LE OPINIONI

Calise, la paventata chiusura e l’etica dell’avvocato

La paventata chiusura dello storico bar di Ischia tra chi si affretta a smentire nelle sedi non opportune e lo fa suscitando anche un pizzico di ilarità e tenerezza: ma la realtà, in fondo, è davvero un’altra cosa

Partiamo da un presupposto: l’argomento, detto per inciso, lo affronto con estrema cautela – pure troppa – ed una buona dose di imbarazzo. Calise e il Bar Calise sono e restano un simbolo distintivo della nostra storia ed era giusto andarci con le pinze.

Ma era anche opportuno sottolineare una certa “spia rossa” ormai accesa ed il fatto che il serbatoio della benzina sia ormai a riserva: Chi scrive, e con lui (ne sono assolutamente convinto) tutti i lettori de Il Golfo, si augurano che questa struttura resti aperta per i prossimi mille anni, e sempre gestita dall’intramontabile Emiddio Calise, al quale tutti dobbiamo riconoscenza per quello che ha fatto e fa per dare lustro ad Ischia. Non mi soffermo sulle esternazioni del “dirimpettaio” del cosiddetto “altro giornale” (in realtà mi riferisco a Gaetano Di Meglio e del Dispari, non ho alcun timore nel menzionarli entrambi, ci mancherebbe) ma quello che risulta davvero oltremodo comico è l’intervento dell’avvocato Francesco Garofalo. Avete capito bene, ho detto “comico” e non certo per ledere la professionalità del legale, che legittimamente ha espresso una serie di considerazioni in nome e per conto del soggetto fisico e giuridico che rappresenta, quanto per le modalità con cui tutto ciò è avvenuto.

Cerco di fare chiarezza e vi prego di fidarvi sulla parola e seguirmi per qualche istante, anche se mi duole ogni qualvolta devo sottrarvi tempo per queste amenità (perché di tali si tratta). Nel nostro ordinamento è previsto il cosiddetto “diritto di replica” che questo giornale non ha mai e dico mai – ovviamente posso rispondere per l’arco temporale che mi riguarda, ma sono certo che è buona abitudine da sempre – negato a nessuno. Anche a chi si è divertito a ironizzare sul sottoscritto in tempi più o meno passati: in fondo l’autoironia è un dono di pochi. Il diritto di replica è sancito dalla legge e questo immagino lo sappia anche l’avvocato Garofalo. Il quale, però, non si capisce per quale motivo – ma in ogni caso scadendo nel più assoluto provincialismo (ma purtroppo negli ultimi tempi questo sta diventando il livello del nostro tessuto) indirizza inspiegabilmente la nota di risposta al quotidiano Il Dispari e non a Il Golfo che ha riportato la notizia. Insomma, cose che si vedono soltanto a Ischia. E’ come se su scala nazionale, tanto per fare un esempio, La Repubblica pubblicasse un articolo sul presidente del consiglio e questi mandasse la lettera di risposta su eventuali inesattezze al Corriere della Sera. Immagino benissimo, andando per la cinquantina e non essendo nato ieri, che dietro ci siano i soliti giochetti che poco mi affascinano, ma ritengo che un avvocato che si comporti in questa maniera non faccia propriamente onore alla categoria che rappresenta. Anche perché mi pregio di rivolgergli una domanda: ha per caso contattato la redazione o il sottoscritto per pubblicare una nota di risposta e questo gli è stato negato? Assolutamente no, ma ormai in questo paese è chiaro che bisogna rassegnarsi a fare i conti con “miserie umane” davvero di bassa lega.

Mi sia consentita un’altra precisazione, anche questa un po’ simpatica e che in tutta onestà suscita in me un sentimento di profonda tenerezza. A un certo punto l’avvocato che rappresenta l’amico Emiddio Calise si lascia andare a una considerazione che io ritengo davvero una perla più unica che rara. Garofalo dapprima si lamenta del fatto che il mostro sia stato sbattuto in prima pagina senza che siano stati raccolti tutti gli elementi del caso (e l’avvocato sbaglia perché questi magari glieli forniamo a stretto giro, così capirà che non diciamo propriamente sciocchezze, facendo questa “mossa” credo che abbia creato più un danno che altro al proprio assistito…) e poi si abbandona a una considerazione francamente disarmanti: “Eppure abbiamo visto l’estensore dell’articolo frequentare i nostri locali”. Insomma, attenzione: l’avvocato Garofalo è un po’ anche il “Grande Fratello” del Bar Calise, al punto tale da informarsi anche su chi frequenta e in che misura gli accorsati locali di Piazza degli Eroi. Ebbene sì, caro avvocato, frequento il Bar Calise un po’ come tutti gli ischitani e confido di continuare a farlo ancora a lungo. Mi creda, anche io non desidero altro, ma lei sa bene – sicuramente molto meglio del sottoscritto – qual è la situazione e lo stato dell’arte. E allora io apprendo con piacere che non si chiudono i battenti, e spero sia davvero così, ma la prego: non facciamo finta che sia tutto tranquillo e che siamo davanti a “rose e fiori”, sarebbe un modo per prenderci per i fondelli. Non penso di meritarlo io, sicuramente sarebbe un’offesa alla sua professionalità, e soprattutto non lo merita né il Bar Calise né tantomeno la sua storia. Che non può assolutamente scomparire e fondamentalmente questa è e resta la cosa più importante perché parliamo di un’attività che rappresenta la storia anche sua, mia, della nostra terra insomma. E se dovesse calare il sipario sarebbe un colpo mortale per l’isola. Ma capisco che queste cose non interessino più nessuno ed è anche per questo che Ischia pian piano sta finendo con le “pacche nell’acqua” senza nemmeno rendersene conto. Alla fine, chiudiamola col “chiacchiericcio scemo”, come lo ha definito qualcuno e passiamo appresso. Forse non vale nemmeno più la pena, se il contesto è diventato questo. Buon caffè a tutti. Da Calise, naturalmente.

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Rossy

Infatti, chiudiamola qua. Chi vivrà vedrà.

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