LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«I predatori del tempo perso»

Nel 2015 in un caffè scorretto dal titolo “Il buon senso e l’unione dei Comuni” scrissi ciò che oggi è divenuta la nostra attualità più inconcludente. Ripetere serve? Forse sì, in particolare per chi ha la fortuna – o magari ha maturato la capacità – di cogliere e che in passato o era assente o era distratto dal mondo degli unicorni o addirittura dal proprio ego ipertrofico. Nell’ottobre di quell’anno “mi domandavo”: «da che parte stiamo andando?» potrebbe sembrare una domanda innocua per declinare scenari futuri in cui affogare il territorio. Invece se lo chiedessimo ai Sindaci, potremmo trovarci di fronte allo sguardo perso tra quello di Gigi D’Alessio in concorso al Festival della canzone neomelodica con «Amore, non abbiamo soldi» e quello della popstar in pensione «Tesoro, siamo in crisi ma, credimi, stiamo facendo il possibile».

Nel 2015 in un caffè scorretto dal titolo “Il buon senso e l’unione dei Comuni” scrissi ciò che oggi è divenuta la nostra attualità più inconcludente. Ripetere serve? Forse sì, in particolare per chi ha la fortuna – o magari ha maturato la capacità – di cogliere e che in passato o era assente o era distratto dal mondo degli unicorni o addirittura dal proprio ego ipertrofico

Stilando una classifica, alcuni rientrerebbero nei Big, con «non farmi domande cui non so rispondere», mentre altri, emergenti, nel «ti dico che sto facendo un progetto ma poiché non capisci un cazzo, ti prendo per il culo». Male, anzi malissimo. C’è un interrogativo esistenziale, però, che mi frulla nel cervello: se ho votato un tizio che s’è candidato per governare ma questo non riesce neppure a programmare quando andare al bagno, e non è capace di pensare una progettazione seria e funzionale alle esigenze del territorio, sono idiota io che l’ho votato oppure lui? La “filippica” – come riportato dalla Treccani, si tratta del “1- Nome delle orazioni con cui Demostene incitò violentemente gli Ateniesi (tra il 351 e il 340 a. C.) alla guerra contro Filippo II di Macedonia, e attribuito poi anche, per il vigore e la violenza del tono, a quelle pronunziate da Cicerone tra il 44 e il 43 a. C. contro Marco Antonio. 2- Per antonomasia, invettiva, discorso violento e aspramente polemico” – proseguiva in questo modo. «Il problema è che siamo con la testa tra le nuvole. Colpa forse del vino e delle belle giornate. Appare una verità indiscutibile, comunque, che le casse comunali siano sotto vuoto.

Come lo sono del resto alcune teste che vivono nella granitica certezza di riuscire a governare i Comuni ma cui non daresti dieci euro per mandarli a fare la spesa sotto casa. Anche grazie a queste menti meravigliose cui Einstein avrebbe consegnato un premio, tocca cercare nuovi strumenti di collaborazione. Tranquilli, ci sono. Non prima però di aver spiegato all’esercito di statisti come approfittarne. Nel periodo 2007-2013, non abbiamo saputo usare la pioggia di milioni distribuita dalla Comunità Europea. Tra bandi regionali e soldi direttamente reperibili a Bruxelles attraverso progetti Europei (uno tra tanti, il «Patto dei Sindaci»), per la presenza di sei Comuni a sei attività neuronali diverse, ci siamo lasciati scappare molte opportunità. Se l’accesso ai fondi strutturali, a volte, è stato relativamente semplice, il periodo 2014-2020 al contrario presenterà non poche complessità. Per farla breve potranno accedervi solo le realtà che, unite tra loro, sapranno esprimere progetti integrati, capaci di guardare all’economia reale locale e allo sviluppo dei luoghi. I progetti che non soddisferanno questi requisiti, e qui torna l’esigenza della pianificazione e della coesione, saranno rimandati al mittente senza alcuna possibilità di essere ripescati. Ciò, quindi, implica la compresenza di professionalità e competenza oltre al saper governare. Mettendo da parte l’ipotesi ancora acerba del Comune Unico, l’Unione dei Comuni, prevista già dalla 142/90-, molti la sbandierarono all’indomani del referendum del 2011 sulla fusione tra comuni e non è stata mai più ripresa -, è considerata una forma associata. E’ «Organismo intermedio di secondo livello». Non dimenticando di costituire il partenariato dell’isola, strumento operativo, e una strategia di sviluppo condivisa con la facoltà di concertazione tra il pubblico e il privato, l’associazione dei Comuni è Ente territoriale al quale non manca la legittimazione».

In questi anni trascorsi nell’indifferenza, ci siamo lasciati sfuggire la pioggia di milioni del ciclo di finanziamenti 2015-2020 (quasi 4 miliardi di euro) e anche per la mancata ripresa esecutiva del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia, rischiamo di lasciarci scappare pure il ciclo corrente che accresce il fondo regionale fino a quasi oltre i 7 miliardi di euro che nel 2027 vedrà l’ultimo invio di denaro dall’Europa al nostro paese. A causa dell’assenza d’intenti tra le sei amministrazioni, il pericolo diviene maggiore di fronte ai Fondi del PNRR. Assumeranno la forma di bandi ministeriali, accessibili soltanto dopo aver messo insieme un numero di Comuni pari a 25 mila abitanti, condizione minima d’ingresso per gli Enti Locali. Questa dislessìa amministrativa di cui soffre l’isola è il motivo che ci ha fatto perdere, tra gli altri, 9 milioni di euro stanziati ultimamente dalla Regione il 30 novembre scorso a favore dei percorsi turistici-culturali, naturalistici ed enogastronomici

