LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Loro, le poltrone e cittadini coglioni»

Premessa 1. Si può dire, prendendola alla larga, che la società di trasporto EAV bus ha l’obbligo di tutelare l’interesse specifico dei cittadini affinché le persone possano spostarsi senza ostacoli e nel miglior modo possibile? Probabilmente sì. Si deduce, peraltro, dalle parole che il Direttore Generale EAV Mario Vignola, ha usato nell’intervista di qualche giorno fa a Il GOLFO. Proprio Vignola ha dichiarato che l’emergenza è finita e i problemi sono ormai alle spalle, lasciando intendere che per gli utenti, ma in senso più ampio per i cittadini e la loro scelta di usare l’autobus negli spostamenti, ci sarà un futuro roseo. Lo auguriamo anche a Eav, davvero.

Anche in considerazione dell’acquisto di mezzi da parte della società che andranno a sostituire il parco auto ormai vecchio per consentire il mantenimento di un servizio che oggi a causa delle molte difficoltà rasenta la mediocrità. «Sicuramente puntiamo a migliorare il parco auto. La Regione si sta impegnando ad acquistare centinaia di autobus, un’operazione complicata e onerosa che richiede del tempo ma che punta a migliorare radicalmente il numero e la qualità dei mezzi in circolazione», ha detto Vignola. Oltre il tempo che ci vuole per l’operazione, immaginiamo che possa essere lenta, che cosa significa “migliorare il parco auto”? Dal che, ci farebbe molto piacere, sapere la strada che l’Eav, insieme alla Regione, ha intenzione di percorrere per l’acquisto dei mezzi: se verso il futuro oppure ferma nel passato. Nello specifico: si tratta di autobus ibridi – come quelli Mercedes acquistati per circa 3 milioni di euro a Firenze, con il contributo della Regione Toscana, e di cui ho accennato un paio di settimane fa – oppure con il rinnovo del parco auto si vuole intendere semplicemente l’acquisto di mezzi tradizionali a gasolio o “usati”, provenienti come i precedenti bus da qualche parte dell’est Europa?

La domanda sembra banale e scontata. Nasconde al contrario la richiesta di chiarificazione sulla pianificazione degli investimenti e dei progetti. Se c’è la pretesa di Eav verso una visione innovativa in cui si ricomprende il proprio comparto dirigenziale. E perciò se c’è, oppure è parziale, la voglia di tutelare l’interesse specifico dei cittadini sull’isola, nel tentativo di eliminare il più possibile gli ostacoli, promuovendo la direzione di una mobilità sostenibile stando attenti alle problematiche ambientali. Tutto per favorire l’obiettivo di sintetizzare l’utilità di un trasporto collettivo con l’attenzione che si deve all’eco sostenibilità e al conseguente abbattimento delle emissioni nocive. Attendiamo lumi dal dott. Vignola. Ci auguriamo di non ricevere le solite candele accese sulla tomba del trasporto pubblico. Premessa 2. C’è la visione tecnologica. Prendendola alla larga pure in questo caso, vi si potrebbe inserire la mobilità che “usa”, appunto, la tecnologia. Quella ibrida, o elettrica o comunque a sostenibilità differente e nel rispetto dell’ambiente. Si può dire, sempre restando sul terreno a tratti scivoloso della tutela dell’interesse dei cittadini, che il trasporto, sull’isola, è un’infrastruttura necessaria. Da tutelare, certo, ma anche da rinnovare e innovare con azione e visione strategica. Il compito di partecipare, come sta accadendo in altre città italiane ed europee, a questo che appare un processo fondamentale nello sviluppo (pure) non solo nel trasporto pubblico, chiama in causa le amministrazioni. Se ci avete fatto caso, però, il mantra nelle interviste, tanto dei dirigenti di azienda quanto degli amministratori locali, è la frase “faremo questo, quello e pure quell’altro”. Oppure il “c’è necessità di collaborazione tra amministrazioni …” rientra perfettamente nell’alveo di una visione ovvia.

Nessuno, tra gli intervistati, accenna al tempo, neppure individua una scadenza, neanche indica un termine o l’inizio di un qualunque piano a largo raggio. Un punto fermo nel tempo, insomma, in cui un progetto o una sua intenzione (politico-amministrativa e aziendale che sia) sarà praticabile, realizzato. Non c’è alcun orizzonte temporale. Com’è possibile? Serve, com’è chiaro e lo ripetiamo da tempo, sostegno politico e volontà, da parte dei soggetti responsabili delle decisioni a livello locale, di cambiare il modo di agire e, in tal caso, in cui il trasporto pubblico è percepito e sostenuto. Al fine sia di incoraggiare diversi gruppi destinatari a scegliere questa modalità di trasporto, sia in previsione di allargare la strategia rendendola il più ampiamente condivisa con le categorie, taxi compresi. Serve un piano, e serve un tempo, una scadenza. Prima ancora serve chi sappia farlo. E perciò, ancora prima, è necessaria la richiesta di specifiche competenze attraverso cui realizzare da un lato la raccolta e dall’altro l’analisi dei dati. Il trasporto pubblico è solo un esempio tra i tanti. Il problema è forse sempre lo stesso. Si parla a vanvera, e si rilasciano interviste per illudere quanta più gente possibile. Non vi sentite annoiati? Orfani della voglia di risolvere i problemi invece che girarci intorno –cosa che dovrebbe fare la politica e chi la pratica? Invece prevale un concentrato di provincialismo, ristrettezza mentale e sul futuro, faciloneria e incompetenza tanto per citare random qualche caratteristica. Davvero, non vi sentite presi un po’ in giro?

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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