«Caffè Scorretto» «Intelligenza (politica) artificiale»

La notizia risale allo scorso novembre 2024. Definita una bomba atomica, arriva dalla Germania. Ci sarebbe un nuovo software nel campo dell’editoria, supportato dall’intelligenza artificiale. Sarà in grado di prevedere il successo di un libro, anche solo sulla base di un titolo e di poche righe della trama. Ossia quanto venderà in libreria, con una percentuale di previsione pari all’85-90%. Il problema vero è che in caso si adottasse questo sistema, i libri – tutti, non dimenticando gli autori – potrebbero rischiare di conformarsi e omologarsi a uno standard con grave pericolo per il lettore di trovarsi di fronte a pubblicazioni l’una fotocopia dell’altra, per struttura e per contenuto.
La notizia risale allo scorso novembre 2024. Definita una bomba atomica, arriva dalla Germania. Ci sarebbe un nuovo software nel campo dell’editoria, supportato dall’intelligenza artificiale. Sarà in grado di prevedere il successo di un libro, anche solo sulla base di un titolo e di poche righe della trama. Ossia quanto venderà in libreria, con una percentuale di previsione pari all’85-90%. Il problema vero è che in caso si adottasse questo sistema, i libri – tutti, non dimenticando gli autori – potrebbero rischiare di conformarsi e omologarsi a uno standard con grave pericolo per il lettore di trovarsi di fronte a pubblicazioni l’una fotocopia dell’altra
L’intelligenza artificiale potrebbe “scartare” tutto ciò che è azzardato, al limite dello sperimentale e innovativo, ed escludere così dalle classifiche anche quelli che col tempo potrebbero diventare e ascriversi nella categoria dei capolavori.
Ci perderemmo, in breve, “l’imprevedibilità” del nuovo, per rifugiarci in qualcosa di precostituito, per lo più piatto. Cosa che dati i tempi pieni di angosce e speranze sgonfiate, non farebbe che evitare pubblicazioni di una certa sostanza, per dirottare l’attenzione – e il lettore – verso lidi (di lettura) più sicuri per il mercato (e per gli editori). Poiché nelle classifiche attuali prevalgono generi romance come i gialli, l’uso di questa nuova AI confermerebbe il sintomo o perfino una deriva in voga da qualche decennio riguardo alla «ricchezza» dell’offerta. Nell’augurio di fare cosa gradita, in questa Pasqua appena trascorsa all’insegna del messaggio che narra della resurrezione raccontata dai Vangeli, ma anche della morte di Papa Francesco proprio nel giorno dell’annuncio che Cristo non è più nel Sepolcro, si può alzare la provocazione.
Dal livello circa la presenza dell’intelligenza artificiale pure nell’editoria a quello della politica di casa nostra. Caratterizzata, in generale, più dall’assenza d’intelligenza politica e rispetto verso chi ha sostenuto una certa scelta, ad esempio votare quel sindaco o continuare a sostenerne la maggioranza, che non dal presentare al proprio elettorato qualcosa di veramente straordinario e fuori dal comune
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Dal livello circa la presenza dell’intelligenza artificiale pure nell’editoria a quello della politica di casa nostra. Caratterizzata, in generale, più dall’assenza d’intelligenza politica e rispetto verso chi ha sostenuto una certa scelta, ad esempio votare quel sindaco o continuare a sostenerne la maggioranza, che non dal presentare al proprio elettorato qualcosa di veramente straordinario e fuori dal comune. Incapace, per dirla in altre parole, di sviluppare – nelle persone – un senso di riscatto e formidabile oltre che sano egoismo collettivo. Se le provocazioni rappresentano il sale della politica, come i libri lo sono per la conoscenza, il nostro è uno strenuo tentativo di rendere il piatto isolano meno insipido rispetto a ciò che è prestabilito. Da cui si potrebbe cominciare perfino una discussione seria tra le parti in gioco. Facciamo un esempio. A Lacco Ameno, quel che si ricava da quasi un decennio di sindacato Pascale, su tutto, è l’attività progettuale e cantieristica di questi ultimi mesi.
Spiagge, ripascimenti, avvio di lavori per la riapertura degli scavi di Santa Restituta e ristrutturazione del cimitero potrebbero definirsi piccoli grandi snodi per ricordare “al popolo” che in qualche modo la politica è presente. Un cantiere a cielo aperto che avrà sicuramente conseguenze positive ma di cui, però, va evidenziata la tempistica riguardo la messa in opera. Ciò si rifarebbe a un “principio” – che ha trovato spesso applicazione non solo in quel Comune – secondo cui è bene concentrare i lavori in prossimità delle elezioni poiché bisogna dimostrare alle persone che la politica e chi l’amministra non si è dimenticata del proprio ruolo. Se, al contrario, le attività fossero diluite nell’arco dei cinque anni – di un’amministrazione – solo in pochi si ricorderebbero delle infrastrutture realizzate e ciò potrebbe non essere adatto specie in funzione di una rielezione. Questo sembrerebbe essere il motivo di base per cui la cittadella di Lacco Ameno in questi ultimi mesi dell’ultimo anno dell’amministrazione Pascale è divenuta una fabbrica d’imprese. Quattro anni di quasi invisibilità, senza valutare il quinquennio precedente, che si sta cercando di equilibrare nell’ultimo con straordinari arsenali di maquillage pubblico. Che, a guardar bene, di “straordinario” per lo sviluppo locale – e commerciale come quello collettivo – non hanno nulla se non l’ampiezza dell’opera. Si è preferito più l’impatto di quest’ultima, “sbloccata” nell’ultimo periodo tanto da equipararsi alla preparazione all’esame di maturità intrapresa negli ultimi tre mesi invece che nei cinque anni precedenti.
A Lacco Ameno, quel che si ricava da quasi un decennio di sindacato Pascale, su tutto, è l’attività progettuale e cantieristica di questi ultimi mesi. Spiagge, ripascimenti, avvio di lavori per la riapertura degli scavi di Santa Restituta e ristrutturazione del cimitero potrebbero definirsi piccoli grandi snodi per ricordare “al popolo” che in qualche modo la politica è presente. Un cantiere a cielo aperto che avrà sicuramente conseguenze positive ma di cui, però, va evidenziata la tempistica riguardo la messa in opera
Un tipo di politica, ci viene da dire, non più in linea con standard ai quali i tempi moderni ci costringono. Che mette da parte tutto ciò che tende a innovare, anche in termini di politica economica a favore di asset come commercio e turismo. Che non incoraggia gli investimenti oltre che manifestare l’incapacità di attrarre nuovi imprenditori. Se il ragionamento di una politica deteriorata si muove su questi canoni, la possibilità – per assurdo – di usare l’intelligenza artificiale, in luogo di quella umana, inserendo il nome del sindaco che l’ha adottata e qualche riga della trama amministrativa, dubitiamo possa venirne fuori un capolavoro e una stima di previsione positiva. Senza voler discutere il volume di affari di quelle opere – magari si realizzerà nei prossimi anni – difficile trovarsi di fronte a una situazione peggiore di questa che tende al conformismo e scarta ogni innovazione nell’amministrazione della cosa pubblica. Con o senza intelligenza artificiale.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci