«Caffè Scorretto» «Le perle false e le domande (da porci) reali»

Il tema è stuzzicante. Bisogna riflettere prima di opporsi al fiume di silenzio al napalm della maggior parte dei sindaci su ciò che finora è rimasto senza soluzione. Ben consci che potrebbe generare l’ilarità di qualcuno, per i primi cittadini isolani quali sono i settori strategici (comuni) su cui secondo loro bisogna puntare per avviare una ripresa dell’isola o, meglio, avviare un’operazione che non sia soltanto “turismo” o il maquillage “orto-sociale” delle fontanelle a Lacco Ameno? Se c’è una lista delle questioni d’interesse collettivo che richiama direttamente un interesse isolano sia per Ischia stessa sia per la Regione Campania, si potrebbe essere come minimo portati a leggerla e discutere sulle tracce di questioni che spesso osiamo definire “ataviche”.
A questa pace silenziosa simile a quella che contraddistingue il giorno dei morti, sulla raccolta dei rifiuti, per esempio, che ancora viene condotta in sei modalità differenti reinterpretando un modello costoso che come minimo dovrebbe essere ripensato, è concesso frantumarla a favore di una discussione d’insieme oppure non è concesso? Intanto una notizia: il Comune di Caivano sarebbe stato sciolto dal Consiglio dei Ministri a causa di infiltrazioni camorristiche proprio per la raccolta dei rifiuti – cosa che per la presenza di indagati illustri a tutti i livelli potrebbe “toccare” anche Ischia – e dopo numerosi arresti di politici e personaggi di spicco tra i quali c’è anche il presunto aiuto del dirigente del settore “lavori pubblici”. Politici e dirigenti, insomma, come riportato dall’ordinanza, «provvedevano a favorire l’affidamento dei lavori a ditte compiacenti, anche mediante determine motivate ingiustificatamente dalla somma urgenza degli interventi o attraverso gare oggetto di turbative». Oltre a formare una trama probabilmente oscura e fitta di abitudini nascoste anche da “noi”, sei modalità di raccolta allo stesso tempo schiariscono certi modi di fare basati sul frazionamento che, chissà come mai, facciamo fatica ad abbandonare. Una delle consuetudini isolane è aspettare che arrivi dal cielo una soluzione che puntualmente non siamo disposti ad accettare (perché l’ha detto Tizio o Caio che non godono del simpatico “nulla osta politico”) per ricadere nel circolo improduttivo dell’attesa fino all’ultimo, nella speranza che altre soluzioni più amiche possano trovare l’uscio di casa. Suvvia, non è forse anche questo comportamento parte integrante della sfumatura che caratterizza la bellezza di Ischia? Chiaramente in un ipotetico elenco dei settori strategici cui mettere mano, che per altro verso potrebbe avviare una sequenza di discussioni serie, oltre al problema del traffico che saltella da un sindaco all’altro, Comune dopo Comune, assieme alla mancanza di una posizione unitaria attraverso ordinanze “comuni”, si potrebbe richiamare l’attenzione sul fatto se esistono oppure no, piani “aggiornati” di protezione civile.
Non solo il traffico, quindi, o l’ingorgo creato da atteggiamenti – mentali – desueti rischiano di deprezzare l’isola ma anche l’ambiente “Ischia” corre il rischio di involvere meravigliosamente su se stesso mentre ci si affanna nell’organizzazione delle feste natalizie ponendo poca attenzione allo “stato dei luoghi”. Trasformare i rendez-vous tra i Sindaci, se ci sono, in qualcosa di più operativo creando un’intesa condivisa con l’indicazione dei risultati che si vogliono raggiungere nel breve-medio periodo dovrebbe essere una priorità altrettanto “condivisa” e pubblica. Altrimenti non resta che parlarci addosso, cosa nella quale siamo allegramente bravi, comprendendo quel mondo politico e amministrativo in cui c’è chi è notoriamente più abile di altri. Ciò che tutti aspettiamo, in fin dei conti, è una grande storia e ripresa comune. Che sappia mettere da parte il particolarismo del singolo e sia capace di cucire soluzioni per gli isolani allontanando l’abito psichico del “protagonismo da fascia” che, in fin dei conti, un po’ di allarme lo crea. Il menefreghismo, che pure da noi è una delle dorsali principali dello scarso sviluppo insieme alla superficialità e alla visione ridotta, ci ha travolto pure per la diffusa e scarsa coscienza civica che potrebbe non risparmiare neppure i gangli delle “nostre” amministrazioni. Ci serve un segnale in grado di dirci che un presidio, istituzionale e di legalità, ancora sussiste e insieme a una collaborazione inter comunale che sappia tener conto delle necessità collettive potrebbe essere l’inizio dell’equilibrio perfetto. E’ il momento di prendere il toro per le corna, mettere da parte i palcoscenici e le bolle personali e muoversi assieme. Perciò, cari sindaci, oltre l’ipnosi generata dalle interviste del momento che cosa ne pensate di partire per una nuova avventura “isolana” non più “isolata” che potrebbe generare un entusiasmo straordinario?
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci