un uomo la cui figura appare gigantesca, fragile e inquieta, che – si dice – fumava ottanta sigarette ogni giorno, giocatore d’azzardo ma compassionevole con chi ne aveva bisogno.
In ordine di tempo, dei recenti appuntamenti – a Lacco Ameno e a Forio – dobbiamo citare due uomini straordinari. Il primo è Giuseppe Iacono, il secondo è Guerino Cigliano
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Un uomo che agendo su di sé e per gli altri ha modificato il proprio ma soprattutto il destino di molte persone (andando oltre, anche quello di un’isola la cui economia fino al momento precedente al suo arrivo si basava su pesca e artigianato).
L’altro uomo straordinario è Guerino Cigliano. Storico direttore dell’Albergo della Regina Isabella – costruito e “fatto” da Rizzoli che a tal proposito diviene il fil rouge, diretto o indiretto non importa – nella sua carriera professionale ha raccolto testimonianze d’incontri, episodi e battute che ha appuntato in brevi annotazioni. Le ha sistemate tutte nel libro “La mia Ischia favolosa”. Presentato per la prima volta il 25 agosto scorso sul Castello Aragonese, il prossimo appuntamento è programmato per domenica 22 settembre a Villa Arbusto alle 19 – luogo che si ricollega nuovamente alla figura del “Commenda” Rizzoli – con la moderazione insostituibile di Ciro Cenatiempo, Cigliano ha messo “insieme” scorci potenti e appassionanti da assaporare che hanno per protagonisti uomini e donne. Alain Delon, Sofia Loren, Monica Vitti, l’avvocato Gianni Agnelli, Jacqueline Kennedy e Onassis, Peter Ustinov, per citare alcuni degli ospiti che si sono alternati a Lacco Ameno, portavano i loro drammi e le proprie fortune umane. “Abitavano” per settimane l’Albergo della Regina Isabella, per rifugiarsi o per “nascondersi” consapevoli che nessuno avrebbe violato la loro privacy.
Cigliano ha messo “insieme” scorci potenti e appassionanti da assaporare che hanno per protagonisti uomini e donne. Alain Delon, Sofia Loren, Monica Vitti, l’avvocato Gianni Agnelli, Jacqueline Kennedy e Onassis, Peter Ustinov, per citare alcuni degli ospiti che si sono alternati a Lacco Ameno, portavano i loro drammi e le proprie fortune umane. “Abitavano” per settimane l’Albergo della Regina Isabella, per rifugiarsi o per “nascondersi” consapevoli che nessuno avrebbe violato la loro privacy
Il già direttore dell’Albergo Regina Isabella nei suoi racconti, alcuni letti da suo figlio Giulio durante la presentazione, evidenzia lo sviluppo interessante di Lacco Ameno e dell’isola che con quel turismo d’élite e la venuta di personaggi di rilievo internazionale ebbe un rapporto inebriante e furioso, dal preludio impetuoso cui segue – e oggi non abbiamo difficoltà a evidenziarlo – fatalmente un finale pallido. Nel quale, fortunatamente, è proprio la straordinarietà come il modo di testimoniare il passato nella pelle della memoria che “tiene” la volta, per evitare che possa cadere e crollare miserabilmente al suolo.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci