POLITICAPRIMO PIANO

De Siano, che schiaffo a Pascale: «Il maiale vive un anno, poi viene mangiato»

L’imprenditore e consigliere di minoranza di Lacco Ameno in una lunga intervista boccia senza appello l’operato del sindaco (definito “incapace”) e dell’attuale amministrazione. Poi dice la sua sulla questione dell’approdo diportistico e esclude la possibilità di future candidature ad europee e regionali. Cosa aspettarsi da Giosi Ferrandino e Stani Verde e ancora…

Negli ultimi tempi l’abbiamo rivista particolarmente attiva specialmente sui social, sui quali ha espresso una serie di considerazioni che lasciano intendere come non sia particolarmente soddisfatto, per usare un eufemismo, del modo in cui viene amministrata Lacco Ameno. O sbaglio?

«Non è cambiato nulla rispetto al passato anche recente, forse solo il modo di comunicare. Ma le considerazioni che hai avuto modo di leggere sono le stesse che continuo a fare e che faccio quotidianamente. Il mio giudizio sull’amministrazione comunale è completamente fallimentare. Che dire: c’era una volta Lacco Ameno, c’era una volta un paese, oggi non c’è più. Il vero tema di fondo è questo, oggi a governare Lacco Ameno c’è un’amministrazione che non ha alcuna idea, non sa da dove partire e quindi figuriamoci dove arrivare. Io lo ripeto sempre in maniera quasi ossessiva e, si badi bene, non lo faccio soltanto interpretando il mio ruolo di consigliere di minoranza ma da persona che davvero vuole bene alla sua terra, alla quale sono tremendamente affezionato. Dispiace, anche perché…».

Perché?

«Noi non è che siamo diventati il fanalino di coda dell’isola, siamo messi molto peggio: non siamo proprio più nulla. Ultimamente ho anche avuto modo di spiegare che Lacco Ameno è diventata una sorta di strada di passaggio tra Casamicciola e Forio. Siamo diventati un paese dormitorio, dove la gente viene a dormire giusto perché ci abita».

Sul podio delle nefandezze commesse dall’amministrazione cosa andrebbe a collocare, giusto per scendere nel dettaglio?

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«Mi fermo a un aspetto: non c’è più il paese. Non esiste alcuna attività sociale, non c’è attività sportiva nell’ambito della nostra comunità, come se non bastasse non ci sono più le scuole dal giorno successivo al terremoto del 21 agosto 2017. E questa è una responsabilità chiara ed evidente dell’amministrazione comunale e più precisamente del sindaco di Lacco Ameno. Presto non ci sarà più l’asilo, c’è la ristrutturazione del Principe di Piemonte che si sta facendo ormai da qualche anno e su questo mi pongo in tutta sincerità un interrogativo».

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Quale?

«Ma era proprio necessario spendere tutti quei soldi, e parlo di milioni di euro, per una ristrutturazione del genere che è durata e peraltro dura ancora quando magari parte di quelle risorse poteva essere destinata a cose ben più importanti nell’ambito della nostra comunità? Questi sono temi che avrebbero dovuto essere dibattuti in consiglio comunale, per far comprendere ai nostri concittadini quella che era la realtà del territorio e quella che potrebbe e dovrebbe essere la nostra comunità. Questo non è mai avvenuto, sapete perché? Bene, ve lo dico io: perché il nostro sindaco, politicamente e amministrativamente, ritengo che sia un incapace».

C’è una questione sulla quale sindaco e maggioranza battono e forte da diverso tempo ed è quella legata alla gestione dell’approdo diportistico. Lo vorrebbero restituire all’ente pubblico perché si afferma che il Comune paga e il privato incassa. E spesso, a volerla dire tutte, non sono mancate “stilettate” anche alla minoranza che è stata accusata di essere vicina e pronta a tutelare il privato. Non proprio il massimo della vita…

