LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Io sono giostra»

Se qualcuno mi chiedesse se sono pessimista, posto che possa interessargli la risposta perché, si sa, a volte delle opinioni degli altri spesso ci interessa poco o niente, gli direi che probabilmente lo sono ma a tratti. A volte proprio perché l’ottimismo si confonde con il pensare positivo sempre e comunque, da cui discende un modo di vedere la realtà abbastanza ingenuo, meglio restarne a debita distanza. Lo slogan “andrà tutto bene” l’abbiamo conosciuto durante la pandemia e sappiamo dove siamo finiti. Per capirci, però, non tutto è positivo come non tutto è negativo. Chi è abituato a perdere tempo ad affermare che il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, rischia di sprecare una grossa occasione. Vale a dire fermarsi e fotografare i fatti come sono realmente e agire di conseguenza.

Ciò non esclude l’esistenza di entrambe le visioni, quella positiva e negativa, che convivono in un dato momento o in un fatto. La strada che stiamo percorrendo sull’isola non è per niente affascinante. Potrei citare anche il sistema Italia ma sprecherei spazio. Ovviamente il riferimento è alla società isolana che mostra dentro di se il bello e il brutto di un luogo comune che ancora aspetta l’arrivo di qualche tizio con doti messianiche col fine di proiettargli addosso una buona dose di (nostra) responsabilità. Si potrebbe accennare a vari fenomeni, dalla diffusione di sostanze stupefacenti all’erosione dei valori d’identità e cultura come il totale disinteresse, da parte di molti, alle vicende che riguardano la gestione della cosa pubblica. Siccome però trattare di temi pseudo filosofico intellettuali o sociologici, potrebbe non interessare, meglio passare al nocciolo della questione. La visione da pessimista si basa sulla direzione che ha preso l’isola e si tramuta nell’assenza di direzione da parte dei Comuni, della società nella sua interezza e nell’assenza di quel particolare interesse comune che dovrebbe caratterizzarci la vita. Sia chiaro, non tutto a Ischia è da buttare. Al contrario però ci sono fatti, uomini e situazioni che avrebbero necessità di essere rivisti, in qualche caso accartocciati e gettati nello scarico delle cose che non servono.

Giornali, politici e gregari dalla visione limitata, non escludendo una larga parte d’intellettuali e imprenditori, ci hanno abituati negli anni a girare in tondo a cose di poco conto e a colpi di schermaglie che manco all’asilo. E noi, lettori, spettatori per lo più passivi, oggi, dopo aver terminato il percorso di studi per diventare «babbei ad honorem», continuiamo a farlo da soli. Girando e rigirando le notizie attuali sembra di tornare all’inizio. Come ha evidenziato Raffaele Mirelli nel suo pezzo “in time lapse” della scorsa settimana, proponendo uno spaccato della vita sull’isola che a ben guardare è sempre la stessa, si ripete nel medesimo modo ogni anno. I segnali che hanno determinato il deragliamento –che richiedono la capacità di riconoscerli – se interpretati in tempo, avrebbero potuto invece indicarci una variazione. Addirittura una strada alternativa e limitare lo scenario negativo odierno sarebbe stato più facile. Ormai, per la verità, c’è una completa assuefazione alle cose che hanno perso il verso giusto. Non sarebbe più semplice ammettere che siamo imbambolati davanti alla mancata esplosione delle aspettative, arrivando alla conclusione che questo è il miglior risultato possibile? Se è così, cambiarlo, purtroppo, è quasi infattibile se non con uno sforzo maggiore. Da questa circostanza che ancora resiste a coprire tutto di pessimismo, cioè che non si potrà fare granché per mutare il corso degli eventi in loop, il passo è breve. Posto che la politica ha i suoi difetti, e non di rado si tuffa in lotte demenziali e mediocri per la conquista del potere, forse è arrivato il momento di partire da qui. Di prendere coscienza che l’isola è una giostra e il giostraio – forse sono più di uno – si preoccupa di farla girare tra una richiesta di un finanziamento pubblico e l’impressione, magari con qualche intervista buttata qui e li, che qualcosa cambierà davvero se arriverà una massa indefinita di soldi. Un dato, se preso per quello che appare potrebbe risultare sconfortante non poco, può rilevarsi attraverso la mancata costruzione di un serio dibattito su temi pubblici, specie per quelli di particolare rilevanza. Mettendo, purtroppo, da parte il Piano per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia (quello elaborato da Mimmo Barra che avrebbe concesso ai Comuni l’accesso a cospicui fondi regionali e nazionali) sul quale nessun politico ha detto finora pubblicamente una parola, sarebbe il caso di affrontare temi altrettanto seri come i servizi (non) erogati per i malati oncologici e le condizioni della Sanità isolana, la ripresa economica passando per il turismo e il Tribunale. Insomma alcune “persone” con il loro atteggiamento ci spingono ad accettare tutto passivamente, quasi fosse oro colato.

Ognuno ha la sua fetta di colpa ci mancherebbe. Tuttavia se il comportamento di un rappresentante del popolo – “popolo”: un parolone – pesa a tal punto da condizionare le scelte personali e queste diventano inevitabilmente negative, si può dire che insieme alla giostra girano anche gli zebedei o no? Magari se tutti si facessero una domanda del genere ne potrebbe venire qualcosa di positivo. Addirittura questi, gli zebedei umani, una buona volta, potrebbero riconoscere i propri simili in una parte della vita non solo precisamente intima ma anche pubblica. Il rischio però che la storia finisca nello stesso modo è grande. Che fare allora? Chi si avventura in quest’anti ciclone borioso prodotto da una diffusa mandria di idioti, sull’isola, deve continuamente procedere tra disordine quasi organizzato, appalti e – come sostiene qualche voce – mazzette, turisti prossimi per essere insaccati su autobus giganti come sardine in un panino farcito da pochi imprenditori e ugualmente pochi amministratori la cui maggior parte si concede al marketing e alla comunicazione trasformandosi in imprenditori e, infine, dulcis in fundo, tirannie di vario genere. Si, la politica ha i suoi difetti e la mediocrità nel tempo si è trasformata in normalità, forse è arrivato il momento di partire da qui. Le opportunità e le occasioni per guardare la realtà come è ci sono. Manca però sempre qualcuno capace di accorgersi che una giostra effettivamente c’è e, chissà, sarebbe meglio scendere.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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