LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Siamo fuori di testo»

Il tempo, si dice, metterà a posto le cose. La verità è che le cose, da sole, non si muovono. Se non ci sarà una sostanziale frattura da pensieri e comportamenti radicati nel paleolitico isolano che finora non ci ha concesso grandi rivoluzioni se non la malinconia del ricordo, di quando cioè si poteva dire che Ischia era terra ambita da artisti, attori e jet set internazionale, in questo «stato di cose» non andremo lontani. Insomma bisogna invertire la rotta nel più breve tempo, se ce n’è ancora. Fatta salva però la capacità riconosciuta ad alcuni di sapersi muovere, sempre se davvero vogliamo andare da qualche parte, sono molti a fare da contraltare cui piace lamentarsi. Pastori inconsapevoli di un recinto a cielo aperto che s’impegnano in discussioni senza senso rischiano di alimentare zavorre delle quali si può fare tranquillamente a meno.

Se non ci sarà una sostanziale frattura da pensieri e comportamenti radicati nel paleolitico isolano che finora non ci ha concesso grandi rivoluzioni se non la malinconia del ricordo, di quando cioè si poteva dire che Ischia era terra ambita da artisti, attori e jet set internazionale, in questo «stato di cose» non andremo lontani. Insomma bisogna invertire la rotta nel più breve tempo, se ce n’è ancora. Fatta salva però la capacità riconosciuta ad alcuni di sapersi muovere, sempre se davvero vogliamo andare da qualche parte, sono molti a fare da contraltare cui piace lamentarsi. Pastori inconsapevoli di un recinto a cielo aperto che s’impegnano in discussioni senza senso rischiano di alimentare zavorre delle quali si può fare tranquillamente a meno

Alcune recentemente si sono focalizzate su un tema importantissimo per il genere umano, per il gusto di dar fiato alle trombe infilandosi nel tunnel delle critiche sterili e a buon mercato (peraltro andate avanti per giorni!): se cioè bisognasse concedere ai coniugi “Ferragnez” il “green pass” per pubblicare foto con qualche scorcio dell’isola. Altri confronti hanno segnato un livello culturale altissimo, se cioè insieme alla Ferilli, Chiara Ferragni e Fedez sono da considerarsi VIP e se, tutto sommato, le loro visite facciano davvero bene all’isola. Qualche giorno prima fior di analisti pretendevano di sciorinare argomentazioni se nientemeno al noto Sting – che ha trascorso “da noi” alcuni giorni del mese scorso – si potesse accordare l’iscrizione nella lista delle persone famose e ricercate dal gossip o dalla stampa internazionale.

Ultime le discussioni di questi giorni sul costo dei lettini in spiaggia giudicando le altrui scelte imprenditoriali. Qualche mese fa, la madre di tutte. La grande ricerca delle origini dell’universo (isolano), l’ombelico del mondo per antonomasia, cioè se al “cornetto del Calise” a causa del cambio di gestione si potesse ancora concedere l’attribuzione del suo storico titolo “nobiliare” o non fosse il caso invece, in base alle nuove proprietà organolettiche, di augurargli la retrocessione tra le brutte copie abbozzate da un astuto mercato cinese alla conquista del Mediterraneo. A parte pochi, non si sono visti encomi diffusi all’imprenditore Raccioppoli, il quale è bene ribadirlo si è assunto responsabilità enormi e ha ridato lavoro. Niente. Le disapprovazioni e le recensioni “al cornetto” per lo più negative, hanno tappezzato bacheche e folti gruppi su Fb. Insomma infuriano nella piazza virtuale circoli di analisti (come al bar anche in rete si può parlare di tutto, in fondo) che di solito costituiscono piccoli ammassi grigi che formano la massa imponente dell’inutile. Con la scusa di celebrare tramonti e pezzi della geografia isolana, si dedicano alla difesa di quell’antica purezza di sangue sotto l’egida di una specie di Ministero della Cultura popolare, fondato sul diritto di dire qualunque cosa anche se strampalata. A molti basta la sola occasione di esprimere la propria opinione su ogni argomento, rendendo perfettamente inutile il possesso d’informazioni, competenze o la semplice conoscenza di nozioni legate più in generale alla comunicazione, al marketing o all’economia. A compensarne l’evidente mancanza, la presunzione come sempre gioca un ruolo vitale nascosta dietro al diritto di avere un’opinione che si trascina dietro quello di dirla a tutti e a ogni costo.

Alcune recentemente si sono focalizzate su un tema importantissimo per il genere umano, per il gusto di dar fiato alle trombe infilandosi nel tunnel delle critiche sterili e a buon mercato (peraltro andate avanti per giorni!): se cioè bisognasse concedere ai coniugi “Ferragnez” il “green pass” per pubblicare foto con qualche scorcio dell’isola. Altri confronti hanno segnato un livello culturale altissimo, se cioè insieme alla Ferilli, Chiara Ferragni e Fedez sono da considerarsi VIP e se, tutto sommato, le loro visite facciano davvero bene all’isola. Qualche giorno prima fior di analisti pretendevano di sciorinare argomentazioni se nientemeno al noto Sting – che ha trascorso “da noi” alcuni giorni del mese scorso – si potesse accordare l’iscrizione nella lista delle persone famose e ricercate dal gossip o dalla stampa internazionale. Ultime le discussioni di questi giorni sul costo dei lettini in spiaggia giudicando le altrui scelte imprenditoriali. Qualche mese fa, la madre di tutte. La grande ricerca delle origini dell’universo (isolano), l’ombelico del mondo per antonomasia, cioè se al “cornetto del Calise” a causa del cambio di gestione si potesse ancora concedere l’attribuzione del suo storico titolo “nobiliare”