«Mi limito a rispondere sottolineando che alla fine contano sempre i fatti. Noi disponiamo di una risorsa fondamentale del nostro paese che è in agonia da diversi anni. Perché quello che per Lacco Ameno e la sua comunità dovrebbe rappresentare un punto di forza, soprattutto in termini di indotto, è ormai ridotto alla frutta. E questa è una responsabilità precisa dell’amministrazione comunale. I cittadini di Lacco Ameno dovrebbero sapere quanto ci è costato, quanto ci sta costando e quanto ci costerà di spese legali e danni il comportamento dell’attuale classe di governo. Personalmente, ho ribadito più la volte la mia posizione nella sede istituzionale, ossia in consiglio comunale: non sarebbe più giusto e più corretto riuscire a trovare una mediazione, un punto d’incontro tra le parti per provare a capire cosa fare? Tutto questo, sia chiaro, premettendo che la scelta della gestione (e di come si intende far funzionare un servizio) è dell’amministrazione comunale. Sta al sindaco ed alla sua squadra stabilire legittimamente cosa si intenda fare. Il Comune, ovviamente rispettando le norme, può fare quello che vuole: darlo in gestione, in appalto, occuparsene in proprio. A noi consiglieri di minoranza spetta il compito di vigilare che certi passaggi avvengano nei canoni della legalità e accertarsi del buon funzionamento del settore. Ma le responsabilità delle scelte toccano all’amministrazione e questo l’ho detto più volte. Però…».

Però?

«Ritengo non sia giusto e soprattutto non sia nell’interesse del paese sperperare tanti soldi inutilmente in spese legali ed altro, perché fin qui sono stati spesi centinaia di migliaia di euro. Si sta portando avanti una battaglia da tempo immemore, eppure io ho prodotto dei documenti in consiglio comunale abbastanza chiari dai quali si evinceva che questo signore (Giuseppe Perrella, ndr) aveva chiesto la gestione fino al 2023 dicendosi disposto a pagare tutto a determinate condizioni dal momento che lamentava di aver subito una serie di danni da una mareggiata che come si ricorderà fu un evento calamitoso di natura straordinaria. L’amministrazione non è che non ha accettato questa proposta, non ha neppure inteso ragionarci sopra, esponendo – lo ripeto una volta di più – il Comune e i cittadini di Lacco Ameno a doversi sobbarcare spese enormi. Questo credo sia un altro segnale di come Pascale e i suoi siano assolutamente incapaci di gestire il paese».

Qual è a suo avviso lo stato di salute di questa maggioranza? Se ne parla spesso e in fondo con 7 consiglieri contro 6 è facile che spesso circolino voci o rumors sul fatto che possa essere traballante.

«Il problema dello stato di salute riguarda l’amministrazione, non certo noi che sediamo in minoranza. Noi siamo alternativi al 1000 per 100 all’attuale maggioranza, quindi determinati tipi di ragionamenti che si potrebbero fare rispetto al cercare di prendere l’uno piuttosto che l’altro proprio non ci interessano o ci affascinano. Ribadisco, siamo alternativi: prima o poi si dovrà arrivare al redde rationem, noi siamo qui e aspettiamo. Il problema è che purtroppo sta aspettando anche un paese sempre più agonizzante, ma di tutte le manfrine e i sotterfugi che si vedono in casi del genere proprio non ne vogliamo sapere».

Ma Domenico De Siano alle prossime elezioni amministrative è pronto a metterci di nuovo la faccia?

«Se gli amici con i quali da sempre quotidianamente mi confronto e condivido una serie di osservazioni e considerazioni, ritengono che io possa essere la persona adatta, sono qui a disposizione. L’ho sempre detto e lo faccio di nuovo, non avrei alcun tipo di problema: mi farebbe piacere, tutti sanno quanto io sia legato a Lacco Ameno. Posso essere candidato a sindaco, candidato al consiglio comunale, posso fare qualsiasi cosa: l’importante per il paese è liberarsi quanto prima da questa amministrazione».

Beh, mal che vada farai il padre nobile…

«No, non sono ancor rincoglionito al punto da dover fare il padre nobile… (sorride, ndr)».

Ci sarà il ritorno alle urne a Lacco Ameno, il tempo dirà se a naturale scadenza del mandato o in maniera anticipata. Intanto, però, di certo ci saranno le elezioni europee prima e quelle regionali poi. E il ritorno di Domenico De Siano tra le fila di Forza Italia ha scatenato ovviamente una serie di voci, ipotesi e possibili scenari. A molti addetti ai lavori fa strano vederla fuori dai contesti che contano, ecco perché non manca chi pensa che possa essere pronto a cimentarsi in qualche nuova campagna elettorale.

