CRONACA

Campania ancora gialla, prosegue divieto di spostamento tra Regioni

Secondo il report del ministero della Salute la nostra regione ha un indice di contagiosità inferiore a 1 anche se il rischio è ‘moderato’

La Campania resta zona gialla, nonostante i contagi siano in aumento. Secondo la classificazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che divide l’Italia in tre classi di rischio (i famosi colori), seguito al monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, la Campania ha un Rt (indice di contagiosità medio) dello 0,8 con un rischio classificato come ‘moderato’. Per questo la Regione governata da Vincenzo De Luca resterà gialla.  Il ministero della Salute ha deciso che la provincia di Trento, Toscana, Liguria e Abruzzo cambieranno «colore» – passando dalla zona gialla a quella arancione — mentre l’Umbria rimarrà in arancione. La Sicilia torna in giallo allo scadere dell’ordinanza precedente. Il report che contiene i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità, diffuso nel pomeriggio di venerdì 12 febbraio, descrive un generale peggioramento della pandemia di Covid-19 in Italia, anche a causa della aumentata circolazione delle varianti ad alta trasmissibilità del coronavirus Sars-Cov-2.

Nel pomeriggio di ieri, inoltre, il governo uscente guidato dal presidente Giuseppe Conte ha deciso di prorogare il divieto di spostamento tra regioni (anche gialle) fino al 25 febbraio. Le deroghe non cambieranno: si potrà andare fuori dalla propria regione di residenza solo per motivi di lavoro, salute e urgenza, con l’autocertificazione. Da quel che trapela si tratta di una “proroga secca” del decreto legge con cui l’esecutivo, per contenere i contagi da Covid 19, aveva imposto restrizioni alla circolazione per il periodo delle vacanze natalizie e fino al 15 febbraio. Conte sembrava intenzionato a non intervenire, lasciando che fosse il premier incaricato a decidere dopo il giuramento. Inizialmente doveva essere un provvedimento ponte di una settimana, poi si era ipotizzato di andare fino al 5 marzo «per uniformare le scadenze dei divieti». Alla fine si è trovata però la soluzione che consentisse al nuovo governo – guidato da Mario Draghi – di decidere prima della scadenza del Dpcm, che è appunto fissata al 5 marzo.

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