LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«Gli autobus, lo stallo dell’arte di governo e il giramento di paline»

Premessa 1. Spacca quasi il capello Isabella Scala, e bene ha fatto. L’imprenditrice ha lasciato un commento “denuncia” sulla pagina facebook del quotidiano Il Golfo dal quale traspare la sua delusione. Nel Caffè Scorretto della scorsa settimana si è parlato delle condizioni che riguardano i bus Eav e dei (dis)servizi di un’azienda che oltre all’acquisto di nuovi mezzi farebbe bene a correggere qualche aspetto organizzativo. Si è trattato anche di quelli più ampi che amplificano la responsabilità dei sei comuni poiché non c’è (stato, finora) un loro interessamento degno di nota, un contributo energico per incrementare il dialogo tra l’Eav e il territorio, tra questo e gli amministratori che spesso sembrano scollegati dalla realtà impegnati a coltivarne una propria, parallela.

Spacca quasi il capello Isabella Scala, e bene ha fatto. L’imprenditrice ha lasciato un commento “denuncia” sulla pagina facebook del quotidiano Il Golfo dal quale traspare la sua delusione. Nel Caffè Scorretto della scorsa settimana si è parlato delle condizioni che riguardano i bus Eav e dei (dis)servizi di un’azienda che oltre all’acquisto di nuovi mezzi farebbe bene a correggere qualche suo aspetto organizzativo. Si è trattato anche di quelli più ampi che amplificano la responsabilità dei sei comuni poiché non c’è (stato, finora) un loro interessamento degno di nota, un contributo energico per incrementare il dialogo tra l’Eav e il territorio, tra questo e gli amministratori che spesso sembrano scollegati dalla realtà impegnati a coltivarne una propria, parallela.

Forse per tornare al presente serve l’uso di un mental coach a supporto di certe prestazioni di governo ed esser più concentrati, insieme alla costituzione di uno staff in grado di supportarne scelte e reperire risorse. Non sarebbero certo una grossa novità se fossero realizzati per migliorare il panorama dell’efficienza ed evitare di volare troppo in alto con il rischio di perdere la coscienza di sé. Bisogna sdoganare che pure in chi fa politica, come nello sport, esistono i «twisties» alla base della perdita di qualunque punto di riferimento. Leggiamo Isabella Scala. «Affittando due camere presso il nostro domicilio ho sollevato più volte la problematica all’Eav perché oramai anche nella cittadina più “scrausa” del mondo, il servizio pubblico dispone di bus con display che segnala le fermate.

Nei lontani anni 2010 eravamo arrivati ad avere le paline che annunciavano gli orari di transito dei bus sulla linea, almeno sulle fermate principali, e mi sembra quasi fantascienza, poi la nostra vecchia cara S.E.P.S.A. è stata tirata dentro il fallimento della società madre di terraferma e tutti i nostri privilegi, quale ramo d’azienda in attivo, sono scomparsi. Sono seguiti anni neri. Ora i mezzi sono nuovi, ma gli autisti stressati; il Covid non ha certo aiutato. Ancora grazie che le ragazze abbiano trovato un autista “in buona” e educato, poi ovviamente avevano chiesto una cortesia, penso che sarebbe stato il minimo pretendere che rimanessero attente e sul pezzo. Tuttavia so io la fatica che faccio per segnalare ai nostri ospiti quando “più o meno”, “all’incirca” arrivano all’altezza delle fermate per i siti che interessano loro, una su tutte a mo’ di esempio, la fermata per i Giardini La Mortella. Dieci minuti per descrivere il tragitto fino a dopo Lacco Ameno, le Stufe di San Lorenzo, il Marecoco “poi quando vedete di fronte a voi un muro rosa con una scritta sulle mattonelle che recita Santuario di San Francesco di Paola, suonate il campanello perché la vostra stradina è sulla destra”. Tutto questo raccontato in italiano, inglese e tedesco e mimato in francese (che non parlo adeguatamente). Dopo ogni spiegazione, mi si è prosciugata la bocca. Ho sentito in merito il sig. Agostino Polito, che non conosco personalmente, al quale però va il merito di editare una guida dell’isola con le fermate indicate come call-out, assolutamente utile, in assenza di un’azienda, di un info point pubblico o altro. Grazie a lui posso dare in mano agli ospiti uno strumento con il quale orientarsi (ovviamente previa mia spiegazione). Lui mi ha detto di aver interpellato Eav e comuni su un suo progetto di digitalizzazione della rete mirato alla creazione di un’App e di non aver ricevuto lo sperato sostegno. Pare che abbia presentato comunque il progetto sperando nei fondi di “Resto al sud” o progetti simili. A lui auguro di avere successo perché renderebbe un grandissimo servizio al paese. Come possiamo pretendere di decongestionare il traffico e ridurre l’inquinamento quando poi siamo costretti a forzare gli affitti degli scooter per fare in modo che gli ospiti siano indipendenti e non si confrontino con disservizi come quelli descritti sul servizio pubblico? Ad ogni modo questo è lo stato dell’arte e noi siamo spossati. Dal momento che la nostra attività mirava a farci conoscere gente e fare da ambasciatori del territorio, dopo vari anni pensiamo di essere arrivati al capolinea (per rimanere in metafora). Se questo è l’andazzo, non ce la sentiamo più di metterci la faccia.

