LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Ischia è davvero l’isola del dialogo?»

Altro che Gramsci che sta tornando sulla scena, in Francia per esempio è tirato per la giacca un po’ da sinistra e un po’ da destra. A Ischia il potere non si conquista con le idee ma con la confusione. Meglio, mentre c’è chi si crogiola nell’illusione di combattere giustamente per i propri diritti, nel caos che si genera anche per mancanza di visione, c’è chi in sordina conquista il “potere”. Sarebbe meglio parlare di “podere”, nella considerazione che in ogni Comune c’è almeno una “famiglia” che con le sue ramificazioni e rappresentazioni lavora (per tenersi) la singola “colonia”. Federico Quaranta, nel programma andato in onda sabato scorso su Rai 2, ha descritto in modo superbo un’isola della quale – diciamocelo – tutti possiamo essere un po’ fieri. Piccola osservazione.

A Ischia il potere non si conquista con le idee ma con la confusione. Meglio, mentre c’è chi si crogiola nell’illusione di combattere giustamente per i propri diritti, nel caos che si genera anche per mancanza di visione, c’è chi in sordina conquista il “potere”. Sarebbe meglio parlare di “podere”, nella considerazione che in ogni Comune c’è almeno una “famiglia” che con le sue ramificazioni e rappresentazioni lavora (per tenersi) la singola “colonia”

Quest’orgoglio “isolano” facciamolo durare meno di un minuto per evitarci la sbornia del pavone. Insomma, con lo zampino del dinamico giornalista Franco Cavallaro e dell’imprenditore Marco Bottiglieri, “Il Provinciale” condotto da Quaranta e con il contributo della naturalista Mia Canestrini, ci ha dato un’immagine dell’isola che forse è sconosciuta, pure a chi vi abita.

Tuttavia, mi ha colpito una cosa che il conduttore ha detto nell’introduzione prima di andare alla scoperta di un territorio che andrebbe certamente “ritrovato” (pure) dagli isolani. “Ischia è il prodotto perfetto di un dialogo: da “dia-logos” vale a dire “attraverso la parola”. Il dialogo è lo strumento che abbiamo a disposizione per superare i contrasti che abbiamo con l’altro. Dialogo non significa cancellare la diversità di vedute, al contrario permette loro di convivere appellandosi a un Valore superiore e condiviso”. Ciò che ha detto Quaranta è vero solo in parte, partendo dalla considerazione che per “dialogare” serve una capacità di ascolto spesso fuori dal comune (ogni invito è puramente casuale). Nell’appello ad andare oltre, calando perciò la sua descrizione nell’attualità si nota quanto il “prodotto”, Ischia nello specifico, sia lontano anni luce da ciò che invece appare a chi ha la fortuna di visitarla come ospite. Quanto sia un siparietto a volte spinoso e spiritoso e faccia fatica a brillare per il buon gusto come per il dialogo, appunto, e quanto il suo corpo (sociale) sia diventato una specie di simulacro mentre al suo interno manchi del tutto la capacità di comunicare e individuare – come ha detto Quaranta – quel Valore superiore e condiviso a causa della sua separazione. Piccola provocazione. “Dialogo” è simile a “diavolo”, che a sua volta deriva dal verbo “dia-ballo” che significa separare, disunire, illudere, abbindolare. Una divisione, insomma, che si può declinare in vari modi, pensiamo alle amministrazioni che non dialogano tra loro, e si sostanzia in uno scollamento dalla realtà. Maria Ronga, sorella del regista Salvatore, in un post su facebook nei giorni scorsi ha evidenziato proprio questa dissociazione.

Mi ha colpito una cosa che il conduttore ha detto nell’introduzione prima di andare alla scoperta di un territorio che andrebbe certamente “ritrovato” (pure) dagli isolani. “Ischia è il prodotto perfetto di un dialogo: da “dia-logos” vale a dire “attraverso la parola”. Il dialogo è lo strumento che abbiamo a disposizione per superare i contrasti che abbiamo con l’altro. Dialogo non significa cancellare la diversità di vedute, al contrario permette loro di convivere appellandosi a un Valore superiore e condiviso”. Ciò che ha detto Quaranta è vero solo in parte, partendo dalla considerazione che per “dialogare” serve una capacità di ascolto spesso fuori dal comune (ogni invito è puramente casuale)

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“A Ischia si protesta contro il green pass, si usa la rotatoria di Piazza degli Eroi come deposito per i palloni e si dimenticano i problemi reali. Una mattinata di stop ai motori non risolve il problema del traffico, anche se piace comunicare diversamente. A guardarla da lontano, l’isola è “ripiegata su se stessa”, tra alberghi all’asta e lavoratori del turismo in agonia (a molti è stato negato il Trattamento di fine rapporto in previsione di una sospirata riassunzione l’anno successivo).

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Ferrandino e Di Vaia
Ferrandino e Di Vaia

L’incertezza assoluta. Si aspettano nuovi bonus da parte del Governo o assunzioni in vista delle prossime amministrative? Tra poco sarà Natale e ci concentreremo tutti sugli addobbi dei comuni e la vita scorrerà così, tra un post e l’altro senza risolvere un bel nulla. Fortunatamente il Napoli ha vinto, resta primo in classifica e campa cavallo”. Restando in superficie non entrando nel merito della riflessione, pur riconoscendo ad ognuno la libertà di protestare per ciò che ritiene giusto, si può già addentare qualcosa di sgradito. L’isola è innamorata da pseudo battaglie ed è più attratta dalla forma che dalla sostanza. Nell’assenza delle minoranze nei Consigli, nel tentativo di superare la deformazione sociale e superare la sbronza dell’estate prodotta dalle migliaia di turisti ed oltrepassare l’acquedotto di parole che i podestà come i loro seguaci diffondono nelle interviste, c’è chi un dialogo cerca di costruirlo davvero. Da mesi Mimmo Barra sta tentando di stimolare la popolazione isolana e le sei amministrazioni che esiste un “Patto per lo sviluppo” che potrebbe garantire la risoluzione di molti dei problemi che la Ronga cita nel suo post.

Piccola provocazione. “Dialogo” è simile a “diavolo”, che a sua volta deriva dal verbo “dia-ballo” che significa separare, disunire, illudere, abbindolare. Una divisione, insomma, che si può declinare in vari modi, pensiamo alle amministrazioni che non dialogano tra loro, e si sostanzia in uno scollamento dalla realtà. Maria Ronga, sorella del regista Salvatore, in un post su facebook nei giorni scorsi ha evidenziato proprio questa dissociazione.

Che la risposta, per affrontare alcune questioni che rischiano di diventare insanabili, sta nel “dialogo” tra le amministrazioni non nella loro separazione. Che il tempo sta per scadere e bisogna ritrovare oltre all’isola pure il buon senso, se il fine è uscire dall’eccesso di superficie e dedicarsi a quel che conta veramente.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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