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Calenda “spaventa” Giosi: «Il Pd? Alle prossime europee meglio non esserci»

DI GAETANO FERRANDINO

ISCHIA. Una crisi infinita che – non ce ne voglia nessuno – rischia di trascinarsi alle calende greche. O meglio, e scusateci il gioco di parole, alla Calenda. Perché è proprio Carlo Calenda che rifila un altro colpo mortale ad un partito come il Pd che tanto ha rappresentato – e in fondo, a ben pensarci, ancora rappresenta – anche sulla nostra isola e che però si sgretola sempre più a causa di frizioni interne che paiono insanabili. L’ex ministro allo Sviluppo Economico ha sparato un giudizio di quelli trancianti, inequivocabili, intervenendo alla trasmissione radiofonica Circo Massimo, in onda su Radio Capital, ed aprendo di fatto il fronte di discussione anche sull’isola verde. Il fatto è che alla fine è saltata una cena che lo stesso Calenda aveva promosso e organizzato e che si poneva l’obiettivo di provare a rimettere in piedi i cocci del partito e in particolare ricostruire un dialogo tra Gentiloni e Renzi: insomma, fare squadra e iniziare anche a fare un’opposizione decisa e unilaterale all’attuale governo di matrice leghista e grillina. Invece alla fine niente tavolata e la cosa ha fatto esplodere l’esponente del Partito Democratico il quale non le ha certo mandate a dire: “Resto convinto che il Pd alle prossime elezioni europee non ci debba essere. Serve un fronte repubblicano, progressista, che recuperi la parte di classe dirigente locale e nazionale capace ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccoli tra dirigenti che sono usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera”.

Un vero e proprio siluro, che certo non potrà far piacere anche ad un nostro autorevole concittadino: ci riferiamo all’eurodeputato Giosi Ferrandino, che proprio sotto il vessillo del Pd sta rappresentando l’Italia in Europa e che con quella “casacca” sta lavorando per ripresentarsi alle elezioni europee in programma il prossimo anno. Un partito rilanciato, o comunque in grado di mantenere l’attuale consenso (che sondaggi alla mano, ed in maniera se vogliamo anche clamorosa, viste queste stucchevoli e stupide divisioni intestine) che oscilla tra il 16 e il 17 per cento, consentirebbe in ogni caso di spedire a Strasburgo dai due ai quattro eurodeputati, concedendo così all’ex sindaco di Casamicciola e Ischia di giocarsi le sue chance. Ma se l’andazzo continua di questo passo, con una Lega sempre più in crescita a livello nazionale, si rischia il “suicidio politico” e davvero di non giungere all’appuntamento della prossima primavera, se non agonizzante e sul serio a un passo dall’estinzione. Tra l’altro le stesse contrapposizioni interne non possono lasciare indifferente Giosi Ferrandino, visto che l’attuale europarlamentare è un renziano di ferro e a quanto sembra la sua è una posizione che non è assolutamente in discussione. E tra i bersagli di Calenda c’è proprio l’ex premier e segretario del partito, con il quale non è stato affatto tenero, tutt’altro. “Non so bene quale sia l’interesse di Renzi, che da molto tempo ti dice una cosa e poi ne fa un’altra. Penso che se dici che ci sarai e poi fai uscire certi retroscena non è proprio una cosa corretta… è un modo di fare non serio, ma al quale sono abituato da mesi. Nel Pd c’è un’entità che si chiama Renzi, che non si capisce cosa voglia fare e che va abanti per conto suo. E pensare che all’inizio aveva davvero voglia di cambiare l’Italia e aveva fatto cose buone. Un grosso peccato, davvero”. E in questa “tarantella” il finale è scontato con un congresso che sarà chiamato a mettere in atto una resa dei conti tra renziani e antirenziani. Nell’attesa nulla su muove. E allora davvero si salvi chi può.

Gaetano Ferrandino

 

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