Forse per tornare al presente serve l’uso di un mental coach a supporto di certe prestazioni di governo ed esser più concentrati, insieme alla costituzione di uno staff in grado di supportarne scelte e reperire risorse. Non sarebbero certo una grossa novità se fossero realizzati per migliorare il panorama dell’efficienza ed evitare di volare troppo in alto con il rischio di perdere la coscienza di se. Bisogna sdoganare che pure in chi fa politica, come nello sport, esistono i «twisties» alla base della perdita di qualunque punto di riferimento

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Nessuno noterà la nostra assenza. Noi ci abbiamo provato, ma l’amarezza resta, perché molto spesso i nostri ospiti sono disposti a “sopportare” molto in virtù delle bellezze dell’isola, ma fino a quando funzionerà tutto questo malgrado noi?». Nella storia riportata martedì scorso, è venuta in evidenza tanto la maleducazione delle due turiste, probabilmente sicule – si sono rivolte in modo sgarbato al conducente e a un passeggero che avevano dato loro l’indicazione della fermata presso cui scendere – quanto l’incapacità di migliorare ciò che abbiamo. Quella dell’imprenditrice è una piccola segnalazione che si tuffa, però, nella grande storia delle nostre inefficienze e si associa ad altre “lasciate” al link alla rubrica. Fotografa esattamente lo stato dell’arte: un territorio scomposto lasciato a se stesso a causa della mancanza di una visione d’insieme e i suoi modi irregolari, disorganizzati, di recuperare terreno che a diverso avviso non è fermo ma prono al viaggio scombussolante generato dalla limitatezza degli orizzonti. Sintetizza lo sconforto, pure di chi opera nell’imprenditoria, di fronte all’incapacità di molti attori sulla scena, da quella politica a quella sociale, in cui si possono immedesimare in tanti. La stragrande maggioranza degli amministratori, consiglieri compresi, ancora non ha capito che oltre al “lavoro” per la gestione del proprio comune, c’è bisogno di modellare una fascia intercomunale d’interventi per sciogliere le difficoltà che ci riguardano da vicino? Evidentemente no. Il traffico, il trasporto pubblico compresi i taxi e una loro regolamentazione organica, la depurazione, la tutela delle coste, le questioni legate al lavoro e, visto che dovremmo essere a vocazione turistica, la tutela del mare pensando a come rendere funzionale il Regno di Nettuno; compresa la “comunicazione” dell’isola verso l’esterno (non parlo del brand che ha bisogno di ben altri processi per la sua costituzione ma dell’ufficio stampa!), sono soltanto alcuni dei temi lasciati alla deriva. Svetta su tutti il rilancio di un’economia dalle sfumature maculate che non si può moltiplicare per il numero di comuni nella convinzione che pure questa sia separata. La gestione dei servizi principali insieme ad ordinanze armonizzate, generate da un tavolo permanente tra le sei amministrazioni, sono il minimo richiesto dall’esigenza di rilancio. I sindaci puntualmente sbucano dai giornali per divulgare il verbo, ciò che hanno fatto o sono in procinto di realizzare per il “mondo” che governano. Complice però l’assenza di domande e risposte mirate a far conoscere che cosa sta facendo la politica isolana per il comparto economico di Ischia, proprio su quelle problematiche, ci rende un quadro surreale e sconcertante.

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Quella dell’imprenditrice è una piccola segnalazione che si tuffa, però, nella grande storia delle nostre inefficienze. Fotografa un territorio scomposto lasciato a se stesso a causa della mancanza di una visione d’insieme e i suoi modi irregolari, disorganizzati, di recuperare terreno che a diverso avviso non è fermo ma prono al viaggio scombussolante generato dalla limitatezza degli orizzonti. Sintetizza lo sconforto di fronte all’incapacità di molti attori sulla scena, da quella politica a quella sociale, in cui si possono immedesimare in tanti. Gli amministratori, consiglieri compresi, ancora non hanno capito che c’è bisogno di modellare una fascia intercomunale d’interventi per sciogliere le difficoltà che ci riguardano da vicino? Evidentemente no

Non esiste, insomma, un piano di azione raffinato capace di occuparsi di ciò che bisogna fare per Ischia, perché gli amministratori si sospendono dentro i propri confini. Come se il loro lavoro finisse li. Eppure avrebbero dovuto già accorgersi che è necessario correggere la rotta del “sistema economico isolano” per farlo funzionare sul lungo periodo. Si può fare, si deve. Come? Aumentando le occasioni di finanziamento – che esistono, a cominciare dalle possibilità date dall’avvincente Patto Strategico dell’isola d’Ischia abbandonato in qualche cassetto -, ampliando il dialogo per armonizzarlo, elevarlo tra le amministrazioni e sostituirlo all’attuale modello frantumato che “non reagisce”, non è più adatto. Siamo in ritardo. Qualcosa non torna, o forse si. Forse i più intelligenti hanno capito da un pezzo che manca la voglia di creare una difesa “comune”. L’assenza di condivisione concreta di risultati tra i sindaci continua a essere assente ingiustificata e va bocciata. Premessa 2. “Quando ci si parla nella voglia di risolvere i problemi, le soluzioni si trovano sempre”, lo ha detto Mimmo Barra parte dell’Agenzia Regionale del Turismo e già Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno di Ischia e Procida, nonché autore del famoso Patto Strategico della premessa precedente, a seguito della riunione tenuta lunedì mattina al comune di Forio. L’incontro è stato fortemente promosso da Barra, vi ha partecipato anche il rappresentante delle cooperative taxi, Raffaele Serpico. Al centro proprio la questione del servizio pubblico da piazza, insieme alla possibilità di una sua evoluzione intercomunale e uniformato sull’intera isola, partendo da una premessa fondamentale: l’abbattimento dei confini amministrativi. Il punto sta nel volersi confrontare, mossi dalla volontà di decidere nuove rotte. Per uscire dalle secche create dalla modalità adolescenziale e, forse, riuscire a cogliere l’opzione di crescere e diventare adulti, cari signori, servono le paline.

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