LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Non ci mancano gli strumenti. Ci mancano gli uomini e le donne»

«È il momento di ribaltare concetti obsoleti e asfittici del passato del tipo “si è sempre fatto così, per cui va bene così” che sta imbrigliando il nostro Meridione in condizioni di vivibilità che sono ottimali solo per l’emigrazione giovanile. Il Sud, di cui Ischia è parte integrante della ZES, deve essere il volano della rinascita dell’economia italiana, non la palla al piede per la sua incapacità di accogliere idee innovative e/o alternative di crescita». Queste sono le affermazioni del nostro collega e amico, l’avvocato Luigi Della Monica, a margine del suo editoriale di venerdì 27 giugno su “I vantaggi dello strumento dell’arbitrato”. Dobbiamo rilevare che le parole di Della Monica – come quelle di molti che, per inciso, tengono al territorio isolano, e non solo, perciò ne “denunciano” costantemente le deformazioni da ogni punto di vista, specie quando dalla fotografia spensierata dell’isola che in tanti vorrebbero ancora intatta, siamo passati a certe forme di degrado, in alcuni casi, e decadenza sociale e politica in altri – potrebbero restare inascoltate. Del resto se si predica nel deserto, il rischio di rimanerci (in ogni senso, cui si associano le temperature di questi giorni) diventa alto.

Bisogna dargli atto, però, – a lui come a chi spende e incide parole d’inchiostro – della caparbietà e del desiderio di tentare e comunque creare, almeno, a una rivoluzione culturale attraverso una serie di sollecitazioni. Ci ha provato, e a nostro avviso ci è riuscito, con il Convegno tenuto mercoledì scorso presso l’hotel “Villa Durrueli”. Avente a oggetto proprio lo strumento dell’arbitrato hanno partecipato il Segretario della Fondazione Avvocatura Napoletana, l’avvocato Sergio Longhi, il commercialista e Presidente del Centro Studi per il Mezzogiorno, il dr Stefano Stanzione, assieme all’ingegnere forense Raimondo Polidoro e il Professore e avvocato Raffaele Manfrellotti della Federico II. Era presente anche l’avvocato Alberto Morelli, Presidente di Assoforense Ischia. Senza voler ripetere ciò che ha detto l’avvocato Della Monica nel suo resoconto, ci vengono in mente due cose. La prima è che non ci mancano gli strumenti, non solo nel Diritto e in ambito amministrativo. Anzi. Abbondiamo di possibilità che proprio l’esistenza di tali strumenti ci garantiscono. Per esempio, l’unione dei Comuni, votata all’incirca 17 anni fa dal Comune di Forio, lasciata poi in qualche cassetto insieme alla forza propulsiva dello strumento da condividere con gli altri cinque, è tra queste. Avrebbe garantito “unificazione amministrativa” sui principali servizi (taxi, gestione dei rifiuti, trasporto e mobilità etc.).Si aggiungono la non esecuzione del Patto per lo Sviluppo – sempre Forio capofila – e la mancata possibilità di accedere ai 350 milioni di euro insieme alla non costituzione del tavolo di coordinamento che ne sarebbe venuto, il quale avrebbe concesso ai Comuni di accostarsi anche ad altri 312 milioni di euro messi a disposizione dal vademecum del Governo sulle aree interne e nei progetti speciali per le isole. Tra gli strumenti mai decollati, rischia di aggiungersi la ZES (Zone Economica Speciale, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana) che garantisce agli imprenditori, una volta presentato un progetto per l’avvio o l’ampliamento di un’impresa, accesso diretto a fondi e semplificazioni amministrative in un’autorizzazione unica. A guardar bene gli “strumenti” – che non si limitano soltanto a questi elencati – che hanno per missione la capacità di renderci la vita migliore sotto ogni aspetto, ci sono, esistono. Basta saperli cogliere non prima di aver iniziato – come Luigi Della Monica ha sottolineato – una rivoluzione nel modo di pensare per allontanarsi da un ambiente (mentale) asfittico, che imbriglia e imprigiona. Ci preme ripetere un concetto, per noi basilare: non serve aver praticato un corso di studi universitari per capire almeno un paio di elementi. Da un lato non sempre una laurea o il semplice diploma garantiscono l’ampliamento dell’intelligenza. Questa, al contrario, per potersi espandere, ha bisogno di nuove informazioni, sfide e problemi che richiedono pensiero critico e problem solving. A ciò si aggiungono lo scambio d’idee e prospettive con gli altri (confronto!) e la presenza di un ambiente stimolante, ricco di risorse e opportunità di apprendimento e sviluppo delle relazioni umane. Serve, peraltro, una sensibilità ad ampio spettro e la capacità di guardare le cose da più punti di vista e sfumature. Dall’altro, forse, un percorso universitario potrebbe sicuramente garantire accesso a una conoscenza maggiore ma se poi non si sa come metterla in pratica, ci si potrebbe trovare di fronte al paradosso del falegname che tenta di usare la chiave inglese dell’idraulico per fare il proprio lavoro.

La seconda cosa che osserviamo è che, pur essendo presenti le occasioni per espandere tanto l’intelligenza quanto la conoscenza, spesso sono proprio le persone a mancare. Questo è accaduto proprio nel Convegno organizzato dall’avvocato Della Monica. Non soltanto sono mancati anche semplici curiosi ma, peggio, tranne le persone elencate e cinque di pubblico, a essere assenti era la grande maggioranza degli avvocati isolani. Non si poteva non notarlo. Di conseguenza, non si può passare sopra a una delle fragilità di cui soffre Ischia: la mancanza di partecipazione – non solo quella specifica degli avvocati al Convegno ma – della collettività isolana ai temi e alle criticità del territorio, come l’assenza di desiderio a migliorarsi, a lasciare la loro coperta di Linus per adeguarsi alle sfide e alle nuove esigenze che richiedono impegno e responsabilizzazione in una nuova percezione dell’isola attraverso l’impegno sociale e rinnovato senso del dovere. Il tutto impastato in una specie di confusione mentale su chi siamo e dove vogliamo andare, nell’attesa che frotte di turisti sbarchino a Ischia senza che si possano affrontare questioni come il lavoro sottopagato – negli alberghi o in altre attività – o la mancata rinascita di quel buon senso che, spesso, anche il Diritto impone. Insomma, può apparire brutale chiedersi: “abbiamo gli strumenti ma le persone, la loro partecipazione, dove sono?”. Tuttavia ci pare legittima. Anche perché dovremmo iniziare a dirci le cose come stanno. Che abbiamo, cioè, la necessità di ritrovare – in fondo – un’identità comune sotterrata in ogni pezzo di Ischia e che tanto le amministrazioni quanto alcune categorie di professionisti e “intellettuali” si adeguano al “sistema” (lasciando le cose come sono), evitando di lottare per i propri diritti o per tutelare la propria rendita di posizione e non suscitare l’ostilità di politici e questo o di quell’altro imprenditore. Non sarebbe il caso di darsi una svegliata? Che ne dite?
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Copy and paste this code into your web page.