Ads

Fine. Pensate che in tutto questo tempo sia cambiato qualcosa? Evidentemente chi ci crede prende in giro se stesso e gli altri, inoltre non sa – ancora – di che cosa si sta parlando. Al contrario, si può dire invece che la situazione è degenerata, al punto tale che anche questa ripetizione potrebbe apparire come una novità fresca di giornata agli amministratori, tanto da costringere qualcuno – finalmente – a coglierla (ma resto umile e pessimista) per servirsi delle possibilità enormi di crescita che si aprono sull’orizzonte degli eventi di ogni persona e della collettività dell’isola. In questi anni trascorsi nell’indifferenza, ci siamo lasciati sfuggire la pioggia di milioni del ciclo di finanziamenti 2015-2020 (quasi 4 miliardi di euro) e anche per la mancata ripresa esecutiva del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia, rischiamo di lasciarci scappare pure il ciclo corrente che accresce il fondo regionale fino a quasi oltre i 7 miliardi di euro che nel 2027 vedrà l’ultimo invio di denaro dall’Europa al nostro paese. A causa dell’assenza d’intenti tra le sei amministrazioni, il pericolo diviene maggiore di fronte ai Fondi del PNRR. Assumeranno la forma di bandi ministeriali, accessibili soltanto dopo aver messo insieme un numero di Comuni pari a 25 mila abitanti, condizione minima d’ingresso per gli Enti Locali. Questa dislessìa amministrativa di cui soffre l’isola è il motivo che ci ha fatto perdere, tra gli altri, 9 milioni di euro stanziati ultimamente dalla Regione il 30 novembre scorso a favore dei percorsi turistici-culturali, naturalistici ed enogastronomici, realizzato allo scopo di sostenere la partecipazione dei Comuni che hanno deciso di condividere la linea strategica nel settore turistico che attraverso il Piano per il Turismo 2021 prevede l’integrazione dell’offerta, l’omogeneità delle tematiche e la destagionalizzazione. Non partecipando a quel bando abbiamo sprecato la possibilità di avviare progetti – e quindi creare lavoro – tra ottobre 2021 fino al dicembre 2022 perché la condizione minima per fruire di quei fondi è rappresentato dall’unione di “almeno” 5 Comuni.

Ads

Non partecipando a quel bando abbiamo sprecato la possibilità di avviare progetti – e quindi creare lavoro – tra ottobre 2021 fino al dicembre 2022 perché la condizione minima per fruire di quei fondi è rappresentato dall’unione di “almeno” 5 Comuni. Sarà l’unione, insomma, una delle condizioni essenziali, come già accennavo nel 2015, e tra i pilastri fondamentali delle prossimi bandi, non solo regionali. Non c’è dubbio che siamo al cospetto di una sordità e mancanza di dibattito imbarazzante, specie se al centro c’è lo sviluppo regredito dell’economia, la creazione di nuove opportunità di lavoro e un mondo fatto di alternative praticabili per facilitare l’ingresso dell’isola in un terreno – per noi, non da altri – ancora inesplorato, fatto di collaborazione e visione “identitaria” comune. Tutto questo discorso soggiace alla protervia grottesca della maggior parte dei sindaci che, ognuno per il suo, continuano a cimentarsi in eventi auto celebrativi nutriti dai fili spezzati dell’individualismo e da paturnie amministrative

Sarà l’unione, insomma, una delle condizioni essenziali, come già accennavo nel 2015, e tra i pilastri fondamentali delle prossimi bandi, non solo regionali. Non c’è dubbio che siamo al cospetto di una sordità e mancanza di dibattito imbarazzante, specie se al centro c’è lo sviluppo regredito dell’economia, la creazione di nuove opportunità di lavoro e un mondo fatto di alternative praticabili per facilitare l’ingresso dell’isola in un terreno – per noi, non da altri – ancora inesplorato, fatto di collaborazione e visione “identitaria” comune. Tutto questo discorso soggiace alla protervia grottesca della maggior parte dei sindaci che, ognuno per il suo, continuano a cimentarsi in eventi auto celebrativi nutriti dai fili spezzati dell’individualismo e da paturnie amministrative. In cui l’ovvietà di calendari ed eventi realizzati per quello che avrebbe dovuto essere “un Natale coi fiocchi”, si scontra con la parcellizzazione finanche dentro i Comuni (a Ischia, per esempio, il Borgo di Celsa soccombe vuoto alle camminate di persone che popolano via Roma la domenica pomeriggio) la cui risultante non è altro che la costruzione di scelte imperdonabili e autolesioniste per restare ciechi. In cui la propensione alla chiacchera (di alcuni) diviene fatto, una realtà nella realtà, attraverso un masochismo altezzoso che non produrrà mai nulla di buono. Terminai il caffè scorretto del 2015 con «serve una strategia di sviluppo condivisa con la facoltà di concertazione tra il pubblico e il privato, e l’associazione dei Comuni è Ente territoriale al quale non manca la legittimazione. Per sapere come fare, basta contattare la Regione Campania e «Formez PA». Aggiungo tra gli obiettivi anche il Patto Per Lo Sviluppo che sarebbe il primo, non l’unico, passo oltre che un inizio. Se ci riuscite, vi offro l’aperitivo.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex