«Caffè Scorretto» «L’evoluzione della società e della concorrenza»
Franco Battiato in un’intervista affermò che: “tutto si riduce sempre a una sola questione, non riesco ad allontanarmi dal concetto di evoluzione, per cui una bella persona è una persona evoluta”. Dopo averla letta, ci è venuto alla mente che forse al posto di “persona” si potrebbe sostituirle “società”. Per parlare di un pezzo di quella isolana. Nella quale in certi casi accade tutto e il suo contrario. La scorsa settimana ci siamo imbattuti nella notizia-denuncia riguardo ai bassi prezzi e alle tasse spesso non pagate con conseguenze negative sul turismo da parte di Bed & Breakfast che sull’isola lavorerebbero in regime di concorrenza sleale, mentre le strutture alberghiere andrebbero incontro a costi elevati per stare sul mercato.
La scorsa settimana ci siamo imbattuti nella notizia-denuncia riguardo ai bassi prezzi e alle tasse spesso non pagate con conseguenze negative sul turismo da parte di Bed & Breakfast che sull’isola lavorerebbero in regime di concorrenza sleale, mentre le strutture alberghiere andrebbero incontro a costi elevati per stare sul mercato
Un tema che richiederebbe, secondo noi, un’attenzione particolare. Perciò siamo d’accordo con chi non nasconde una certa insofferenza rispetto alle mancate soluzioni. A costo di distruggere una parziale verità, bisogna ricordare però d’includere nel flusso della concorrenza sleale e nell’insofferenza la posizione dei lavoratori dipendenti. Di cui si sente parlare pochissimo in occasioni pubbliche o sui giornali.
Sia riguardo a chi si trovasse all’interno dei B&B se prevista l’assunzione in questi appartamenti “dormi e fuggi”, sia per chi lavora nelle strutture ricettive “in regola” e in possesso di licenze, autorizzazioni e stelle di ogni ordine e grado. Nessuno apertamente si è spinto sul terreno di tali considerazioni. Esistono alberghi in cui sono stati proposti perfino 900 euro per quaranta giorni di lavoro, segno che la pratica è comunque preoccupante. Il tutto, ovviamente, a scapito d’imprese che con fatica riescono a mantenere standard elevati o nella media. Sembra ovvio. Poiché l’ovvio non è mai scontato, diversamente il semplice elencare dinamiche poco corrette avrebbe scatenato le Erinni dell’Ispettorato del Lavoro e i controlli a tappeto delle Forze di Polizia, finora non abbiamo visto alcuna sommossa “popolare”. Nemmeno ci hanno segnalato d’imprenditori scagliarsi nei confronti di aziende (i cui nomi potrebbero entrare tranquillamente nel flusso della concorrenza sleale) che usano le agenzie di somministrazione del lavoro per evitare la congruità nella retribuzione e scaricarne i costi sul lavoratore.
Poiché l’ovvio non è mai scontato, diversamente il semplice elencare dinamiche poco corrette avrebbe scatenato le Erinni dell’Ispettorato del Lavoro e i controlli a tappeto delle Forze di Polizia, finora non abbiamo visto alcuna sommossa “popolare”. Nemmeno ci hanno segnalato d’imprenditori scagliarsi nei confronti di aziende che usano le agenzie di somministrazione per evitare la congruità nella retribuzione e scaricarne i costi sul lavoratore
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Al contrario se ci fossero “filiali di somministrazione” in grado di rispettare diritti e minimi contrattuali ne sarebbe certamente contento il “personale a chiamata”. Altre strutture alberghiere invece, pur distanziandosi dall’utilizzo di chi presenta masse di prestatori d’opera a “buon mercato”, si allontanano poco dal guado della concorrenza sleale. Anche queste abituate nella pratica di tenere basse le retribuzioni o non riconoscendo né lo straordinario né, in altri casi, il lavoro notturno.
In altre parole, ovvio ma non scontato, anche il lavoro mal retribuito può farsi sleale. Non soltanto nel territorio – a vocazione turistica!- in cui si opera ma perché non tiene conto dell’aumento dei prezzi, dell’inflazione, dell’erosione del potere di acquisto e della dignità delle persone. Che, di certo, si troverebbero davanti a una scelta per la composizione della propria bilancia dei valori. Su un piatto sistemare la possibilità di svolgere il compito (pure per pochi mesi) e giungere a un minimo garantito. Sull’altro poggiare la valutazione se vale o no la pena segnalare eventuali cattive condizioni all’Ispettorato del lavoro – che tra gli altri ha il potere di verificare che il rapporto tra datore e prestatore sia leale – con l’alto rischio di trovarsi dopo a mani vuote. Altro tema che rientrerebbe in quello della concorrenza riguarda la capacità degli alberghi di stare aperti per più mesi rispetto a quelli previsti. In tanti la chiamano “destagionalizzazione”, cioè il non tener conto nell’analisi di mercato di dati condizionati dall’influenza economica di un preciso periodo dell’anno. Non che sia sbagliato, ma quando inizieremo a ragionare sull’inversione concettuale usando al posto della precedente la parola “stagionalizzazione”, vale a dire “il tener conto della costruzione di pacchetti adatti per ogni periodo dell’anno”, avremmo fatto un passo in avanti. Intanto allo scopo di “de-stagionalizzare”, potrebbero non bastare campagne pubblicitarie e slogan per conquistare mercati e richiamare turisti. Per questo le amministrazioni non possono esimersi dal giocare un ruolo importante.
Le amministrazioni non possono esimersi dal giocare un ruolo importante poichè sono nella posizione di sperimentare azioni a sostegno del turismo. L’abbassamento delle tasse comunali, ad esempio, per le imprese in grado di garantire un periodo minimo tra i nove e i dieci mesi di apertura, come la successiva riduzione per quelle che assumessero personale dopo aver dimostrato l’esistenza di una retribuzione congrua
Stimolate dal tessuto imprenditoriale, non solo alberghiero, gli Enti comunali sono nella posizione di sperimentare azioni a sostegno del turismo. L’abbassamento delle tasse comunali, ad esempio, per le imprese in grado di garantire un periodo minimo tra i nove e i dieci mesi di apertura, come la successiva riduzione per quelle che assumessero personale dopo aver dimostrato il tipo di contratto adottato e l’esistenza di una retribuzione congrua per lo stesso periodo. Non abbiamo la certezza che l’attuale trasformazione in deserto tra bar e alberghi chiusi possa subire un arresto grazie al cambiamento climatico, mentale e intellettivo, ma ci direbbe di un buon inizio. Al contrario, abbiamo la certezza che molti si troverebbero davanti a una possibilità e potrebbero scegliere. Magari di non espatriare e ricercare qui le fortune favorendo la crescita di una società che, oltre alla mentalità, richiede approcci e misure nuove a dimostrazione di essersi evoluta.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci