LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Preti a colazione»

Kurt Gray, direttore del Deepest Beliefs Lab, presso l’Università della Carolina del Nord, sostiene una tesi davvero sconcertante nel suo libro da poco pubblicato negli Stati Uniti “Outraged: Why We Fight About Morality and Politics And How to find Common Ground” (Indignato: perché litighiamo su moralità e politica e come trovare un terreno comune). Già Best Seller come riportato dal New York Times, presenta le ultime scoperte scientifiche per dimostrare che abbiamo tutti la stessa “mente morale”.

Kurt Gray, direttore del Deepest Beliefs Lab, presso l’Università della Carolina del Nord, sostiene una tesi nel suo libro da poco pubblicato negli Stati Uniti “Indignato: perché litighiamo su moralità e politica e come trovare un terreno comune”. Già Best Seller, presenta le ultime scoperte scientifiche per dimostrare che abbiamo tutti la stessa “mente morale”. Cioè i nostri giudizi (morali) derivano dal fatto che ci sentiamo minacciati o indifesi di fronte al danno (il che apre anche una riflessione sul concetto di danno!)

Cioè i nostri giudizi (morali) derivano dal fatto che ci sentiamo minacciati o indifesi di fronte al danno (il che apre anche una riflessione sul concetto di danno!). Insomma teniamo a proteggere noi stessi e i vulnerabili. Il conflitto, però, nasce quando abbiamo percezioni diverse del danno. Ci indigniamo quando non siamo d’accordo su chi sia la “vera” vittima e ci dividiamo sulle questioni.

Che si tratti di politica o di litigi o discussioni al bar. Gray si definisce psicologo morale. Esamina come le persone formulano giudizi morali e chiama in causa la “teoria dei fondamenti morali” o MFT. Secondo la MFT, le persone prendono decisioni etiche in conformità a strutture mentali, o, più comunemente, moduli, che l’evoluzione ha collegato nei cervelli umani. Ci sono almeno cinque moduli. Coinvolgono sentimenti come l’empatia per i vulnerabili, il risentimento per gli imbroglioni, il rispetto per l’autorità, la considerazione per la sacralità e la rabbia per il tradimento. Per la MFT il motivo per cui le persone giungono a giudizi diversi è che i loro moduli si sono sviluppati in modo diverso, per ragioni individuali o culturali. Gray, però, va oltre. Per lui bisogna intendere la teoria dei fondamenti morali non al plurale ma al singolare (cioè in maniera individuale) sostenendo che per la maggior parte della nostra storia evolutiva, gli esseri umani sono stati più cacciati che cacciatori.

Potremmo pensare di essere guidati da un ragionamento oggettivo? Niente di più sbagliato. L’autore scopre che i nostri giudizi morali si basano su sensazioni istintive, non su pensieri razionali

Ads

Questo spiegherebbe perché le nostre menti sono programmate per percepire le minacce e fornisce spunti sulle origini scientifiche dei nostri valori e delle nostre convinzioni. Potremmo pensare di essere guidati da un ragionamento oggettivo? Niente di più sbagliato. L’autore scopre che i nostri giudizi morali si basano su sensazioni istintive, non su pensieri razionali. Inoltre afferma che siamo più simili di quanto potremmo pensare.

Ads

Basandosi su alcune ricerche innovative, Gray cerca di spiegare su quali basi poggia l’indignazione morale e svela come bonificare le divisioni. Secondo lui “tutte le persone condividono una mente morale basata sul danno, poiché questo è da intendersi come chiave della moralità”. Nella sua presentazione – in un articolo apparso sul New Yorker – a un certo punto afferma che “se vuoi sapere che cosa qualcuno vede come sbagliato, la cosa migliore è capire che cosa vede come dannoso”. Se le persone hanno lo stesso equipaggiamento, perché le questioni etiche sono divisive? Gray dice che persone diverse hanno paure differenti. “I disaccordi morali possono sorgere, anche se condividiamo tutti una mente morale basata sul danno, perché le persone non sono d’accordo su chi sia particolarmente vulnerabile alla vittimizzazione” e fa alcuni esempi. Chiamando in causa ciò che lui definisce “assunti di vulnerabilità”, afferma “finché c’è una percezione di danno, c’è una potenziale d’indignazione, perché la paura e l’indignazione morale sono inestricabilmente legate”.

Chiamando in causa ciò che lui definisce “assunti di vulnerabilità”, afferma “finché c’è una percezione di danno, c’è una potenziale d’indignazione, perché la paura e l’indignazione morale sono inestricabilmente legate”

Continuando, “più siamo diventati sicuri dal pericolo fisico, più pericoli vediamo in agguato all’esterno poiché milioni di anni di caccia ci hanno reso preoccupati per il pericolo e senza le tigri dai denti a sciabola da temere, ci preoccupiamo per le elezioni, per le discussioni e per le decisioni alle riunioni”. E, aggiungiamo noi, per la scelta di un prete di correre dietro all’amore di una donna o per “l’ipotesi di abusi” da parte di un altro (cavalcando la facoltà di dare giudizi o emettere sentenze). Nulla, invece, per aver perduto 350 milioni di euro, a causa dell’incapacità delle sei amministrazioni che non hanno dato esecuzione al Patto per lo Sviluppo di Ischia, – ennesimo “danno” per la società isolana.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex