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Il verbo di Enzo Ferrandino: da minoranza attacchi gratuiti

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Le numerose critiche lanciategli dall’opposizione negli ultimi tempi non sembrano averlo colpito più di tanto. Enzo Ferrandino, vicesindaco di Ischia, risponde ai detrattori apparentemente incurante delle voci che lo vogliono come “parafulmine” della maggioranza, rivendicando il senso di responsabilità della sua “squadra” verso le problematiche amministrative del paese.

Le deleghe agli assessori non sono ancora state assegnate. Come fa un componente della squadra a giocare bene se non conosce scopi e limiti del suo ruolo?

«La Giunta è un organo collegiale, formato da una serie di componenti che si adoperano per affrontare le varie problematiche amministrative. Assegnare le deleghe ai suoi collaboratori è una prerogativa del sindaco, ma non è propriamente un obbligo tassativamente determinato nelle modalità. Nel nostro caso, anche se finora non vi è stata una esplicita assegnazione, la Giunta sta comunque operando attivamente nell’ambito delle diverse problematiche. Posso comunque affermare che a stretto giro, durante la prossima settimana, le deleghe saranno formalmente ufficializzate, con i compiti specifici e le aree di competenza spettanti a ciascun componente della Giunta».

L’ultimo consiglio comunale ha riservato scintille e polemiche tra Lei e il consigliere Carmine Bernardo: vanno interpretate come ostruzionismo dell’opposizione oppure come nervosismo della maggioranza?

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«Ho letto che questo confronto “dialettico”, generatosi durante lo scorso civico consesso,  secondo qualcuno sarebbe da ascrivere a nervosismo all’interno della maggioranza o anche del sottoscritto. Ci tengo a ribadire che non c’è nessun nervosismo, anche perché il contenuto del mio intervento non è certo inedito, dal momento che anche in altre occasioni avevo sottolineato che la minoranza continua ad alimentare un confronto politico basato esclusivamente sulla ripetuta denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica su tutti gli atti: un modo di fare che non serve al paese né a risolvere i tanti problemi, che è ciò che interessa alla cittadinanza. Anzi, agendo in questa maniera si finisce per appesantire enormemente il lavoro degli uffici, che invece di adoperarsi per risolvere le annose problematiche territoriali, sono costretti a impiegare molto tempo per “controdedurre” alle interrogazioni spesso puramente ostruzionistiche o a dare risposte scontate e risapute a quelli che sono gli organi di controllo che vengono continuamente compulsati da questa componente della minoranza».

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