«Partiamo da un chiarimento doveroso. Io non sono mai andato via da Forza Italia. D’altronde, ho sempre sostenuto che se per una vita intera ho ritenuto validi una serie di principi, ideali e modi di ragionare, beh questi certamente non possono essere rinnegati dalla sera alla mattina solo perché si è subito un torto dal personale politico cui tocca la responsabilità di determinate scelte».

Torto che, in ogni caso, è chiaro che c’è stato.

«Ho sempre sostenuto che non credo ci sia stato un comportamento lineare e corretto nei miei confronti, all’epoca dei fatti, da parte del coordinatore nazionale, nell’andare a stilare le candidature. Anche in virtù del rapporto che ho sempre avuto con il presidente Berlusconi, le cose potevano e dovevano andare in altro modo. Attenzione, non che dovessi essere candidato per forza, ma la decisione avrebbe dovuto essermi comunicata in maniera diversa e con debito anticipo. Credo che questo almeno lo meritassi e dunque ci sono rimasto male, ma nella maniera più assoluta ho mai cambiato idea sulla mia appartenenza politica. Ho sostenuto, sostengo e sosterrò sempre quelli che sono gli ideali in cui credo».

Quanto è ipotizzabile una sua candidatura alle elezioni europee o alle regionali?

«Non esistono candidature di Domenico De Siano da nessuna parte se non a Lacco Ameno. L’ho spiegato quando mi sono candidato la volta scorsa alle amministrative: ritengo di essere stata anche dal punto di vista politico una persona super fortunata, perché ho avuto la possibilità di ricoprire cariche che tanti si sognano appena. Il mio percorso istituzionale mi ha visto a Camera dei Deputati, Senato, Regione, Provincia, mi è mancato solo il Parlamento Europeo. Ma in quella circostanza dissi che per l’età anagrafica e per quello che mi interessa proporre non avevo interesse a fare chissà quali ragionamenti se non quello di interessarmi della mia comunità e di fare dunque politica sul territorio. Ecco perché non c’è né ci sarà qualche candidatura, da nessuna parte».

Come è cambiata la geopolitica isolana con Stani Verde e Giosi Ferrandino?

«Mah, bisognerà vedere, in fondo è passato troppo poco tempo per poter esprimere un giudizio. Non mi pare ci siano stati grossi scossoni, al momento parliamo di un semplice avvicendamento tra sindaci e quindi non mi pare che quella che definisci geopolitica locale abbia subito chissà quali mutamenti. Mi auguro in ogni caso che in futuro ci possa essere grazie all’impulso di Giosi e Stani un rafforzamento delle politiche interisolane e unitarie che credo siano ormai inevitabili viste le grosse difficoltà in cui versa il sistema Ischia. E queste politiche purtroppo nell’ultimo decennio sono andate scemando se non addirittura scomparendo e penso a riguardo ai servizi essenziali, alla programmazione, e la conseguenza è nei risultati che sono davanti agli occhi di tutti. Speriamo che i nuovi sindaci gli possano ridare linfa. A proposito, ricordo che alcuni anni fa – quando si svolsero le ultime elezioni amministrative a Lacco Ameno – in maniera assolutamente disonesta (e non mi sono sbagliato, sto usando questo termine volutamente) e con l’intento di truffare i nostri concittadini, l’ex sindaco di Forio venne qui a Lacco Ameno con l’attuale primo cittadino portando un rappresentante della Confindustria. Fu detto che sul nostro territorio sarebbero arrivati i giapponesi, i nordcoreani, i migliori rappresentanti del pianeta. Quella fu una palese prima in giro, a distanza di tempo abbiamo visto i risultati e soprattutto adesso l’umore che i cittadini hanno nei confronti di queste persone. A Forio lo abbiamo appurato con il responso delle urne che ha premiato in maniera fragorosa Stani Verde, quando sarà chiama alle urne Lacco Ameno lo vedremo anche a Lacco Ameno. Perché, come dice un detto delle nostre parti che io cito in italiano e non dialettalmente, “il maiale vive un anno, poi viene ucciso perché deve essere mangiato”. Ecco, questo è quello che succederà a questo signore, perché ha solamente preso in giro amministrativamente una comunità che è morta».

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