LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«Lacco Ameno e la sfida degli “opposti” »

Che cosa accade quando le buone intenzioni diventano delusioni? Si può parlare di aspettative non mantenute e quella cosa che prima bruciava d’entusiasmo, di novità e possibile utilità, dopo rischia inevitabilmente di trasformarsi sicuramente in altro. Accenniamo di politica economica, a Lacco Ameno che in questi giorni, un poco alla volta, si sta lasciando dietro lo scontro generato da una campagna elettorale dai toni aspri, carica di duelli, piena di un modo di fare comunicazione tra gli alti e i bassi di entrambe le compagini diversa. Che il nuovo consiglio comunale, adesso, debba cominciare a lavorare in “direzione modificata”, ne è consapevole l’isola intera. In che modo?

L’economia politica studia o analizza la situazione economica esistente, cioè ciò che è. La politica economica invece studia ciò che deve o ciò che si desidererebbe che fosse. Pertanto lo studio della politica economica presuppone l’analisi dell’esistente, cioè lo studio dell’economia politica al fine di produrre una trasformazione. Nella politica economica si studiano gli interventi riguardo all’orizzonte temporale: breve, medio e lungo periodo. Negli interventi a breve termine si suppone un’economia statica che quindi non viene modificata strutturalmente dagli interventi. Gli interventi a lungo termine assumono viceversa un contesto dinamico, in cui gli effetti strutturali degli interventi stessi alterano l’economia futura e vanno tenuti presenti per valutare gli effetti negli anni successivi. Iniziare da questa considerazione, per quanto riguarda Lacco Ameno nello specifico ma più in generale il discorso potrebbe ampliarsi ai sei comuni, già ci pone in una condizione di valutazione della realtà a un differente livello, lungo il cammino per proporre un paradigma alternativo e una quotidianità dello stesso tipo. E nel programma presentato dalla lista che ha come leader, ed eletto sindaco, Giacomo Pascale, ci sono alcuni temi che fanno ben pensare. Tuttavia, pur considerando la presenza di “conflitti” – tra chi ha vinto le elezioni e chi non ha raggiunto la soglia minima per evitare la bocciatura – che potrebbero entrare nel vivo nelle prossime settimane e minare la costruzione di un nuovo modo di governare il paese, una piccola riflessione possiamo farla. Partendo dal presupposto che ogni atto deliberato, dalla giunta o dal consiglio, avrà un impatto, con conseguenze ed effetti, l’insieme dei riverberi sulla società dovranno essere previsti proprio partendo dall’esistente che se ben condotto potrà realizzare un futuro che necessariamente si ramificherà in ogni settore: dalla mobilità, alle politiche sociali, dal pagamento dei tributi alle politiche del lavoro fino alla scuola come al turismo non escludendo la cultura e l’ambiente. Vero è, e da più parti è stato affermato, che quando c’è stato da affrontare certi temi, già cinque anni fa ossia alla prima elezione di Pascale, proprio quest’ultimo mostrava ancora una serie di legami con quel vecchio modo (e mondo) di fare politica: lacci lunghi almeno venti anni. Pertanto, da molti critici, è stata avanzata la considerazione in negativo circa l’attuale posizione di partenza del nuovo sindaco. Procedendo per esempio nell’ipotesi che in fin dei conti non solo non ci sarà alcun cambiamento e, perciò, un reale rovesciamento, in senso positivo, del paese di Angelo Rizzoli, ma che a causa dell’influenza di quel palcoscenico politico che ha visto attori protagonisti Domenico De Siano, Aniello Silvio e Carmine Monti, tanto per citarne qualcuno, addirittura, nel giro di qualche anno, tra l’attuale sindaco e Domenico De Siano potrebbe tornare la liaison politica rinnovata negli interessi. Sì, potrebbe accadere ma, è altrettanto chiaro, potrebbe pure non succedere. Senza dare né alla prima né alla seconda valore assoluto e indiscusso, proprio perché siamo nel campo delle ipotesi, alcune considerazioni vanno fatte.

La prima, per esempio, è che Pascale è un “animale” politico, ambizioso certo, affamato di consenso e che ha dato l’impressione di voler correggere la direzione ma anche la prova che è in grado di evolversi attraverso l’adozione di una strategia politica ben delineata almeno sul medio – lungo periodo. La seconda, è la sua determinazione ad allentare, se vogliamo dire così, i legacci che arrivano da quel ventennio da cui proviene per stringere ponti e nodi e favorire percorsi alternativi in grado di consentirgli di costruire un trampolino di lancio, per se e per il suo comune. Ed è in questo contesto che entra in gioco la riflessione sulla politica economica. Un lavoro che potrebbe esser avvalorato dalla presenza di nuove figure come Carla Tufano, Carmela Monti, Pietro Monti, Dante De Luise, Vincenzo Calise, tutti alla loro prima esperienza e lontani dalla retorica e dai pochi fatti. Portatori e portatrici d’interessi diversi tra loro ma comune a tutti c’è quello di voler fare le cose perbene e riuscire a contrastare lo shock negativo generato dalla pandemia e affrontare il lungo inverno “caldo” con proposte e progetti affidabili e capitale umano “fresco”, cui affiancare lo studio analitico della macchina amministrativa, il suo uso e gli effetti degli atti deliberati che ricadranno sulla società. Pascale, dunque, dovrebbe fare i conti con una forza motrice insolita, alla quale di potrebbe riconoscere il grado di correggere lo stato di “quiete” o di moto intrapreso, che non potrebbe governare nel caso il collegamento con De Siano si manifestasse nuovamente. Il punto, per converso, sarebbe invece proprio questo, ossia che cosa vuole e in che direzione il nuovo consiglio comunale vuole portare Lacco Ameno? Quanto, ogni singolo componente, è capace di ampliare la propria visuale, la prospettiva, sul medio e lungo periodo legandola a progetti e atti di politica economica con conseguenze positive? La sfida che dovrà affrontare Pascale in particolare, il consiglio e la nuova giunta comunale, in fin dei conti, sarà proprio questa.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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