LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Se guardiamo il dito, e non la Luna, immaginate dove va a finire il dito?»

Premessa 1. «Ciao, Ciao, Capri». Si potrebbe parafrasare così un passaggio della celebre canzone di Domenico Modugno, alla luce dei fatti di cui abbiamo avuto notizia nei giorni scorsi. Mentre a Ischia si discute – o si cazzeggia? Ergo si perde comunque tempo come sempre – sull’ipotesi di lanciare una fotocopia degli Stati Generali o di riprendere il Patto di Sviluppo Economico dell’Isola d’Ischia, voluto nel 2015 da Mimmo Barra quale Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno, strumento mai adoperato dalle amministrazioni che intanto firmarono pure un Protocollo di Intesa individuando Forio comune capofila, i comuni di Capri e Anacapri stanno lavorando, spediti.

Dopo che Progetto Ischia durante il periodo di lockdown ha organizzato un incontro su piattaforma virtuale con il Professor Matteo Caroli – ordinario di Impresa e Management e Marketing Territoriale presso l’università LUISS di Roma- da cui venne in evidenza che per uscire dalla crisi vi è la necessità di collaborazione tra Enti e l’esigenza di dotarsi di arnesi idonei per rilanciare il turismo e l’economia, le istituzioni capresi hanno deciso di proseguire in questa direzione. Dato importante: erano presenti anche le amministrazioni di Ischia. Non solo, hanno chiesto il supporto di Progetto Ischia. Nei giorni scorsi il dott. Luigi Iacono, il fondatore dell’associazione di professionisti, insieme al professor Caroli si sono recati a Capri per gettare le basi di una cooperazione tra gli attori principali, basata sul dialogo tra le due amministrazioni, gli imprenditori e i rappresentanti di categoria.

Hanno pensato di organizzare un convegno per la fine di settembre, primo passo per individuare e sottoscrivere impegni precisi ma, soprattutto, per intercettare fondi, di matrice europea e nazionale, in grado di rilanciare il turismo e l’economia. Capri e Anacapri, insomma, vanno avanti: hanno chiesto aiuto a chi si occupa, studia e realizza un percorso di crescita, per raggiungere uno scopo comune. La stessa occasione l’hanno avuta – ma non hanno saputo (o voluto?) utilizzarla – le amministrazioni dell’isola d’Ischia che intanto per mezzo dei propri delegati continuano a rilasciare interviste che occupano le pagine dei quotidiani locali. E proprio li assumono la forma di manifesti celebranti l’ovvietà, che giorno dopo giorno, anno dopo anno, torna in tutta la sua pochezza.

Per essere più precisi: qualcuno ha indicato la Luna, e i comuni capresi non si sono fermati a guardare il dito perché a loro interessa la Luna. Mentre noi ci impaludiamo in dibattiti superflui e ci barrichiamo in certezze dalla portata limitata – ad esempio che Ischia è meglio di Capri, ma poi in conformità a che cosa? Ancora non si è capito bene – i nostri “vicini” si danno da fare, stimolati dall’intenzione di mettersi insieme e dall’azione per raggiungere e intercettare fondi che arriveranno dall’Europa. Tutto per un fine che è comune a entrambe le amministrazioni. A Capri è più semplice perché si tratta di due Enti? Forse è così. A noi, invece, a chi siede sui troni di Ischia ed ha il dovere, oltre che il compito di amministrare e risolvere problemi, manca proprio l’intenzione e l’azione, l’atto: è assente la capacità di raggiungere insieme gli stessi risultati. Soprattutto manca la voglia di riconoscere le competenze, quando esistono vanno almeno rilevate, sostituita invece dai complimenti da cui però non segue nulla. I professionisti di Progetto Ischia molto probabilmente approderanno a Capri (ma non “serviranno” a Ischia). Nella veste di consulenti o con ruoli limitati, tuttavia contribuiranno alla messa a punto di un percorso di crescita e di ripresa economica e turistica del tessuto di quell’isola. La considerazione più deludente? Ischia non è in grado di crescere, non ha voglia di uscire dalla logica adolescenziale dell’orto che deve essere più bello degli altri, a scapito degli altri. Il risultato, ve ne sarete accorti, lo vediamo: turismo (e politica) che si elogia(no) da se e si ferma(no) ai numeri di presenze (che alla fine nella stagione invernale diminuiranno); economia, negozi, attività commerciali in gravi condizioni; mobilità caotica e senza direzione, lavoratori stagionali con problemi incancreniti da decenni e senza alcun punto di riferimento tranne il “si è sempre fatto così” e via discorrendo.

Premessa 2. In una recente intervista, il sindaco di Ischia, chiamato a commentare la proposta del Prof. Gigiotto Rispoli, ha dichiarato uno scenario sui “condoni” e sulla possibile risoluzione. Sarebbe bellissimo ciò che descrive il primo cittadino, chiaramente, ma l’impressione che ne viene è l’eterna attesa che qualcuno, da una dimensione divina, finalmente possa arrivare sulla terra per risolverci la questione. In ogni caso alcuni passaggi forniscono una specie di cartina tornasole da cui è possibile evidenziare un nuovo scenario, questa volta deludente. Al posto della parola “condoni edilizi”, sostituite “interessi (della collettività)” e mettete in relazione le dichiarazioni con la Premessa 1 di sopra. Leggiamoli. «In momenti di particolare difficoltà come quello che sta vivendo il nostro Paese – ha dichiarato il sindaco – menti illuminati come quella del professor Rispoli riescono a focalizzare l’attenzione su temi di fondamentale importanza e attualità nella nostra comunità. Nella sua proposta, il professore richiama l’attenzione sulla questione dei condoni edilizi sul territorio isolano, che è un problema mai affrontato in maniera realmente risolutiva in oltre trentacinque anni. Il contribuito che egli ha manifestato è sicuramente fondato e argomentato, e merita la dovuta attenzione». E ancora: «Tuttavia, dobbiamo anche essere onesti nel riconoscere che l’attuale impalcatura istituzionale, con l’attuale sistema elettorale crea comunque un diaframma, un distacco netto tra la politica nazionale e le politiche dei territori, distacco sintetizzato dall’assenza del voto di preferenza: non avendo espressioni del territorio che fungono in Parlamento da megafono delle legittime istanze che provengono dai territori, s’innesca questa sorta di cortocircuito dove le idee valide e concrete trovano poi difficoltà ad avere accesso nelle aule dove si decide E questo è successo anche in passato, poiché a livello nazionale la politica viene diretta dalle segreterie di partito che, ahinoi, non rispondono ai territori, ma finiscono per rispondere all’opinione pubblica nazionale che in più momenti e a più riprese sul tema dei condoni si è schierata contro, apertamente e in maniera “bacchettona”». Qui il discorso si potrebbe riportare a livello locale, a ciò che avviene da anni sull’isola: un distacco netto tra la politica e il territorio. Andiamo avanti: «Sull’ipotesi degli Stati Generali noi come amministrazione abbiamo già innescato un’accesa dialettica con i vari attori della nostra società locale». Il discorso si può tranquillamente allargare ad altri settori, alberghiero, ricettivo, etc., dell’isola. Insomma se siamo nel “cazzeggio politico” che oscura la possibilità di guardare la Luna, sul lungo periodo anche il dito, inevitabilmente, nel frattempo, lo ritroveremo da qualche altra parte.

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