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Tra i partecipanti ai grandi problemi dell’origine della vita sociale ischitana, si trova pure chi, ahinoi, non è riuscito a fare tesoro del proprio percorso di studi che, oltre al possesso di nozioni, non gli è servito per aprire la mente. Quando al contrario c’è la possibilità di scontrarsi costruttivamente su temi circa la gestione e il miglioramento dei servizi, su come realizzare una pressione civile sulle sei amministrazioni, costruire dibattiti un poco più seri, spariscono tutti. Un piccolo inciso sui Comuni. Dormono e a parte qualche rara volta in cui aprono gli occhi, realizzano nel sonno eventi comunque disarticolati tra loro (c’è chi potrebbe dire “almeno ci sono” ma sbaglierebbe nuovamente il focus del problema che è più ampio). In fondo è più semplice sparare opinioni a uccello di cane che non dimostrare, dopo averlo studiato, che un problema c’è, genera criticità e perciò è necessaria una soluzione. Non ci siamo accorti, o facciamo finta di non saperlo, che la qualità dei servizi che offriamo è pessima (trasporto, viabilità, accoglienza solo per citarne alcuni). Fatte alcune eccezioni la “massa” non è in grado di trasformare le parole in qualcosa di concreto, né di allertare il tessuto economico ed estendere l’allarme alla miope politica amministrativa dei nostri “pascoli” per chiederle di intervenire. Non è un caso se grossa parte di quest’ultima, continui ad auto celebrarsi oltre il limite della sufficienza, a volte della decenza, senza un reale impegno per replicare con atti collegiali a ciò che non funziona e potrebbe essere migliorato. A quanto risulta non c’è stato nessuno che al posto di perdersi in chiacchere si sia concesso di analizzare il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia, già firmato e deliberato, che se non sarà realizzato chiuderà la via d’accesso a fondi enormi utili per l’isola, considerata dalla Regione “zona omogenea d’intervento”: per l’Italia ammonteranno a 43 miliardi di euro con un incremento del 29% rispetto al ciclo 2015/2020 (ciclo che abbiamo perduto per non aver realizzato il Patto).

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Quando al contrario c’è la possibilità di scontrarsi costruttivamente su temi circa la gestione e il miglioramento dei servizi, su come realizzare una pressione civile sulle sei amministrazioni, costruire dibattiti un poco più seri, spariscono tutti

Una tale modo di (non) pensare che rappresenta un mondo ischitano dalle sfumature maculate con grosse sacche di banalità, che deforma la realtà e le fa prendere una piega spazio temporale alternativa e superflua deve arrivare da qualche parte, necessariamente. Deve esserci, oltre l’ignoranza distribuita gratuitamente al mercato, molta sdoganata dai social, un motivo se alcuni sovrani locali allo stesso modo di tanti imbecilli si mettono alla guida di una macchina che getta fango – pure sulle imprese altrui – nell’illusione di “proteggere e difendere” il nome di Ischia nel mondo (viene da chiedersi: di quale stiamo parlando? Probabilmente il loro). Ci deve essere una causa profonda se alcuni fanno di tutto per occultarci possibili segnali di speranza, trasformandosi nella causa principale e incosciente che genera una società ischitana seduta su sé stessa affaccendata a parlare del nulla cosmico. E in questo vuoto tra Scilla e Cariddi, tra la voglia di pochi di capire come correggere il tiro e l’attenzione di molti per il futile, bisogna chiamare in causa tanto il singolo individuo e la collettività quanto i sindaci e le amministrazioni. Prendiamo ad esempio il turismo insieme alle attività connesse o dipendenti, in cui s’inserisce la fragorosa «destagionalizzazione». La quale si può creare ma come ha affermato il dr. Antimo Puca in un suo interessante post su facebook sulla scia di altre proposte simili, c’è bisogno di una “cabina di regia”. Intorno alla quale va necessariamente ripensato il concetto di turismo. L’ipotesi, che va appoggiata e condivisa, se fosse accolta si porterebbe dietro la capacità di favorire un cambio di passo per discutere su come smettere per l’isola di essere una cloaca in estate (che attira un turismo molto mediocre) e su ciò che è possibile compiere in inverno. Poi – ecco un altro tema – si passerebbe al lavoro, ai modi di limitare lo schiavismo mascherato da occupazione stagionale e alla sua produzione in cui devono essere coinvolti gli imprenditori, se si vuole uscire dall’incertezza del confinamento al solo periodo estivo. La lista delle questioni, enorme, si estenderebbe dopo a come limitare la richiesta della carità per un posto di lavoro, come smettere di tirare a campare e premere per la concessione di un’occupazione come portiere notturno a mille euro (senza giorni di riposo) per riuscire a vivere nell’attesa della Naspi; oppure come interrompere il risucchio nel vortice assorbente del lavoro estivo per la stragrande maggioranza dei casi ancora mal pagato (a niente sono servite le “ispezioni” nei mesi scorsi da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dei Carabinieri). A oggi, le tenebre. E le conseguenze di questa inerzia saranno distruttive. Intanto, tutto tace tranne il superfluo. Se qualcuno vorrà parlarne, magari sarà arrivato alla consapevolezza che il suo testo finora è stato di cozzo.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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