Caos appalti, l’Asmel contrattacca
La società rivendica la legittimità della propria attività di committenza, a carattere “ausiliario”, come spiega una sentenza del Consiglio di Stato del 30 novembre
L’Asmel consortile non ci sta. Nelle settimane scorse aveva fatto clamore la decisione del Consiglio di Stato, il quale aveva accolto il ricorso di una ditta contro l’Asmel, ovvero l’associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali costituita, come si legge dal sito web, «interamente da soggetti pubblici secondo la logica dell’associazionismo di servizio, favorendo processi di modernizzazione e promuovendo la valorizzazione a livello politico e istituzionale degli Enti territoriali». A partire dal dicembre 2012, inoltre, Asmel ha anche promosso la costituzione di Asmel Consortile s.c. a r.l. e, «terminata la fase di start-up, ha ceduto interamente la propria partecipazione societaria consentendo ad Asmel Consortile di diventare a tutti gli effetti la maggiore centrale di committenza in house dei Comuni italiani». Sull’isola tutti i Comuni (tranne Serrara Fontana) hanno aderito all’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali.
L’Asmel ha diramato una nota ai sindaci e ai funzionari comunali dei paesi aderenti, specificando che il Consiglio di Stato in sostanza ha fatto chiarezza sulla natura dell’associazione, contestando i toni “trionfalistici” usati dai media, ad esempio da “Il Sole 24ore” che parlava di “illegittima attività di centrale appalti”, mentre un comunicato dell’Anci (associazione nazionale dei comuni) titolava che secondo il Consiglio di Stato “l’Asmel non è centrale di committenza”. Nella nota l’Asmel scrive che pochi giorni dopo, con la sentenza n.7558 del 30 novembre, il Consiglio di Stato fa chiarezza, e «in poche righe mette in riga i nostri detrattori: Asmel Consortile vi è indicata come centrale di committenza per la sola gestione della procedura d’appalto. Si tratta di attività di committenza ausiliarie, ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, lett. m) del d.lgs. n.50 del 2016 e specificamente della gestione della procedura di appalto in nome e per conto della stazione appaltante interessata, ai sensi del n.4 della citata disposizione del codice dei contratti pubblici».
Dunque, il ruolo dell’Asmel è quello di società di committenza ausiliaria, svolto in sette anni di attività e oltre 5200 gare. Un ruolo, recita la nota, «rimarcato all’indomani di due sentenze, dello stesso Consiglio di Stato, invero più complicate, che avevano ridato fiato ai tanti detrattori che accompagnano il nostro percorso da sette anni. Un percorso che ci ha portato a sostenere i Comuni Soci, basandoci sul principio di sussidiarietà e vedendoci riconosciuta, a Maastricht, la qualifica di best practice di rilievo europeo. Con una base associativa che cresce a dismisura, anche grazie al clamore mediatico alimentato da cui, come ANCI, vede insidiata la pretesa di monopolio nella rappresentanza dei Comuni. O come Consip, chiusa a difesa delle proprie pretese monopolistiche sugli appalti».
Non bastano i due “siluri” lanciati contro Anci e Consip, perché la Asmel spiega che la sentenza fa riferimento specifico ai servizi ausiliari di cui al n.4 lettera m) che possono essere svolti solo da una Centrale di committenza e non da operatori privati: «il che mette in riga pure la ditta Net4market, già nostra fornitrice software, che tenta anch’essa azioni di disturbo, appena sostituita con gara indetta per scadenza contrattuale. Ha ogni diritto di proporsi come fornitrice diretta ai nostri associati, i quali sono ben vaccinati sulle formule magiche delle forniture software e ben al corrente dell’art. 39, co.2. Scatta però il reato di interruzione di pubblico servizio, se nell’attuale passaggio di consegne al nuovo fornitore, vengono messi in atto tentativi di boicottaggio».
Poi l’affondo contro la confusione normativa: «Sulla centralizzazione della committenza, assistiamo da anni al susseguirsi continuo di nuove norme con conseguenti nuove interpretazioni e interpretazioni delle interpretazioni. Complice la turbo-legislazione, lamentata da Raffaele Cantone o più semplicemente il bigottismo normativo, indicato da Asmel, come principale causa del ventennale blocco della crescita del Sistema Italia. Bigottismo normativo, che nel settore degli appalti, assume tratti parossistici, con un’Autorità di regolazione che, invece di fornire chiarezza interpretativa, si esprime con pronunce di difficile lettura e basate su un formalismo esasperato. Specie quando sganciato dalla realtà, tanto da indurla sovente e smentire sé stessa».
La nota si conclude rivendicando il contenuto della sentenza 7558 del 30 novembre, la quale secondo Asmel «denota una sintesi e una chiarezza espositiva esemplari. Se Anac ne facesse tesoro, ne guadagnerebbe in credibilità, fornendo un formidabile contributo agli operatori del settore appalti, che, pubblici o privati, non chiedono altro che certezza del diritto. Nell’attuale contesto, Asmel Consortile, forte dell’esperienza acquisita in oltre 5200 gara, senza intoppi, continua ad erogare i servizi di supporto al Rup definendosi tuttora Società di committenza ausiliaria, nelle more della sentenza, attesa per maggio prossimo in Consiglio di Stato, chiamato a esprimersi sulla delibera Anac 32/2015».