LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Per il (tuo) bene (comune)»

Uno dei segni dell’indifferenza collettiva, compresa quella che arriva da una parte – cospicua – della politica locale caratterizzata da un’assenza quasi totale di quella sensibilità umana che proprio in chi assume la responsabilità verso l’elettorato non dovrebbe mai mancare, l’ha descritta ancora una volta Silvio Carcaterra. Vice presidente dell’associazione A.P.O. in rappresentanza dei malati oncologici, Silvio sa che cosa significa recarsi in terraferma, sia d’estate col caldo asfissiante sia d’inverno col freddo e col mare in tempesta, per sottoporsi alle terapie di cui si ha bisogno.

Uno dei segni dell’indifferenza collettiva, compresa quella che arriva da una parte – cospicua – della politica locale caratterizzata da un’assenza quasi totale di quella sensibilità umana che proprio in chi assume la responsabilità verso l’elettorato non dovrebbe mai mancare, l’ha descritta ancora una volta Silvio Carcaterra. Vice presidente dell’associazione A.P.O. in rappresentanza dei malati oncologici, Silvio sa che cosa significa recarsi in terraferma, sia d’estate col caldo asfissiante sia d’inverno col freddo e col mare in tempesta, per sottoporsi alle terapie di cui si ha bisogno

La sua tenacia nella lotta contro il tumore che affligge pure chi, come lui, si trova nella stessa situazione, abbiamo imparato a conoscerla anche attraverso le richieste di dotare l’Ospedale Rizzoli di “pet-tac” e “radioterapie” ed esaudire così le esigenze di chi ne avesse necessità (quindi non soltanto dei malati oncologici).

Silvio Carcaterra

Ciò che più spaventa Carcaterra e a questo punto non soltanto lui, non sono certo le “scempiaggini” – come lui stesso le definisce – riguardo ai motivi che determinerebbero l’impossibilità di esaudire l’installazione di questi presidi sull’isola richiamandosi a eventuali limiti normativi ma anche “l’atteggiamento remissivo e non combattente che – aggiungo io: tutti noi – stiamo assumendo rispetto al problema”, e non solo rispetto a questo. Carcaterra chiama in causa, perciò, la politica locale che pare albergare in una dimensione parallela. Nel dire di impegnarsi a ogni livello non riesce a “gettare il cuore” oltre l’ostacolo bloccando, di fatto, due elementi fondamentali che servono per leggere e interpretare i rapporti umani vale a dire sensibilità ed empatia, sebbene qualcuno abbia imparato a usarli come strumenti per accrescere il proprio consenso personale.

Ciò che più spaventa Carcaterra e a questo punto non soltanto lui, non sono certo le “scempiaggini” – come lui stesso le definisce – riguardo ai motivi che determinerebbero l’impossibilità di esaudire l’installazione di questi presidi sull’isola richiamandosi a eventuali limiti normativi ma anche “l’atteggiamento remissivo e non combattente che – aggiungo io: tutti noi – stiamo assumendo rispetto al problema”, e non solo rispetto a questo. Carcaterra chiama in causa, perciò, la politica locale che pare albergare in una dimensione parallela

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Carcaterra, nel sollecito pubblicato ieri, ha aggiunto che “non si pressano le autorità, c’è rassegnazione, non abbiamo nemmeno la forza di interpellare il Direttore dell’ASL Napoli 2 Nord Iervolino che a Ischia non abbiamo mai visto pur essendosi insediato l’8 agosto 2022 e il Governatore De Luca” (titolo, per quest’ultimo, aggiungo, un poco spropositato perciò sarebbe meglio riportarlo a “presidente”).

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Forse è proprio questa forma di rinuncia la fonte dell’indifferenza collettiva della società isolana e dei suoi abitanti che ha contaminato un po’ tutti. Segno è la mancanza d’indignazione e, per conseguenza, la paura di chiedere alle sei amministrazioni di prendere in carico non solo le aiuole stradali i giardini o comunque solo l’ordinaria manutenzione del territorio, di smetterla di giocare al «piccolo amministratore» e riportare i piedi a terra per lavorare sui punti di debolezza. L’indifferenza è diventata reale e la ricerca di una via d’uscita dovrebbe essere il pane per chi vive su quest’isola, come di chi con la società ha un rapporto diretto per la ricerca del bene collettivo. Gli osservati numeri uno naturalmente, sono i sindaci seguiti dai loro consiglieri di fiducia che solo in questo modo potranno dimostrare di non essere scollegati dalle esigenze della gente e aumentare il proprio consenso, dettaglio non da poco.

Carcaterra, nel sollecito pubblicato ieri, ha aggiunto che “non si pressano le autorità, c’è rassegnazione, non abbiamo nemmeno la forza di interpellare il Direttore dell’ASL Napoli 2 Nord Iervolino che a Ischia non abbiamo mai visto pur essendosi insediato l’8 agosto 2022 e il Governatore De Luca” (titolo, per quest’ultimo, aggiungo, un poco spropositato perciò sarebbe meglio riportarlo a “presidente”). Forse è proprio questa forma di rinuncia la fonte dell’indifferenza collettiva della società isolana e dei suoi abitanti che ha contaminato un po’ tutti. Segno è la mancanza d’indignazione e, per conseguenza, la paura di chiedere alle sei amministrazioni di prendere in carico non solo le aiuole stradali i giardini o comunque solo l’ordinaria manutenzione del territorio, di smetterla di giocare al «piccolo amministratore» e riportare i piedi a terra per lavorare sui punti di debolezza

Tra loro, tutti, a essere premiato non potrà più essere chi tra politici e aspiranti tali è alla ricerca di una protesta – a parole – ma chi, al contrario, è alla ricerca di azioni e soluzioni, prima da pensare poi da realizzare e magari da comunicare solo se il risultato è stato raggiunto, all’altezza delle sfide odierne. Sfide, forse inutile ma val la pena ripeterlo per l’ennesima volta, che dovranno essere contemplate nei programmi elettorali pronti per essere redatti nei due Comuni di Forio e Casamicciola chiamati al voto il prossimo maggio. Le risposte a tali sfide invece, inserite nella competizione elettorale dovranno essere la misura per la valutazione e la bontà – oltre che dell’empatia – di questo o quel candidato. C’è da osservare che forse non è facile come sembra per tanti operatori politici e faccendieri, accendere il cervello e pensare di adottare un sistema alternativo. Dato il danno rappresentato dall’incapacità di creare un vero brand per esempio o, peggio, unire i servizi essenziali (l’uno non può esistere senza gli altri e vi rientra anche lo “stato” della Sanità ancorché sia di competenza regionale ), intanto, la beffa è che c’è chi si arricchisce nella completa impunità in un giro incredibile di «lavatrici locali» e visioni miopi. L’unica che sopravvive, per una sorta di destino antico che sprofonda nell’infallibile DNA dell’incapacità di capire di che cosa ha bisogno Ischia, essendo perciò la più diffusa, è quella di un’isola che non ambisce a migliorarsi, mediocre quando si tratta di rivendicare ciò che le spetta di diritto, in grado di favorire la fuga di persone capaci opponendosi con l’infallibilità di una clava scagliata nelle parti intime a chi dimostra di essere fuori sincrono con la “non visione”. In caso contrario una buona fetta – della popolazione – potrebbe essere costretta davvero a potenziare la propria tentazione di coltivare la vocazione al ribasso e si troverebbe a chiedere alla politica di modificare la percezione di se stessa, pensando un po’ meno a come deve apparire e un po’ più a ciò che deve fare per uscire dall’auto sabotaggio a tutti i costi.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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